Un sensore Nikon DX nel corpo di una compatta realmente tascabile, obiettivo grandangolare Nikkor 28mm luminoso, e funzionalità un tempo esclusive della gamma reflex. Abbiamo provato sul campo, anzi, on the road, la COOLPIX A.
Obiettivo Nikkor 28mm f/2.8: reportage e street photography
Navigando in Rete – anche semplicemente sul Forum di Nital – gli utenti – non necessariamente i potenziali futuri acquirenti della A – si sono immediatamente divisi tra chi ha considerato corretta la focale da 28mm e chi avrebbe preferito la focale 35mm, che è utilizzata da più di una fotocamera ad ottica non intercambiabile tra quelle che oggi il mercato ha accettato per la maggiore. In tempi non sospetti, negli anni 90, Nikon presentò due compatte a pellicola, la 35 Ti e la 28 Ti, la scelta era poi in mano all’utente. Dubito che vedremo una COOLPIX A con focale da 35mm a breve – Nikon presentò la 35 Ti e la 28 Ti in due momenti differenti. Non resta altro da fare che capire le peculiarità di entrambe le focali.
A vantaggio della focale 35mm c’è il fatto che è un’ottica che può ancora essere utilizzata per il ritratto ambientato anche a distanza ravvicinata, senza che la fotogenia del soggetto venga alterata come invece con le focali grandangolari più spinte. A tutta apertura un 35mm, anche se rimane un grandangolare, produce un fuori fuoco dello sfondo anche se il soggetto a fuoco non è molto vicino alla fotocamera, migliorando nuovamente la fotogenia (anche se questo aspetto andrebbe visto relazionato con la distanza dal soggetto e con la dimensione del sensore). Ci sono poi delle macchine “storiche“, come tutta la serie della Minox 35mm che adottavano appunto la focale 35mm, piuttosto che la scelta di moltissimi appassionati di fotocamere a telemetro, anche digitali, che come ottica di base scelgono di norma il 35mm.
A vantaggio della focale 28mm, specie nell’uso street photography e on the road, c’è innanzitutto un angolo di campo ben più ampio, la possibilità di lavorare in iperfocale con una estensione della profondità di campo maggiore, la possibilità di scattare anche a distanza ravvicinata includendo comunque una buona parte dello sfondo, e ancora la possibilità di scattare a mano libera con tempi anche relativamente lunghi con un rischio inferiore di notare una perdita di nitidezza causata dal micromosso. Ho già detto poc’anzi che mi piace fotografare soggetti in primissimo piano giocando poi sull’inclusione di un ampio sfondo sfocato ma dove gli eventuali soggetti sono ancora sufficientemente riconoscibile e, ma guarda un po’! La mia ottica preferita è sempre stata il 28mm Ais f/2.8, in grado di focheggiare fino a soli 20cm dalla lente frontale; per me quindi l’approccio con la COOLPIX A è stato più che fisiologico, ma credo che il mio genere fotografico sia condiviso da molte altre persone.
ISO 3.200, f/3.2, 1/60 di secondo.
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Un dettaglio dell’immagine di destra.
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Uno scatto eseguito con la COOLPIX A.
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Uno scatto eseguito con Nikon D600 e obiettivo 18-55mm.
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Un crop di un dettaglio, a sinistra COOLPIX A, a destra Nikon D600. I due crop sono pressoché sovrapponibili.
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La luminosità massima è f/2.8 e il diaframma è un 7 lamelle, del tipo arrotondato, così da proporre a tutti i diaframmi un foro molto vicino a quello circolare, l’ideale per ottenere da un lato la massima risoluzione sui soggetti a fuoco, dall’altro per il miglior effetto bokeh sullo sfondo o sui soggetti fuori fuoco. L’obiettivo è un 7 lenti – di cui una asferica – in 5 gruppi. Esistono obiettivi più luminosi degli f/2,8, come gli f/1.4 piuttosto che gli f/1.2. Ma sappiamo tutti benissimo che, a parte le maggiori dimensioni necessarie, le performance a tutta apertura sono di norma molto scadenti ai bordi su obiettivi così luminosi e per questo utilizzabili con le necessarie “accortezze”. Non essendo la COOLPIX A una reflex, anche la luminosità percepita all’oculare è un problema che non si pone. La sua ottima tenuta agli alti ISO le permette comunque di raggiungere virtualmente la luminosità corrispondente di un f/1.4 semplicemente impostando la sensibilità a 400 ISO e ottenendo comunque già a tutta apertura un’ottima risposta sia al centro che ai bordi.
Non va dimenticato, come avete appena visto nell’esempio qui sopra, che un file della COOLPIX A da 16MP può tranquillamente essere croppato – anche direttamente On-Camera – sia per fisiologici refili che per ottenere lo stesso angolo di campo di un 35mm. Croppare da 28 a 35 mm lascia ancora “tanta roba”, sia per la visione a monitor che naturalmente per stampare, anche e tranquillamente in grandi dimensioni.
Dalla visione Play di foto scattate, premendo il pulsante OK si accede direttamente al menù di Ritocco che contiene anche l’opzione Rifila per ottenere copie nei formati preferiti. Selezionando Rifila si potranno scegliere, dalla ghiera selettrice, i formati 3:2, 4:3, 5:4, 1:1, 16:9. Si potrà quindi spostare il riquadro nella posizione di porzione immagine desiderata ma anche ridurre la porzione per raggiungere, nel caso di seguito riportato per il formato 3:2, le seguenti dimensioni in pixel: 4.480x2.984, 3.840x2.560, 3.200x2.128, 2.560x1.704, 1.920x1.280, 1.280x865, 960x640, 640x424. Dopo aver scelto la posizione, il formato e la dimensione in pixel, premendo il pulsante OK verrà salvata una copia, riconoscibile in visione Play dall’icona di “Ritocco” oltre che dal simbolo forbice posizionato davanti all’indicazione della risoluzione in pixel.
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Un mondo di accessori e di feature aggiuntive
Gli accessori in fotografia non solo continuano a essere ingegnerizzati e migliorati ma sono sempre più necessari: non è pensabile che una fotocamera incorpori – anche per un concetto di ingombri, tutti gli accessori immaginabili; forse l’unico accessorio quasi sempre incorporato è il flash, ma già se vogliamo più potenza o meglio ancora operare in lampo riflesso, ecco che dobbiamo subito ricorrere a un flash aggiuntivo. Nikon ha sempre avuto un’enorme attenzione verso gli accessori e con la stessa filosofia della baionetta F Mount immutata da oltre mezzo secolo, anche sul piano degli accessori Nikon ha sempre cercato la massima compatibilità tra quelli prodotti prima di una certa fotocamera, e ugualmente tra nuovi accessori e fotocamere prodotte precedentemente, spesso già uscite di produzione. Una per tutte il nuovo radiocomando WT-R10/WT-T10: nelle istruzioni si fa riferimento ad alcune limitazioni se impiegato con la Nikon F100. Sì, avete letto bene, F100, non D100 – che per altro è una reflex digitale uscita di produzione da moltissimi anni.
La F100 fu annunciata nel 1999, quindi quasi 25 anni fa, e Nikon ancora oggi, quando produce un nuovo accessorio fa l’impossibile perché sia compatibile addirittura con macchine di 25 anni fa. Questo, è indubbio, è un caposaldo della filosofia Nikon e della sua market share.
Del mirino DF-CP1 ho già riferito in precedenza: è un prodotto mirabilmente rifinito e di certo non guasta nel point & shoot, e può tranquillamente essere lasciato sulla slitta portaflash quando si tiene la macchina al collo, per essere eventualmente rimosso se la tasca in cui si tiene di norma la COOLPIX A è davvero molto piccola. Un accessorio che ritengo decisamente più indispensabile è l’anello adattatore UR-E24: come di consueto su molti modelli COOLPIX, specie della serie P, è possibile rimuovere l’anello alla base dell’ottica che scopre un attacco filettato a cui avvitare l’anello adattatore. Questo dispone a sua volta di un attacco filettato per filtri diametro 46mm: un filtro neutro protegge la lente frontale dell’ottica ed evita la pulizia della stessa, che rimane sempre una manovra piuttosto delicata, su qualsiasi obiettivo. Parlare di filtri su una fotocamera digitale sembrerebbe superfluo, visto che in postproduzione si possono applicare tutti i filtri virtuali possibili e immaginabili. Ma, oltre al filtro di protezione per la lente frontale, c’è ancora un altro filtro che rimane reale e non può essere reso virtuale, il polarizzatore. Esternamente l’anello ha un attacco a baionetta dove inserire il paraluce HN-CP18. Nonostante l’ottica sia grandangolare il paraluce è di forma rettangolare con i bordi esterni leggermente piegati verso l’interno dell’ottica; insomma, un paraluce che davvero protegge la lente frontale da riflessi indesiderati, oltre che – se il filtro non è inserito - da accidentali contatti con le dita o da qualche goccia di pioggia. L’adattatore UR-E24 non preclude naturalmente la focheggiatura manuale con la ghiera di messa a fuoco coassiale all’obiettivo.
COOLPIX A, batteria EN-EL20, carica batteria MH-27. In figura anche la card Lexar Professional SDXC classe 10 da 128GB 600x non a corredo.
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Una seconda batteria per me è sempre d’obbligo e la considero un accessorio di vitale importanza, anche se l’energia di serie di una carica si è dimostrata alquanto duratura. La COOLPIX A viene fornita con alimentatore separato per la ricarica della batteria EN-EL20. Suggerisco, come sempre, di acquistare una seconda batteria da avere sempre a disposizione, naturalmente perfettamente carica. Una batteria completamente carica garantisce circa 230 scatti o 70 minuti di filmato. Non è poco ma trovarsi sul più bello con la batteria scarica, magari durante un viaggio piuttosto costoso e irripetibile, costa naturalmente di più che l'acquisto di una seconda batteria.
La scheda SD in una fotocamera digitale è importante come la pellicola in una fotocamera analogica: deve essere affidabile anche perché a differenza della pellicola, dove magari si può avere un problema a un singolo rullino, ma non a tutti quelli dello shooting, se la scheda ha un problema tutto lo shooting va in fumo. Deve anche essere veloce, soprattutto in scrittura, così da poter liberare al più presto il buffer della fotocamera e continuare a scattare senza tempi morti, specie quando si scatta in formato NEF. E deve essere molto capiente, visto che la COOLPIX A è anche in grado di registrare video in formato FULL HD.
Qui una Lexar Professional SDXC classe 10 da 128GB e 600x di velocità. Lexar tra l'altro garantisce, sulle schede serie PRO, il recupero totale delle immagini nella remota ipotesi la scheda avesse dei problemi, e sono coperte da una garanzia a vita. La COOLPIX A non ricarica la batteria EN-EL20 a corredo: si può ricaricare esclusivamente con il carica batteria MH-27 incluso nella confezione che funziona alimentato a 110/220V.
Per sfruttare al meglio l’intervallometro incorporato come avevamo ad esempio visto per riprese Time Lapse e Stop Motion in questo eXperience, e per tutti i lavori gravosi e ripetitivi che possono essere fatti in interni, è disponibile l’alimentatore a rete EH-5b da corredare con il connettore EP-5C.
Smart Device Wi-Fi per Tablet e Smartphone con WU-1a
Di Wireless Mobile Adapter WU-1a ho già parlato nell’eXperience dedicato ai due moduli WU-1a e WU-1b del Feel Nikon numero 57. Come già accennato in apertura, non posso tenervi svegli fino a domani mattina per farvi leggere questo lavoro, quindi devo cercare di “sintetizzare” e rimando quindi per questo accessorio al precedente lavoro raggiungibile dal link riportato sopra o anche ai tre manuali WU-1a Manuale dell'utente, WU-1a (Android) e WU-1a (iOS). Ma non finisco così il capitolo, naturalmente. Il Wireless Mobile Adapter WU-1a e il suo gemello WU-1b sono dispositivi WiFi, ciascuno progettato, solo da un punto di vista di connessione alla fotocamera, per lavorare con diverse reflex Nikon, oltre che Nikon 1 e COOLPIX A. Con questo accessorio si raggiunge la funzionalità tipica degli smartphone e i tablet, permettendo di condividere quasi in tempo reale gli scatti eseguiti con la vostra Nikon sulla Rete. Si tratta di un modulo WiFi privo di connessione 3G, in grado quindi di interfacciarsi solo a Tablet e Smartphone e non direttam