Capitali, Parigi

A cura di:

Un paesaggio fotografico
di M.Barbera

A Parigi il Salon de la Photo e Paris Photo si sono conclusi con enorme successo verso la fine di novembre. In particolare Julien Frydman, nuovo direttore di Paris Photo ed ex direttore di Magnum Parigi, sembra aver vinto la sua scommessa: il trasferimento dal Carrousel du Louvre allo spettacolare scenario del Grand Palais ha senza dubbio portato una marcia in più ad un salone già molto prestigioso. Parigi si è confermata come grande capitale fotografica internazionale; la vivacità della città dal punto di vista fotografico non si limita, tuttavia, alle grandi rassegne. Un festival nato nel 2011, e che certamente si ripeterà nei prossimi anni, può essere visitato passeggiando nel quartiere della letteratura e delle arti: si tratta del primo festival fotografico Saint-Germain-des-Près Images et Mots.

© M. Barbera
"Au fil de l'Homme" di Denis Félix in mostra alla Galerie Frédéric Got
© M. Barbera
© M. Barbera
Paris Photo 2011
© M. Barbera

Due esposizioni, allestite nell'ambito della rassegna, in gallerie differenti della Rue de Seine, meritano di essere segnalate per l'apertura sul mondo, la poesia e l'espressività delle immagini. La Galerie Frédéric Got ha presentato, in un contesto scultoreo intonatissimo, le fotografie di Denis Félix, una serie intitolata Au fil de l'homme, ritratti intensi realizzati in tempi lenti, sguardi disponibili e penetranti che mostrano uomini e donne, bambini, giovani, adulti e anziani nella loro veste più naturale dell'incontro disinteressato con l'altro. L'autore parla di ecologia umana per definire la sua ricerca, a cavallo tra l'«umanità e lo sviluppo sostenibile». Un altro lavoro che lega l'uomo e l'ambiente è stato esposto alla Galerie de l'Europe, si tratta delle immagini di Christophe Jacrot, un fotografo che ama osservare sotto la pioggia (o la neve) situazioni romantiche, luci rispecchiate e accoglienti abitate da piccole figure umane che corrono al riparo sotto ombrelli fragili (spesso in Occidente) o camminano pacificamente con l'acqua alle caviglie (quasi sempre in Oriente); la serie s'intitola Eaux fortes.
 

© Christophe Jacrot
© Christophe Jacrot,
Courtesy Galerie de l'Europe
© Marc Riboud
© Marc Riboud, Dockers d’Accra, Port d’Accra,
Ghana, 1960. Courtesy Polka Galerie

Per continuare il viaggio nel paesaggio fotografico parigino vi sono alcuni passaggi obbligati. Nel 2007 nasce Polka Galerie, uno spazio, comprensivo anche di una libreria, che accoglie nel cuore del Marais le immagini, spesso a stampo fotogiornalistico, dei grandi maestri; si passa dalla tenerezza di Marc Riboud all'ironia grandangolare di William Klein, fino alle straordinarie immagini africane di Françoise Huguier, fondatrice della Biennale della fotografia africana a Bamako, e a immagini di nuovi talenti. Rientrando a casa, si può proseguire l'osservazione, e la lettura, sfogliando Polka Magazine, la rivista diretta da Alain Généstar.
 

© Youssef Nabil
Catherine Deneuve, Paris 2010 © Youssef Nabil, Courtesy Maison Européenne de la Photographie
© Dominique Issermann
Laetitia Casta © Dominique Issermann, Courtesy Maison Européenne de la Photographie

Sempre nel Marais un luogo, notissimo, di fruizione, di ristoro (c'è anche un bar) e di ricerca: la MEP (Maison européenne de la photographie) che espone dal 18 gennaio Laetitia Casta, ritratti complici e sensuali realizzati da Dominique Issermann in tre giorni alle terme di Vals, in Svizzera; la retrospettiva di Youssef Nabil, fotografo egiziano che tra autoritratti e ritratti d'artisti, soprattutto del mondo del cinema, mostra la singolarità personale di ciascuno in tinte tenui depositate sul bianco e nero delle sue stampe. E ancora Les quatre saisons di Götz Göppert, Le sculpteur d'ombres di William Ropp, "Eloge du vertige" della brasiliana Collezione Itaú.
 

© M. Barbera
Paris Photo 2011 © M. Barbera
© M. Barbera
Paris Photo 2011 © M. Barbera

Altre gallerie, esclusivamente fotografiche, come Camera Obscura nel XIV° arrondissement, Thierry Marlat, nel IV°, che espone Irving Penn e Magnum Gallery nel cuore di Saint-Germain, costituiscono parte della vivacissima scena fotografica che anima giorno dopo giorno Parigi per immagini. Per più di 90 anni, Irving Penn (1917-2009) ha segnato la storia della fotografia con le sue immagini di moda, le sue nature morte e i suoi ritratti. Soprattutto sulle pagine di riviste, in particolare di Vogue. La mostra della galleria si compone di stampe inedite, alcune delle quali hanno al centro sua moglie (e sua musa), la celebre modella Lisa Fonssagrives-Penn, che gli impone la sua bellezza e gli angoli di ripresa, e la fotografia di moda diventa ritratto.

© Irving Penn
Woman in Moroccan Palace, Lisa Fonssagrives © Irving Penn, Courtesy Galerie Thierry Marlat

 

Post scriptum
Il signor Sipa

Gökşin Sipahioğlu è morto il 5 ottobre scorso a Parigi. Nato nel 1926 a İzmir in Turchia, studente di giornalismo e giocatore di basket professionista, diviene protagonista di una carriera fotogiornalistica folgorante: nel 1958 realizza reportages nei paesi comunisti dell'immediato dopoguerra, nel 1961 fotografa l'Albania comunista ed è il primo occidentale ad entrarvi. Si trova a Cuba nel 1962, dove scatta le immagini, pubblicate su quaranta giornali americani, dei missili sovietici puntati sugli Stati Uniti. Copre il Maggio '68, a Parigi, dove si trasferisce e dove perde alcuni denti durante le manifestazioni; all'epoca collaborava con il quotidiano turco Hürriyet. Nel 1969 crea la sua prima agenzia, le foto vengono sviluppate un una stanza di 16 metri quadri. Il 1973 è l'anno della svolta, Gökşin fonda l'agenzia Sipa, che forma, con Gamma e Sygma, il trittico delle grandi agenzie francesi. Scopre fotografi eccezionali, tra cui Reza, Abbas, Patrick Chauvel, Luc Delahaye e Alexandra Boulat. Diventa il signore degli scoop che si moltiplicano sulle prime pagine dei giornali. Sipa Press cresce e alla fine degli anni '80 la sede viene trasferita in un appartamento di 8000 metri quadri; l'immagine dell'agenzia è degna della personalità del suo fondatore, un avventuriero aperto, creativo, gioioso e seduttore, sempre al passo con la storia da immortalare. Quando comincia la crisi nel mondo del fotogiornalismo Sipahioğlu resiste, rifiutandosi di vendere Sipa Press a Bill Gates, nonostante la cifra smisurata che gli è stata offerta. Venderà l'agenzia a Sud Communications, nel 2001, restandone il presidente fino al 2003. Cinque giorni dopo la sua morte è tornato in Turchia, da dov'era partito; il signor Sipa resterà per sempre a Istanbul.

 

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