Una bella foto, realizzata con un ottimo obiettivo, non si riconosce solo dalla nitidezza. Vediamo come lo sfocato influisce sulla resa dell'immagine

a cura di Valerio Pardi


La prova
Nikon Nikkor F 105mm f/2.5
Nikkor AF-S 18-200mm f/3.5-5.6G
IF-ED DX VR II
Conclusioni

 

La prova

Le scelte sulle ottiche da utilizzare sono ricadute su tre obiettivi specifici, un 105mm degli anni '70, rinomato per la resa nei ritratti, un recente AF 135mm con funzione Defocus Control e uno zoom progettato espressamente per lavorare con i sensori digitali, il noto 18-200mm stabilizzato.

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I tre obiettivi utilizzati per il test sullo sfocato: un 105mm f/2.5 degli anni '70, un moderno 135mm AF con funzione Defocus Control e un recente zoom DX progettato per lavorare con le reflex digitali, il
18-200mm stabilizzato.

Il Nikkor F 105mm è il noto medio tele con apertura massima f/2.5, caratterizzato da uno schema ottico piuttosto semplice e da un diaframma composto da sole sei lamelle. La resa migliore, come nitidezza la si ha a f/5.6-8 ma anche a tutta apertura il microcontrasto è elevato, seppur l'immagine appaia più morbida e pastosa, ideale proprio per i ritratti.

Il Nikon AF 135mm f/2 DC è invece un obiettivo unico nel suo genere in quanto incorpora un particolare sistema per modificare la resa dello sfuocato, tramite una ghiera che introduce sovra e sottocorrezione all'aberrazione sferica.
Con questa prova non vogliamo evidenziare questa caratteristica, che da sola richiederebbe una intera Experience, ma solo verificare il comportamento sullo sfocato utilizzando l'obiettivo in modalità normale, ma sfruttando, per esempio, alcune raffinatezze costruttive, come il diaframma a 9 lamelle a bordo arrotondato, che consente di avere l'apertura del diaframma circolare a qualsiasi valore di apertura.

Infine lo zoom Nikkor AF-S 18-200mm f/3.5-5.6G IF-ED DX VR II che è uno delle ultime realizzazioni versatili proposte da Nikon. Si tratta di un obiettivo progettato specificamente per essere utilizzato su corpi reflex digitali per i dedicati accorgimenti DX che costituiscono lo schema ottico ed i dedicati trattamenti antiriflesso delle lenti. Si caratterizza per uno schema ottico molto complesso, ben 16 lenti in 12 gruppi, comprese tre lenti asferiche e due lenti ED. Il diaframma è composto da 7 lamelle arrotondate che cercano di simulare quanto più fedelmente possibile l'aspetto di una circonferenza, a qualsiasi valore di apertura.

 

 



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Uno degli aspetti che più influenzano lo sfocato è la forma del foro generato dalle lamelle del diaframma.
Quanto questo è più simile ad un cerchio, tanto più, di norma, lo sfocato è morbido e piacevole. Per ottenere un foro
quanto più circolare possibile ad ogni valore d'apertura si possono utilizzare un numero elevato di lamelle e
contemporaneamente arrotondarne i bordi, affinché le intersezioni tra ogni singolo elemento non produca un angolo
rilevante, e minimizzi così la comparsa di spikes sui punti luce che portano alla classica formazione dell'effetto stella.

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Qualsiasi obiettivo, usato a tutta apertura offre
teoricamente le migliori prestazioni per quanto
riguarda lo sfocato, grazie ad un diaframma
completamente circolare; tuttavia, in queste
condizioni, possono influire alcune aberrazioni
come aberrazione sferica, coma e astigmatismo
che potrebbero modificare la forma
teorica del diaframma.

Il diaframma composto da sole 6 lamelle non
può che produrre una forma esagonale del buco
del diaframma. Ciò, tuttavia, a parte la comparsa
di spikes nelle luci puntiformi ai diaframmi più chiusi,
non influisce più di tanto nella resa globale dello
sfocato di questo obiettivo che rimane
assolutamente piacevole.

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Il Nikon AF 135mm f/2 DC grazie alle nove lamelle arrotondate anche ai diaframmi medi crea
un diaframma quasi perfettamente circolare.

Addirittura ai diaframmi più chiusi il foro generato
dalle 9 lamelle appare ancora circolare, senza angoli evidenti nelle intersezioni delle lamelle. Ciò limita la comparsa di spikes nei punti luminosi
delle immagini.


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I tre obiettivi utilizzati per la prova; si noti come è cambiata la gestione del diaframma negli anni nel mondo Nikon,
pur mantenendo la compatibilità. Oggi i nuovi obiettivi della serie G gestiscono il diaframma in maniera
elettronica attraverso la leva comando diaframma comandata dal corpo, i precedenti obiettivi AF, come il Nikon
AF 135mm DC f/2 invece utilizzano ancora una ghiera del diaframma di tipo meccanico anche se consentono
di automatizzare il valore d'apertura bloccando la ghiera sul valore di apertura minima dell'obiettivo; infine, gli obiettivi
delle precedenti serie F, AI e AI-S utilizzano la sola ghiera meccanica dotata anche della forcella di accoppiamento
per i primi esposimetri comparsi nel sistema Nikon, dal Photomic della Nikon F alle versioni successive,
comprese le Nikkormat.

 
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