La D40X, la sorella maggiore, della piccola e apprezzata D40, non è solo una riedizione di questo modello con un sensore di risoluzione maggiore. È una fotocamera che sa ritagliarsi il proprio campo d'impiego ben specifico, dando del filo da torcere, su specifici aspetti, anche ai modelli di fascia superiore.

a cura di Valerio Pardi

Vista da vicino Sul campo
Lo zoom di serie: 18-135mm f/3.5-5.6
ED-IF AF-S DX Zoom-Nikkor
135mm, un vero tele Scheda tecnica e conclusioni

 

Un grandangolare squisito

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Il formato DX trasforma i 18mm della focale minima di questo zoom in un normale grandangolare, con un angolo di campo comparabile a un 27mm se raffrontato con la vecchia e cara pellicola o con il nuovo sensore FX della Nikon D3. È una delle focali di maggior uso per un obiettivo universale come questo.

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Ottimo il bilanciamento effettuato dall'esposimetro, senza chiudere troppo
le ombre ma senza nemmeno bruciare le parti più luminose della scena.

Ho avuto modo di provarlo per diverso tempo, nelle più disparate situazioni e mai ho ottenuto un risultato che potessi giustificarlo perché realizzato con un'ottica zoom economica. Per scrupolo ho provato anche mie altre ottiche di focale simile ma di progetto più datato e i risultati hanno dato sempre un solo risultato: a 18mm questo obiettivo, quanto a nitidezza, è superlativo.

Anche l'ottimo Nikon AF 18mm f/2.8D, ormai fuori produzione, deve cedere il passo davanti all'ultima realizzazione di Nikon, espressamente costruita per offrire il massimo delle sue potenzialità sui sensori DX; il confronto poi con ottiche ancora più datate della linea AI e addirittura F, non ha fatto altro che confermare l'enorme progresso ottico compiuto dalla casa giapponese negli ultimi anni. Difficile esprimersi diversamente quando ci si trova davanti a simili risultati. Un'ulteriore conferma sulla bontà di quest'ottica mi è arrivata poco tempo fa, durante una mostra fotografica in cui avevo esposto anche uno scatto eseguito proprio con quest'ottica in formato 30 x 45 cm. Tra il pubblico che passa a visionare le mostre, è facile individuare i fotografi appassionati dai semplici visitatori per il tipo di approccio che hanno, più rivolto alla ricerca di particolari che possono identificare lo strumento che è stato usato per realizzare quella data fotografia, piuttosto che leggere l'immagine nella sua interezza. Per fortuna però non tutti i fotografi sono così; comunque tra questi ve n'era uno che insisteva molto sulla fotografia scattata con il 18-135mm: si avvicinava a pochi centimetri, scrutava da vicino i bordi della foto, la ricontrollava nella sua totalità da circa un metro e poi tornava ad analizzare i particolari della foto; un'operazione che è durata diversi minuti e che è stata ripetuta più volte. Alla fine, sempre più incuriosito, è venuto verso di me e mi ha rivolto la fatidica domanda: "Mi scusi, ma con cosa l'ha realizzata?". Mi spiace solo non potervi mostrare in queste pagine dell'eXperience la sua faccia stupita e incredula; lui che da quel che mi ha detto successivamente, ho scoperto che ha lavorato per anni con fotocamere medio e grande formato e che ha sempre cercato di ottenere risultati di questo tipo, ovvero puliti, pastosi ma ricchi di microdettagli.

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Come descritto nel testo, questa foto ripresa a 18mm con diaframma molto chiuso, offre un interessante spunto
per farsi un'idea di ciò che può offrire un'ottica considerata "economica", ma non per questo di bassa qualità.

Quello che conta sono i risultati, l'immagine finale. Se andiamo ad analizzare al microscopio, o meglio, con lo zoom di Capture NX è possibile rilevare qualche imperfezione. La più evidente, si fa per dire, è un po' di residuo cromatico laterale. Potrebbe essere l'elemento che abbassa la qualità della foto, ma dove l'ottica raggiunge il suo limite fisiologico subentra la componente software. Capture NX non è un semplice programma di conversione delle immagini (e chi l'ha mai detto?), ma uno strumento essenziale per poter sfruttare al massimo il proprio corredo fotografico. L'esempio qui di seguito chiarisce ogni possibile dubbio: l'aberrazione cromatica c'è, ovviamente poca e solo in determinate condizioni di contrasti e illuminazione, ma c'è, è indiscutibile! Basta però attivare i comandi appropriati in Capture NX e tutto va a posto, perfettamente e senza lasciare alcuna traccia.

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Nel quadratino rosso il particolare preso di riferimento per evidenziare
il residuo di aberrazione cromatica laterale.

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Ecco cosa può fare il software Nikon Capture NX.
A sinistra prima della cura e a destra dopo l'intervento in automatico.

Lo stesso discorso si può traslare per la vignettatura, un fenomeno sia fisiologico che patologico in base all'ottica che si utilizza, ma che può essere perfettamente sistemata utilizzando gli appositi strumenti disponibili in Capture NX.

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Tre interventi diversi sull'immagine "vignettata".

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Da sinistra a destra: la foto a tutta apertura, la stessa immagine però dopo il trattamento con Capture NX e la foto scattata a diaframma chiuso per eliminare direttamente in ripresa la vignettature.

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Ancora due esempi a tutta apertura e a f/8 a 18mm

La maneggevolezza di quest'ottica, inoltre, consente di essere utilizzata in maniera dinamica con estrema facilità. Su un corpo piccolo e leggero come la Nikon D40x si rivela particolarmente ben bilanciata.

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