Dal 28 aprile è online il nuovo sito del National Geographic Italia: reportage, gallery, blog, natura, ambiente, popoli, avventura, viaggi, fotografia, multimedia. Finora, una media di circa 30 mila di utenti unici al giorno. Sguardi ha incontrato il suo direttore, Guglielmo Pepe, per raccontare come è cambiato, sul web, un mito.
Quali sono le caratteristiche del nuovo sito rispetto a quello che c'era prima?
Noi del National Geographic Italia avevamo già prima un sito, ma in pratica era soltanto legato alla presentazione delle nostre iniziative, del numero in edicola del magazine o di qualche proposta speciale. Invece adesso il gruppo editoriale L'Espresso ha concluso un accordo triennale con la National Geographic Society per far crescere anche in Italia la presenza nella rete del National, facendolo diventare un punto di riferimento come naturalmente avviene in America con il sito www.nationalgeographic.com.
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Così ora il nostro, www.nationalgeographic.it, è un vero e proprio sito dove non trovi solamente quel che c'è sul magazine cartaceo, ma tutto quello che è possibile sviluppare e comunicare attraverso la rete. Di solito, si dice che la rete è un mezzo di comunicazione. In realtà è il mezzo dei mezzi. Puoi metterci tutto e di più. Da quando lavoro al sito, un mese, mi è venuta in mente un'immagine: se vuoi farlo bene, è come scalare una montagna della quale non vedi mai e non raggiungi mai la cima. Ogni tanto ti fermi per fare una sosta, ma se vuoi stare al passo e stare sull'attualità, e non soltanto sul racconto, sul reportage, su tutte quelle cose che caratterizzano il National Geographic, devi lavorare sodo ogni giorno. Però la soddisfazione è di avere uno strumento che, rispetto alla carta, è estremamente vivo. Io definisco il magazine che si sviluppa sulla carta un media lento, perché ci permette di assaporare la scrittura, la fotografia, di leggere, fermarsi, riflettere. Il web invece è un mezzo fast, non dà tregua, ti dà e tu vuoi sempre di più.
La mission del National Geographic - to inspire people to care about the planet - si è in qualche misura adattata al web?
Se la mission del National è quella di far vedere il mondo in cui viviamo, non cambia assolutamente. Però la mission si è un po' arricchita, è ormai quella non soltanto di far vedere il mondo, ma anche di salvaguardarlo, difenderlo. E allora se nella rivista questo si può canalizzare molto efficacemente, sul sito rischia di disperdersi perché si inseriscono tante cose. Sta a noi mantenere dritta la barra della navigazione, perché poi di navigare appunto si tratta. Cercando di tutelare i punti forti della nostra identità, che sono la conoscenza, l'avventura, la difesa dell'ambiente, la geografia e poi soprattutto l'immagine.
Ecco, quale posto ha la fotografia, forse maggiore elemento di riconoscibilità del National Geographic, nel sito?
Agli inizi ci siamo limitati a pubblicare, assieme al testo, una sola immagine. Ma sappiamo che chi naviga nel nostro sito ama molto la fotografia. Abbiamo perciò cercato di pubblicare delle buone gallerie fotografiche. Gran parte dei fotografi utilizzati sono quelli della National Geographic Society. Stiamo però facendo degli esperimenti con nuovi fotografi italiani, anche poco noti, che però funzionano. Nei primissimi giorni, per esempio, abbiamo pubblicato una fotogalleria sui trans di Gerusalemme che ha avuto un gran successo, un servizio molto particolare, fatto con delicatezza, senza voyeurismo, partecipato ma non compiaciuto. Purtroppo, non siamo in grado di pagare nemmeno il minimo indispensabile, ma riusciamo a mettere a disposizione di chi pensiamo sia bravo uno strumento formidabile qual è il sito del National Geographic. E poi cercheremo di aprire anche ai fotoamatori.
Se, per esempio, qualcuno di chi legge ha una proposta da fare, può inviarla in visione al National?
Certamente sì. Sulla carta si è estremamente selettivi e sul web non possiamo pagare come si paga per la carta, quel che facciamo sul mensile è la millesima parte di quel che riusciamo a fare in un mese sul web. Ma le possibilità di pubblicazione sul web sono maggiori. Il web è infinito, sta a noi renderlo finito e compiuto, attraverso scelte di qualità. Tutti possono mandarci delle cose, ma sempre di qualità.
C'è, nel sito, un'attenzione anche alla didattica. Per esempio, sono già due i test di geografia.
In Italia la geografia sembra potrà venir ridimensionata nei prossimi programmi scolastici. Invece la geografia, intesa come conoscenza dei popoli, della geopolitica, della vita sul pianeta, è una delle materie più formative, è il mondo. Inseriremo altri test, non soltanto sulla geografia ma anche sull'ambiente. E faremo cose anche più divertenti, di tipo psicologico, per testare per esempio l'anima dell'avventuriero che è in te.
Nel sito ci sono anche dei blog d'autore.
Quelli scelti finora fanno tutti strettamente parte del mondo National Geographic, delle sue tematiche. Abbiamo Mario Tozzi che si occupa di questioni scientifiche, Antonio Politano che si occupa di fotografia dal punto di vista del reporter che viaggia, Roberto Mineo che si occupa di fotografia dal punto di vista didattico. Poi ci sono Stefano Malatesta, grande narratore e viaggiatore, e Fulco Pratesi, grande ambientalista, fondatore del Wwf. Siamo appena nati, siamo molto giovani. Questi sono i primi, piano piano li allargheremo.
Chi è
Guglielmo Pepe - direttore del sito www.nationalgeographic.it - è a "la Repubblica" fin dalla nascita del giornale. Ha fondato e diretto la prima cronaca locale, quella di Roma, nel 1982. E' stato inviato di cronaca, costume e politica interna. Ha curato diversi supplementi (maturità, università, attualità) e ha diretto le pagine "Società" del numero del lunedì del quotidiano fino al 1994. Per le Edizioni la Repubblica ha curato "L'America del rock" e "L'albero della vita" (educazione sessuale per bambini in videocassetta). Nel 1995 ha fondato il supplemento "Salute", di cui è stato direttore fino a settembre 2009, diventandone poi editorialista. Con "Salute" ha ideato, promosso e organizzato 9 convegni dedicati alla Terza Età e 5 convegni sull'alimentazione. Da novembre 2005 è direttore di "National Geographic Italia", il mensile edito in Italia dal gruppo Espresso. In questo ruolo ha ideato e curato tre grandi mostre fotografiche e varie pubblicazioni.
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