Una specie di Hall of Fame delle persone, più o meno celebri, che ha fotografato nel corso del tempo, ma anche paesaggi desolati, club di strip-tease, insegne luminose nel deserto, meduse fluttuanti e scimpanzè con pistola. È l'antologia di immagini che la Young Gallery di Bruxelles presenta fino al 12 settembre in omaggio al talento visivo di Albert Watson, da molti considerato tra i più importanti fotografi degli ultimi decenni - nel campo del ritratto, della moda e della pubblicità - al punto che la bibbia dell'industria fotografica, Photo District News, ha definito Watson uno dei venti fotografi più influenti di sempre.
© Albert Watson - Mick Jagger, Los Angeles, 1992
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Le immagini del fotografo di origine scozzese sono apparse su oltre 250 copertine di Vogue in tutto il mondo e su altre innumerevoli pubblicazioni, da Rolling Stones a Time. Watson ha realizzato numerosi ritratti di vari esponenti dello show-business, icone del rock, rapper, attori, da Mick Jagger a Jack Nicholson, passando per Alfred Hitchcock e la famiglia reale inglese (Watson è stato il fotografo ufficiale delle nozze del Principe Andrea con Sarah Ferguson), Kate Moss e B.B. King. Ha inoltre realizzato immagini per centinaia di campagne pubblicitarie di successo per grandi marchi come Gap, Levi's, Revlon e Chanel, e ha diretto oltre 600 spot televisivi.
© Albert Watson - Christy Turlington, New York, 1990
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Allo stesso tempo Watson ha lavorato intensamente a progetti personali, ispirati dai suoi viaggi a Marrakech, a Las Vegas o alle isole Orcadi. Molti di questi lavori, insieme ai suoi ritratti e alle fotografie di moda, sono stati esposti in vari musei e gallerie in tutto il mondo.
Nato e cresciuto a Edimburgo, sebbene cieco da un occhio, Watson si dedica alle arti visive: studia grafica al Duncan of Jordanstone College of Art and Design di Dundee, e film e televisione al Royal College of Art di Londra, e poi anche fotografia. Nel 1970 si trasferisce negli Stati Uniti con la moglie Elizabeth, e lì inizia a fotografare, soprattuto per hobby.
© Albert Watson - Jellyfish Tank, Mandalay Bay, Las Vegas, 2001
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Nello stesso anno Albert viene presentato all'art director di Max Factor che gli offre il primo servizio. Lo stile particolare di Albert colpisce presto l'attenzione di riviste di moda americane ed europee, come Mademoiselle, GQ e Harper's Bazaar, e il fotografo comincia a lavorare e spostarsi tra Los Angeles e New York. Nel 1976 ottiene il primo lavoro per Vogue e il suo trasferimento a New York dà lo slancio decisivo alla sua carriera.
© Albert Watson - Monkey With Gun, New York, 1992
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Malgrado la grande pressione che i numerosi lavori commissionati esercitano su di lui, Albert dedica molto tempo ai progetti personali. Dopo aver pubblicato due libri - "Cyclops" (1994) e "Maroc" (1998) - sta ora lavorando a un terzo libro, "Shot in Vegas", la cui pubblicazione è prevista per quest'anno.
Albert ha sempre lavorato intensamente. L'archivio del suo studio nel West Village di Manhattan conserva milioni di immagini e negativi Le pareti dell'enorme studio, che funge anche da galleria personale, sono tappezzate di immagini grande formato di Las Vegas.
© Albert Watson - Motel, Phoenix, 1990
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Il linguaggio visivo del fotografo scozzese segue delle regole proprie e un rigoroso concetto di qualità. Il suo modo di illuminare i soggetti, la brillantezza e magnificenza delle costruzioni, rende le sue immagini uniche. Sebbene la grande varietà delle sue immagini rifletta una naturale versatilità, esse sono riconoscibili grazie alla loro potenza e al virtuosismo tecnico, sia che si tratti del ritratto di una dominatrice di Las Vegas o del primo piano di un guanto del re Tutankhamen. Un'assoluta dedizione alla perfezione, nella rappresentazione, che ha fatto di Watson uno dei fotografi più ricercati al mondo.
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