© Seamus Murphy - Liberia
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Agli appassionati del reportage
e del fotogiornalismo (tristemente
semi-assente nei magazine contemporanei), segnaliamo il
sito www.reportage.org.
Reportage, The online magazine of
photojournalism, è un website
dedicato alla pubblicazione di servizi di fotogiornalismo,
che porta avanti l'approccio della versione stampata del
magazine Reportage pubblicato
con grande successo di critica tra il 1993
e il 2000. La versione internet
di Reportage mostra alcuni
dei migliori servizi tratti dai magazine stampati e alcuni
nuovi lavori realizzati ad hoc.
© Erik Refner - Pakistan |
© Tom Stoddart - Sudan
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I dimenticati
Ettore Mo
Rizzoli, pagine 220, euro
15,50
Ettore Mo è considerato uno dei migliori
reporter italiani. Uno di quelli capaci di raccontare
con passione e partecipazione, da dentro, da vicino, un
fatto, una storia. Per vent'anni è stato inviato
speciale del Corriere della Sera,
a cui ancora collabora e sulle cui pagine sono usciti i
reportage raccolti in questo libro. Storie di dimenticati
di terre lontane, dalla Nigeria
alla Svezia, dal Vietnam
a Cuba alla Terra
del Fuoco. Protagonisti di storie
(illustrate dalle intense fotografie in bianco e nero di
Luigi Baldelli da anni suo compagno di avventure) che vivono
ai margini del mondo globalizzato,
in territori in cui di solito
non osiamo avventurarci e che la televisione
o non mostra o snatura. Dimenticati come i guerriglieri
bambini della Colombia o le popolazioni del sud-est
della Nigeria colpite dalla "cecità dei fiumi",
provocata dalle larve di una mosca che crescono sottopelle
e finiscono per aggredire il nervo ottico; come gli sciamani
siberiani in misterioso contatto con le segrete forze
della natura o le due anziane signore
della Terra del Fuoco, le ultime discendenti degli indios
che un tempo abitavano l'estremo sud dell'America; come
i ragazzi di strada svedesi
a cui un industriale insegna a costruire aeroplani; gli
ospiti di una casa di cura viennese per malattie mentali,
riservata ad artisti e pittori; i bambini
del Vietnam che tuttora nascono deformi per gli effetti
dell'Agente Arancio, il defoliante sparso dagli americani
sulle foreste dell'Indocina; i volontari
delle biblioteche rurali del Perù, che percorrono
i villaggi delle Ande con zaini carichi di libri.
© Li Zhensheng
Contact Press Images/Grazia Neri
Pubblica denuncia allo Stadio delle Guardie Rosse - Harbin, provincia dell'Heilongjiang
29 agosto 1966
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L'odissea di un fotografo cinese
nella rivoluzione culturale (1966-1976)
Li Zhensheng
Fino al 15 febbraio 2004,
Palazzo Magnani, Reggio Emilia
140 fotografie (su un totale di circa 1.000) scattate da
Li Zhensheng, fotografo del Quotidiano
di Heilongjiang, giornale del Partito comunista del
nord-est della Cina, durante la Rivoluzione
Culturale e sviluppate da lui stesso. Rimaste segrete
fino ad oggi, a eccezione di venti scatti la cui pubblicazione
fu autorizzata nel 1988 facendo ottenere a Li il primo premio
del concorso fotografico nazionale cinese National Press
Association Photo Competition, le sue immagini costituiscono
l'unica testimonianza fotografica
della Rivoluzione Culturale.
© Li Zhensheng
Contact Press Images/Grazia Neri
Alcuni scrittori e artisti sfilano per portare
il loro appoggio ai manovali - Contea di Wuchang
provincia dell'Heilongjiang
18 agosto 1968
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I negativi più compromettenti
furono conservati per trent'anni da Li Zhensheng in un buco
scavato nel pavimento del suo alloggio. Documentano la feroce
e incontenibile violenza scatenata
in Cina durante la Rivoluzione Culturale e sono raccolte
per la prima volta nel volume
"Colore-Rosso Soldato di Notizie. L'odissea di un fotografo
cinese attraverso la Rivoluzione Culturale" pubblicato
da Phaidon, che accompagna
la mostra. I dieci anni che separarono l'inizio della Rivoluzione
Culturale (16 maggio 1966) dalla morte di Mao Zedong (9
settembre 1976) generarono un cataclisma sociale che sconvolse
la Cina, causando centinaia di migliaia di morti. Ventisette
anni dopo la morte del grande timoniere,
un'ampia scelta della raccolta
più vasta di fotografie di quel periodo - la prima
immagine in mostra è del 1964
e l'ultima è del 2 febbraio 1980
- realizzate dal solo Li Zhensheng che si muoveva con un
lasciapassare con la scritta
Colore Rosso – Soldato di notizie,
viene presentata per la prima volta in Italia e dà
corpo e sostanza alla spettacolarizzazione dei processi
pubblici, alle autocritiche, al culto della personalità,
alle adunate di massa, alle campagne di rieducazione.
© Li Zhensheng
Contact Press Images/ Grazia Neri
Autoritratto
Harbin, provincia dell'Heilongjiang
6 luglio 1966
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