Piccole, non più piccole, rassegne crescono. Corigliano Calabro Fotografia è giunta alla sua ottava edizione, Rovereto Immagini alla quarta. Con sempre più intensi programmi di incontri, dibattiti, letture di portfolio, workshop e un numero ragguardevole di mostre aperte, a seconda dei casi, fino ad agosto o settembre.
Franco Fontana
Corigliano Calabro Fotografia rinnova, come ogni anno, l'appuntamento con un autore che interpreta il territorio attorno alla cittadina calabrese. Questa volta - dopo Gianni Berengo Gardin (ospite di Corigliano Calabro fin dalla prima edizione, a cui quest'anno è stata conferita la cittadinanza onoraria), Francesco Radino, Toni Thorimbert, Gabriele Basilico, Enrico Bossan, Francesco Cito, Elena Givone, Mario Cresci, Luca Campigotto - il lavoro inedito, la tessera che si aggiunge al "nostro progetto di mosaico", come lo definisce Gaetano Gianzi (direttore artistico della manifestazione insieme a Cosmo Laera), è quella di Franco Fontana. Nome talmente conosciuto, anche in campo internazionale, che ha bisogno di poche presentazioni. Ricordiamo solo che a Fontana sono stati dedicati oltre 40 libri, pubblicati da editori italiani, francesi, tedeschi, svizzeri, spagnoli, americani e giapponesi; che ha esposto in oltre 400 mostre personali e di gruppo in musei pubblici e gallerie private nel mondo; che ha firmato diverse campagne pubblicitarie, da Fiat a Versace; e che sue opere figurano in importanti collezioni pubbliche, dal Museum of Modern Art di New York al Metropolitan Museum di Tokyo. Il tema del lavoro di Fontana su Corigliano è I colori dal Sud, «lettura dello spazio architettonico e naturale in cui la composizione cromatica rivela tutta la sua potenza comunicativa», nelle parole di Antonella Pierno.
Joe Oppedisano
L'attenzione della rassegna verso autori di origine calabrese ha fatto tornare nella terra di origine Joe Oppedisano, nato a Gioiosa Ionica ma affermatosi brillantemente in America. De-con-struc-tion 20 anni di collage è il titolo della mostra in cui Oppedisano presenta una raccolta di opere realizzate nel corso di vent'anni con la tecnica del collage, non nel senso del fotomontaggio ma piuttosto con lo spirito dell'avanguardia cubista, migliaia di frammenti che compongono un'unica foto singola di cui ogni singola parte è già di per sé significante. Oppedisano, trasferitosi con la famiglia a New York a soli otto anni, ha cominciato a fotografare da piccolo e non ha più smesso, riuscendo a creare una sua personalissima formula espressiva, una tecnica ottenuta grazie a modifiche da lui studiate e messe in opera sulla sua macchina fotografica per ottenere la fusione tra un fotogramma e un altro con la volontà di "fare del cinema all'interno di un'immagine statica".
Giancarlo Ceraudo
L'altro lavoro che segnaliamo, tra quelli proposti dalla rassegna calabrese, è Cruz de Sur di Giancarlo Ceraudo, reportage di stampo narrativo (a cura di Marco Pinna) frutto di diversi viaggi in Patagonia, realizzato con mezzi molto diversi tra loro diversi (dalla panoramica 35 mm alla Holga medio formato). Le fotografie di Ceraudo, che vive e lavora tra Roma e Buenos Aires, evidenziano il rapporto dell'uomo con un territorio aspro e difficile, "che chiede molto ma in cambio regala, a mo' di ricompensa, una straordinaria dimensione naturale talmente rara e intensa da sconfinare nel campo onirico, proiettandoci in una dimensione fantastica e ultraterrena".
Francesco Zizola - Lesotho - Rovereto Immagini
Dal Sud al Nord. Da quattro anni la città trentina di Rovereto - palcoscenico di sperimentazione dell'arte e della cultura contemporanea grazie in particolare alla presenza del Mart - si apre alla fotografia, nelle piazze, lungo le vie del centro, nei palazzi e nei musei. Lo spirito della manifestazione, come dichiarato dagli organizzatori (l'associazione Paspartù) è «portare la fotografia con la F maiuscola nelle strade, fra la gente, in modo da favorire un avvicinamento da parte di chi, per consuetudine, non frequenta i musei e le classiche mostre al chiuso e a pagamento».
Il paesaggio è il fil rouge della dozzina di mostre fotografiche dell'edizione 2010 di Rovereto Immagini. Il Mart ospita Shadows, una raccolta delle immagini più significative che Francesco Zizola ha realizzato in vent'anni di reportage e in 35 paesi differenti, per offrire allo sguardo la testimonianza di esistenze altrimenti destinate a consumarsi nell'indifferenza, soggetti ritratti che emergono dalle ombre dei diritti negati, una prospettiva critica su realtà rimaste per lo più ai margini delle notizie, attraverso le crisi dimenticate del nostro tempo: conflitti, pandemie, catastrofi ecologiche, malnutrizione, eccessi dell'industria mediatica e della società dei consumi. In Northern Caucasus a partire dai dettagli del quotidiano Davide Monteleone entra in ferite ancora aperte dalla Storia recente, grazie a uno sguardo che non sfugge le complessità del Caucaso di oggi.
Rovereto Immagini
In Burladies Giovanni Cocco racconta, a modo suo, il genere del new burlesque, seguito dal 2007 frequentando le scene milanesi dell'Apollo Dancing e quelle romane del Micca Club, reinterpretando lo storico spettacolo parodistico ottocentesco - sexy avanspettacolo ante litteram - in cui le belle donne del popolo si burlavano dell'aristocrazia, attraverso musica, ballo, comicità. Il delicato sentimento del vedere di Antonella Monzoni è un percorso di dieci anni di fotografia che, dagli esordi nel 2000, hanno portato la reporter modenese - attraverso reportage che vanno dal tema dei rituali alle rivelazioni del privato di piccole comunità, fino ai silenziosi segni delle camere d'albergo - a ottenere per il 2010 il prestigioso riconoscimento Autore dell'anno della FIAF. In Calati nel Piombo Fuso, Aldo Soligno racconta le conseguenze della guerra nella striscia di Gaza, per testimoniare l'assurdità di ogni guerra, ispirato dalla poetica di Fabrizio De Andrè (contenuta in particolare dal brano Sidun); un reportage di attualità, accompagnato da alcune interviste, che si fa riflessione politica e umana.
Elena Givone - Rovereto Immagini
Elisa fashion district di Paola Fiorini racconta la vita che scorre in un negozio per sole signore della sua città, dove la parrucchiera Elisa, non più giovane, ma dignitosamente fiera, acconcia i capelli alle clienti, in un ambiente demodé intriso di nostalgia e coraggio. Lo psichedelico Pop City di Alberto Furlani raccoglie i luoghi, i paesaggi, le atmosfere di un viaggio attraverso l'Europa, nel quale la macchina fotografica è compagna di viaggio, taccuino di sensazioni e apparizioni trasformate poi in immagini mentali con l'ausilio del computer. Obama Village è il lavoro realizzato da Andrea Frazzetta nel villaggio africano di origine della famiglia del presidente americano. In Paesaggio… dentro il reportage documentaristico è trasformato da Ivano Bolondi in una scrittura intima "astrattizzante", dove la sensibilità interiore prevale sul senso della vista. Infine, [ ju | lü ] di Nunzio Battaglia, in cui si spazia dai paesaggi americani a quelli dell'Estremo Oriente, elementi paesaggistici in atmosfere magiche, dettagli ripresi con uno stile ispirato al concetto del togliere, secondo un metodo di pulizia formale e rigore compositivo.
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