Reggio Emilia di nuovo al centro della scena fotografica. Fino al 10 giugno – per la 2a edizione del festival Fotografia Europea (tema: le città d'Europa) - in mostra i lavori di sei fotografi che hanno lavorato su commissione diretta del festival per rispecchiare le differenze nella ricerca dei segni costitutivi delle città e di un'identità europea a venire: Marina Ballo Charmet, Cezary Bodzianowski, Jean-Louis Garnell, Aino Kannisto, Armin Linke, Klavdij Sluban.
Le loro sei esposizioni sono affiancate da una mostra dedicata all'opera di tre maestri della generazione precedente, autori di progetti sulle città d'Europa. Ferdinando Scianna (con 50 scatti antologici di Ti guardo negli occhi, città), Bernard Plossu (con 62 immagini sul movimento urbano), e Pentti Sammallahti(con una monografia sulla sua Helsinki); scelti quali rappresentanti del punto di trapasso dall'opera di Henri Cartier-Bresson e Robert Frank, fotografi che nell'immediato dopoguerra hanno realizzato progetti dedicati all'Europa e ai suoi abitanti. La scelta di questi tre grandi fotografi "esprime anche la volontà di Fotografia Europea 2007 di attenersi a una linea artistica prettamente fotografica, tesa a evitare commistioni e a richiamare l'attenzione sullo sguardo ancor prima che sul medium".
FERDINANDO SCIANNA
Ti guardo negli occhi, città - Palazzo Casotti, Piazza Casotti
"Il mondo da cui provengo è il mondo contadino siciliano. Un mondo contadino, ma non un ambiente rurale. Bagheria, in definitiva, era ed è una piccola città, che in più dista soltanto meno di quindici chilometri da Palermo, una città, una capitale, a suo modo. Ma da quando ho lasciato la Sicilia, a ventitre anni, ormai quaranta anni fa, ho sempre vissuto in grandi città. A Milano e per dieci anni a Parigi. In città e nella logica delle città si è dunque svolta la maggior parte della mia vita e quasi tutta la mia vicenda di fotografo. Mi sento un animale cittadino. Tuttavia mi sembra, so, di vivere, e soprattutto di guardare le città in cui vivo e lavoro, con una testa e con occhi molto determinati dalla mia infanzia e prima giovinezza vissuti in quel mondo contadino. Questa mistura ha formato la mia idea di Europa. Le cinquanta foto esposte a Reggio Emilia sono frammenti tratti da lavori che in alcune città europee ho fatto, ma soprattutto degli incontri fortuiti con istanti della mia vita in queste città che mi hanno imposto di essere fotografati. Il titolo che ho scelto è un omaggio ad Alberto Savinio e a quel suo libro su Milano che è uno dei più belli che io conosca fra quanti dedicati ad una città abbia letto: " Ascolto il tuo cuore, città". Nel mio caso, dunque, inevitabilmente: "Ti guardo negli occhi, città".
Ferdinando Scianna - Parigi, 1980. Travestito brasiliano a Montmartre
© Ferdinando Scianna |
PENTII SAMMALLAHTI
Helsinki - Chiesa di San Giorgio, Via Farini
"Helsinki è il luogo nel quale sono nato e dove ho sempre vissuto. Fotografare Helsinki non è mai stata una scelta di lavoro. Non ho mai pensato di realizzare un libro su questa città o di mostrarla, ma il materiale su di essa si è formato quasi casualmente nel tempo. L'anno scorso Bo Carpelan ha scritto delle poesie per queste immagini, ed è così che è nato questo progetto."
Pentti Sammallahti, Kumpula, Helsinki 2002 © Pentti Sammallahti
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BERNARD PLOSSU
European Cities-Movie - Chiesa di San Giorgio, Via Farini
La mostra presenta una selezione di 62 fotografie del periodo 1970-2006 che hanno come filo conduttore il movimento: le onde, le soste, seguendo il movimento nella materia in continua trasformazione che è la città, di giorno e di notte, i veicoli, la gente, ammassata, riunita o isolata, da cui emergono apparizioni in controluce o ritratti fugaci di passanti.
MARINA BALLO CHARMET
Parco 2006-2007 - Chiostri di San Domenico, Via Dante Alighieri
"Città europea: Milano, crocevia di viaggi migratori di etnie diverse. La ricerca è focalizzata su un fenomeno che ha luogo nel centro della città: il parco, che accoglie gli immigrati stranieri nei giorni di festa. Il parco diventa così l'agorà del viaggio migratorio. I soggetti sono rappresentanti di popolazioni in prevalenza dell'Est, per la maggior parte donne. Se gli italiani nei giorni di festa si ritrovano a casa con i parenti, gli stranieri sono senza casa, senza cose e allestiscono una piccola festa all'esterno, nel parco nel centro di Milano, per mangiare insieme. Sono in qualche modo degli homeless e devono trovare un luogo pubblico, un luogo in cui stare insieme. Il progetto consiste in diverse fotografie e un video. "Il mio obiettivo non era tanto la resa oggettiva, quanto piuttosto la resa dell'emozione che mi provoca vederli ballare all'aperto. Uno strano sentimento di isolamento sociale. Fotografo in qualche modo il controtransfert culturale: che cosa mi suscita questa ricerca della compagnia, la riscoperta della lingua, del cibo, della musica, della danza... Misteri: gruppi che non si mescolano, stanno divisi, quasi tutti giovani – mai anziani – molto curati, indossano l'abito della festa e, nonostante tutto, dicono: ‘Siamo qui perché siamo poveri' – senza casa – abitanti in casa altrui. Il parco come spazio sociale condiviso e non delimitato. Si fermano anche a dicembre fino a tarda ora. Ritrovo tacito – non concordato – in cui il futuro è imperscrutabile."
Marina Ballo Charmet - Parco, © Marina Ballo Charmet
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CEZARY BODZIANOWSKI
Emilia 2000-2007 - Musei Civici, Via Spallanzani
Il progetto consiste in una serie fotografica incentrata sul parallelismo tra Emilia, piccola città polacca nei pressi di Lodz, e Reggio Emilia, sede della manifestazione. Emilia si trova nel cuore della Polonia ed è la città natale e luogo di residenza di Bodzianowski. Un piccolo centro attorniato da boschi, poche case e qualche motel per camionisti. Bodzianowski ha realizzato un parallelismo visivo che mette a confronto la sua Emilia con Reggio Emilia, luoghi assolutamente diversi per dimensioni, cultura, clima e storia.
Cezary Bodzianowski, Reggio Emilia 2007
© Cezary Bodzianowski, Courtesy Galleria Zero, Milano |
ARMIN LINKE
Nicosia - Palazzo Chierici, Piazza Fontanesi
Linke ha scelto la capitale di Cipro per testimoniare una città divisa in due, che fra zona greca e zona turca ha una striscia di terra di nessuno pattugliata dalle Nazioni Unite. "Gli stessi soldati delle Nazioni Unite non possono fotografare la linea verde se non che in occasione di visite ufficiali. Gli unici che hanno fatto un censimento fotografico sistematico sono gli architetti del progetto Masterplan for Nicosia (piano urbanistico comune) per identificare le case abbandonate e a rischio di crollo nel corridoio di separazione, per fare degli interventi minimi di manutenzione in attesa che la questione del muro venga risolta. La forza degli interessi economici immobiliari e turistici è forse l'unica forza che riesce a mettere da parte gli altri problemi: le due autorità comunali sono riuscite a sviluppare un progetto urbanistico con linee guida comuni nelle due parti. L'altro momento di contatto e collaborazione è il sistema di fognatura che è l'unica infrastruttura in comune ai due lati della città. Non potendo fotografare direttamente le infrastrutture della separazione della città essendo coperte da segreto militare (anche se la parte Greca-Cipriota è disposta a fare fotografare il suo lato usando le immagini come mezzo di propaganda per dimostrare di essere la parte invasa e per scusarsi dunque di non aver votato per accettare il piano di riunificazione...) ho fatto una ricerca nelle immagini prodotte dai fotografi militari dell'ufficio del portavoce delle UNFICYP che mi sono state messe a disposizione. Sono ordinate per varie categorie: a. corridoio strada della Green-Line (immagini prodotte per uso stampa ma anche per documentare la situazione di fatto); b. riprese dall'elicottero per documentare la infrastruttura militare; c. i vari punti di osservazione delle Nazioni Unite censiti sistematicamente secondo la loro numerazione e dislocazione lineare; d. un gruppo di fotografie dove esercitazioni, simulazioni, eventi di celebrazione pubblica e eventi di cronaca quotidiana sono mescolati assieme e dove non è più riconoscibile se la immagine ripresa è una documentazione e/o una messa in scena.
Armin Linke - Nicosia © archivio UNFICYP |
JEAN LOUIS GARNELL
Escalier B 2007 - Chiostri di San Domenico, Via Dante Alighieri
"Dopo aver incontrato Elio Grazioli a Parigi, ho deciso che avrei lavorato nella mia città, Parigi, e precisamente in periferia. Si tratta di luoghi in cui vive gente di ogni tipo e provenienza, tanto che nella scuola che frequentano i miei figli sono presenti oltre 50 nazionalità diverse. Così ho scelto di lavorare a Châtenay-Malabry, una cittadina a pochi chilometri a sud di Parigi. Mi piace lavorare vicino al luogo in cui vivo, mi aiuta avere legami con i posti o le persone. Non sono un reporter. Posso lavorare anche in un altro luogo, ma solo se posso rimanerci per un certo periodo di tempo e questo, durante la stagione invernale, non mi è possibile. Nella mia cittadina, come ovunque nella periferia parigina, abitano persone di tutte le nazionalità. Per me è un luogo dove vivere davvero i rapporti, ma anche dove è possibile che si verifichino disordini, basti ricordare i fatti dello scorso inverno… I confini si trovano più all'interno che all'esterno. La domanda è: che cosa si può mostrare con la fotografia?".
Aino Kannisto - Untitled 2007 © Aino Kannisto. Courtesy Galleria Photology |
AINO KANNISTO
Helsinki Series - Galleria Parmeggiani, Corso Cairoli
"Le immagini che realizzo sono costruite. Si tratta di scene di finzione che costruisco e riprendo poi con la macchina fotografica. Sono io stessa ad assumere il ruolo dei personaggi delle mie foto. Tuttavia, non considero queste immagini autoritratti. Il personaggio all'interno della fotografia è il narratore di una finzione, allo stesso modo in cui lo è il narratore all'interno di un testo letterario. Le mie fotografie sono fantasie; attraverso scene costruite esse rappresentano un'atmosfera o uno stato d'animo. La fantasia è il mezzo attraverso cui parlare di emozioni. Scatto spesso fotografie quando viaggio, quando sono lontana da casa. Sono sempre a caccia di nuove location in cui ambientare le mie fotografie, cerco scene che mi ispirino e che appaiano in qualche modo magiche ai miei occhi. Le mie fotografie provengono da luoghi diversi, soprattutto fuori dalla Finlandia e da Helsinki, dove vivo. Questa volta ho voluto fare il contrario: ho voluto gettare uno sguardo più ravvicinato sulla mia città, sul luogo in cui mi sento del tutto a mio agio, in cui non posso in nessun modo essere un osservatore estraneo. Ciascuna fotografia è stata scattata nello stesso luogo, l'ostello Mekka, nel cuore di Helsinki"".
Ferdinando Scianna - Parigi - Flins - 1983. Giovani della periferia
© Ferdinando Scianna |
KLAVDIJ SLUBAN
Berlin - Chiostri di San Domenico, Via Dante Alighieri
"Negli ultimi quindici anni ho esplorato con la mia macchina fotografica la cosiddetta Europa dell'Est. Il mio approccio cerca di coniugare la realtà del momento con i miei sentimenti di viaggiatore profondamente coinvolto. Quando mi è stato chiesto di lavorare su una città europea rappresentativa, poiché non ero ancora stato a Berlino, ho deciso di sceglierla come luogo emblematico".