La fotografia immersiva dell'ing. Sergio Porrini

A cura di: Gerardo Bonomo e dell'ing. Sergio Porrini

A cura di Gerardo Bonomo e dell'ing. Sergio Porrini

Un poco di storia L'attrezzatura
Introduzione Attrezzatura fotografica
La ripresa nel workflow digitale Sviluppo RAW/NEF in Capture NX
La fase Photoshop Produzione delle immagini VR
Ringraziamenti e cenni sul restauro Profilo della Lan Pro Sistemi

 

L'attrezzatura

Niente di sconvolgente, come attrezzatura, questa volta: è sufficiente una fotocamera digitale, si può partire anche da una compatta – ma in questo caso il lavoro sarebbe più complesso e meno preciso – meglio una reflex anche entry level, con un'ottica fisheye di qualità, quindi con un angolo di campo di almeno 180 gradi sulla diagonale che restituisca l'immagine in modo rettangolare e non circolare.

Ingrandisci
Nikon D80 e obiettivo 10.5mm f/2.8G ED DX Fisheye-Nikkor montati su Testa panoramica di precisione Manfrotto 303PLUS.

Il treppiedi deve essere molto robusto, perché oltre a non trasmettere vibrazioni alla fotocamera durante la posa – spesso la fotografia immersiva si effettua all'interno di chiese e musei, dove la luce spesso è scarsa – non si deve spostare durante le traslazioni tra uno scatto e l'altro.
La testa a sua volta deve essere molto particolare: per questa experience è stata usata una Nikon D80 con obiettivo DX Fisheye 10,5mm unitamente a una testa 303 PLUS della Manfrotto: è dotata di due piastre incrociate a slitta micrometrica per il posizionamento preciso del punto nodale e di una staffa a "L" per poter eseguire la panoramica sia con inquadratura verticale che orizzontale.
La fotografia VR (Virtual Reality) grazie al digitale è veramente alla portata di tutti, ma quando si tratta di riprese per uso scientifico o di documentazione ad alto livello, bisogna cedere il passo a professionisti specializzati in questo tipo di fotografia, con una profonda conoscenza tanto delle problematiche di ripresa che successivamente di editing.

Ingrandisci
La sequenza di scatto partendo dall’immagine della volta eseguita con la fotocamera rivolta verso l’alto fino
allo scatto del pavimento, eseguito con la fotocamera rivolta verso il basso.

E qui entra in scena l'ing. Sergio Porrini, della Lan Pro Sistemi, che è specializzato proprio nella fotografia VR, soprattutto in contesti museali e di documentazione di interventi di restauro all'interno di monumenti, che abbiamo conosciuto alcun settimane fa, durante uno shooting immersivo nel Santuario dei Miracoli di Corbetta, a pochi chilometri da Milano.

Persona di poche parole – chi non sa insegna e chi sa fa – si è presentato con tutta la sua attrezzatura, in realtà più scarna di quella di molti fotoamatori evoluti: una Nikon D80, un Nikkor DX 10,5mm Fisheye, un treppiedi Gitzo e un rotator 303PLUS della Manfrotto.

Lo shooting si è svolto in meno di un'ora, per metà trascorsa a studiare il santuario, l'esposizione e il bilanciamento del bianco, e per metà passata a scattare; alla fine meno di una ventina di scatti, in RAW/NEF naturalmente. Poi, in studio, un numero illimitato di ore per perfezionare e montare gli scatti ottenuti. Una ventina di scatti – ne bastano otto per una QTVR perché dopo il primo shooting Porrini si è accorto che un candelabro sospeso con una catena alla volta del Santuario andava a cadere proprio davanti al volto di un personaggio raffigurato su una delle vetrate attraverso cui la luce illumina come un caleidoscopio il Santuario, variando di direzione, intensità e colore col trascorrere delle ore del giorno e dei mesi dell'anno. Non c'è molto di più da raccontare, le immagini VR allegate a questa experience parlando da sole. Noi ci fermiamo, e lasciamo la parola all'Ing. Sergio Porrini.

 
precedente  
 

Metodi di pagamento: