L'attrezzatura
Niente di sconvolgente, come attrezzatura, questa volta: è sufficiente una fotocamera digitale, si può partire anche da una compatta – ma in questo caso il lavoro sarebbe più complesso e meno preciso – meglio una reflex anche entry level, con un'ottica fisheye di qualità, quindi con un angolo di campo di almeno 180 gradi sulla diagonale che restituisca l'immagine in modo rettangolare e non circolare.
Nikon D80 e obiettivo 10.5mm f/2.8G ED DX Fisheye-Nikkor montati su Testa panoramica di precisione Manfrotto 303PLUS. |
Il treppiedi deve essere molto robusto, perché oltre a non trasmettere vibrazioni alla fotocamera durante la posa – spesso la fotografia immersiva si effettua all'interno di chiese e musei, dove la luce spesso è scarsa – non si deve spostare durante le traslazioni tra uno scatto e l'altro.
La testa a sua volta deve essere molto particolare: per questa experience è stata usata una Nikon D80 con obiettivo DX Fisheye 10,5mm unitamente a una testa 303 PLUS della Manfrotto: è dotata di due piastre incrociate a slitta micrometrica per il posizionamento preciso del punto nodale e di una staffa a "L" per poter eseguire la panoramica sia con inquadratura verticale che orizzontale.
La fotografia VR (Virtual Reality) grazie al digitale è veramente alla portata di tutti, ma quando si tratta di riprese per uso scientifico o di documentazione ad alto livello, bisogna cedere il passo a professionisti specializzati in questo tipo di fotografia, con una profonda conoscenza tanto delle problematiche di ripresa che successivamente di editing.
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La sequenza di scatto partendo dall’immagine della volta eseguita con la fotocamera rivolta verso l’alto fino
allo scatto del pavimento, eseguito con la fotocamera rivolta verso il basso. |
E qui entra in scena l'ing. Sergio Porrini, della Lan Pro Sistemi, che è specializzato proprio nella fotografia VR, soprattutto in contesti museali e di documentazione di interventi di restauro all'interno di monumenti, che abbiamo conosciuto alcun settimane fa, durante uno shooting immersivo nel Santuario dei Miracoli di Corbetta, a pochi chilometri da Milano.
Persona di poche parole – chi non sa insegna e chi sa fa – si è presentato con tutta la sua attrezzatura, in realtà più scarna di quella di molti fotoamatori evoluti: una Nikon D80, un Nikkor DX 10,5mm Fisheye, un treppiedi Gitzo e un rotator 303PLUS della Manfrotto.
Lo shooting si è svolto in meno di un'ora, per metà trascorsa a studiare il santuario, l'esposizione e il bilanciamento del bianco, e per metà passata a scattare; alla fine meno di una ventina di scatti, in RAW/NEF naturalmente. Poi, in studio, un numero illimitato di ore per perfezionare e montare gli scatti ottenuti. Una ventina di scatti – ne bastano otto per una QTVR perché dopo il primo shooting Porrini si è accorto che un candelabro sospeso con una catena alla volta del Santuario andava a cadere proprio davanti al volto di un personaggio raffigurato su una delle vetrate attraverso cui la luce illumina come un caleidoscopio il Santuario, variando di direzione, intensità e colore col trascorrere delle ore del giorno e dei mesi dell'anno. Non c'è molto di più da raccontare, le immagini VR allegate a questa experience parlando da sole. Noi ci fermiamo, e lasciamo la parola all'Ing. Sergio Porrini.