© Matilde Montanari |
La Galleria Sottopasso della
Stua di Padova ospita
fino al 26 marzo la mostra
fotografica di Matilde Montanari "Proiezioni
di un desiderio". Promossa dall'Assessorato
alle Politiche Culturali e Spettacolo - Centro
Nazionale di Fotografia, la rassegna della fotografa
bolognese, la prima della
serie Racconti di donne,
indaga i rapporti fra ambiente
e sfera privata, la normalità
del quotidiano e l'opportunità di interagire col
reale fino a produrre immagini magiche,
libere e senza tempo.
La mostra è frutto di un percorso
interiore di carattere autobiografico teso a raccontare
e ad analizzare spazi domestici
e privati. La
fotografa bolognese esprime così sensazioni ed emozioni
nate dentro i propri ambienti quotidiani, attraverso descrizioni
interiori e personali. Entrando in punta di piedi in un
privato altrui - quello
appunto di Matilde Montanari - lo spettatore è chiamato
ad osservare attentamente
gli innumerevoli particolari
che accompagnano la vita di chi abita quelle stanze ridondanti
e private.
© Matilde Montanari |
Scorrendo le foto dell'artista si avverte, infatti, l'importanza
di raccontare, prima a se stessa e poi ad altri, gli spazi
vitali e gli ambienti in cui si sono susseguite le sue esperienze
intime e indimenticabili, quale espressione di affetti
e nostalgie.
Non è casuale, quindi, che ad un primo sguardo, la
figura femminile non sia immediatamente intuibile
in quanto chi osserva è richiamato da un
esterno caotico e rumoroso all'interno di stanze accoglienti
che parlano e profumano della vita di chi le abita.
© Matilde Montanari |
Lentamente la percezione
di questo ambiente saturo si affievolisce lasciando spazio
ad altre immagini attraverso atmosfere languide e malinconiche.
Lo sguardo, allora, corre
fra oggetti, colori, specchi e divani, fino a intravedere
la figura nuda, discreta
ma consapevole, percepibile più che visibile; ed
è proprio in questa prospettiva che lo spazio fotografato,
così ricco di dettagli, risalta in primo piano, esaltando
e definendo, sulla scena, la presenza
femminile.
© Matilde Montanari |
Il tempo, nelle immagini di Matilde Montanari, scorre in
due dimensioni parallele, quella dell'osservatore e quella
immobile e pensosa della donna ritratta mentre vive la sua
esistenza e i suoi ambienti domestici come se nessuno
la stesse osservando. La casa gialla continua
ad esistere e a vivere, custodendo la giovane donna fra
i suoi colori e i suoi profumi, bloccata in una dimensione
immortale, mentre lo scorrere del tempo ne invecchia il
corpo, e ricopre di polvere tappezzerie e ricordi. È
secondo questa prospettiva che gli autoritratti
della Montanari risultano essere l'ideale strumento
per rappresentare la dualità
dello scorrere del tempo, l'interazione fra oggetti
e atmosfere domestiche, rendendo superflua ogni altra presenza
che non appartenga al proprio suggestivo quadro autobiografico.
© Matilde Montanari |
Chi è
Matilde Montanari, nata a Bologna nel 1979, si rivela al
pubblico presentando nel 2000, a Trebnitz (Berlino), il
suo lavoro Effetti collaterali,
opera riproposta l'anno seguente a Verona. Il suo lavoro
indaga i rapporti esistenti fra l'ambiente e gli accadimenti
privati; la stretta connessione che lega il privato al comune
disagio frutto di relazioni sociali sempre più rarefatte
e invasive, potenzialmente pericolose. Compie uno studio
sistematico sulla normalità del quotidiano e la possibilità
di agire sulla realtà fino a giungere alla messa
in scena di atmosfere oniriche e sognanti, la ricostruzione
di dimensioni magiche e surreali, libere e senza tempo.
Elementi fondamentali di questi racconti sono i colori
e le forme che
li delineano, partendo dal punto di vista volitivo e prospettico
dell'autoritratto. Con uno di questi lavori, Proiezioni
di un desiderio, vince nell'estate del 2003 il
Premio Portfolio Giovane Fotografia
in Italia e si classifica al secondo posto del
Premio Le Logge del TFF.
Nello stesso anno partecipa alla mostra collettiva Quelli
di Franco Fontana a Massa Marittima. Sempre nella
città toscana nel 2004 espone il progetto Proiezioni
di un desiderio, nello stesso anno con il medesimo
lavoro partecipa alla collettiva Nudi
fuori a Bologna e al Portfolio
Giovane Fotografia in Italia a Modena, Padova
e Berlino.