La reflex: D40
Piccola e dalle forme armoniose, la Nikon D40 è anche molto bella da vedere,
in fondo anche l'occhio vuole la sua parte |
Partiamo dal cuore del sistema: la reflex. Della Nikon D40 se ne è parlato già molto e sul sito www.nital.it si trovano tutte le informazioni sul caso riguardanti le caratteristiche tecniche di questa fotocamera. Di seguito segnalo solo alcuni aspetti che reputo particolarmente interessanti e spesso del tutto ignorati dai più. Dimensioni e peso sono due caratteristiche che non bisogna mai dimenticare; una fotocamera pesante, superiore a quanto siamo propensi a trasportare, ben presto, dopo l'entusiasmo iniziale per l'acquisto, finirà semi abbandonata in fondo a qualche borsa fotografica, per essere riesumata solo in occasioni importanti… un po' come il vestito "buono" della domenica! Le dimensioni della D40 invece non sono molto dissimili da alcune compatte prosumer, mentre il peso è assolutamente inferiore a quanto ci si aspetterebbe osservando la fotocamera. Presa in mano infatti ci si stupisce subito della sua leggerezza e, non appena si prova a scattare qualche foto, sorprende anche per la perfetta soppressione delle vibrazioni provocate dall'otturatore e dal ribaltamento dello specchio. Insomma, il primo contatto, è di quelli assolutamente positivi, anche perché a questo si aggiungono le ottime sensazioni offerte al tatto dai materiali di cui è costituita la scocca della fotocamera e alla vista dall'ampio display posto sul dorso della fotocamera.
A differenza infatti di altri modelli, che dividono le informazioni tra display posteriore e superiore, la D40 incorpora tutto quanto è necessario allo scatto sul luminoso e unico display posteriore. Se già l'idea di accorpare tutti i parametri essenziali su di un unico Lcd lo avevo ritenuto una mossa azzeccata e pratica per il fotografo, la seconda sorpresa positiva è giunta dalla qualità del display stesso: luminoso, con un'ottima risoluzione e dotato di una riproduzione dei colori e dei contrasti molto accurata. Rivedere le immagini scattate sul display, equivale a visionarle sul monitor del PC di casa, con la certezza di avere la stessa accuratezza, tanto da poter verificare con precisione l'eventuale presenza di dominanti cromatiche o di esposizione non perfette, con la possibilità di avere un riscontro più oggettivo fornito dalla visualizzazione dell'istogramma dell'immagine.
Il display da 2,5 pollici della D40 è uno dei migliori che mi sia capitato di provare. Luminoso e di grande precisione cromatica, consente di verificare l'esposizione e le eventuali dominanti cromatiche direttamente dall'LCD della fotocamera,
come se fosse un monitor calibrato del PC |
Fin qui, sembra la fotocamera dei sogni, tutto perfetto. Poi osservo la batteria, di dimensioni dimezzate rispetto a quella che alimenta la D200 e mi sorgono dubbi sulla probabile autonomia di questa macchina; la D200 pur offrendo un'autonomia di tutto rispetto, non brilla per essere una delle fotocamere più parche nel consumo d'energia e avere un accumulatore ancora più piccolo, certo non rassicura. I dubbi vengono però fugati dopo il primo giorno di riprese, con la fotocamera che mostra ancora la batteria con il simbolo di piena carica, lo stesso il secondo giorno e così anche il terzo! Sono a oltre 600 scatti e alla quarta giornata consecutiva di shooting, il display inizia a mostrare il simbolo della batteria con una tacca in meno! Stupefacente. Solo dopo qualche scatto notturno a lunga posa (con alle spalle tre giornate intense di riprese) la batteria inizia a mostrare i primi segni di cedimento.
La piccola batteria da 1 Ah si è dimostrata sufficiente per garantire un'autonomia di scatto di diversi giorni,
equivalente ad oltre 800 immagini, di cui la maggior parte controllate successivamente sul display della fotocamera |
Un risultato insperato e fortemente apprezzato che sottolinea ancor di più la vocazione di questa fotocamera verso foto semplici da realizzare, senza creare pensieri o grattacapi al fotografo.
La disposizione dei comandi trova spazio sul corpo della reflex con l'ergonomia che contraddistingue da sempre Nikon. A differenza dei modelli di fascia alta, la Nikon D40 dispone di un'unica ghiera sul retro, ma che può svolgere doppie funzioni usata con la contemporanea pressione di un secondo pulsante.
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I comandi sono posizionati in zone strategiche della fotocamera, tutte a portata
di mano. Estremamente comodo anche il selettore superiore azionabile
con il pollice della mano destra senza dover staccare l'occhio dal mirino. |
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Anche se sono assuefatto ad usare entrambe le ghiere, presenti sui modelli di fascia alta, abituarsi all'impostazione della D40 è stato comunque immediato e naturale. Ogni comando si trova intuitivamente, esattamente dove ci si aspetta di trovarlo, mentre alcune soluzioni si sono dimostrate addirittura più pratiche di quelle presenti, per esempio sulla Nikon D200, mi riferisco in particolare al comando di ingrandimento in modalità play delle fotografie, in cui sulla D40 sono presenti due pulsanti (zoom avanti e zoom indietro) con cui osservare minuziosamente l'immagine appena ripresa.
Il mirino è semplice e poco dispersivo, ottimo per concentrarsi sull'inquadratura. Al centro sono ben evidenti le tre zone in cui opera il sistema autofocus, mentre nella parte bassa del mirino appaiono i dati principali di ripresa. A voler essere pignoli il mirino non appare di dimensioni abbondanti, anzi, se si è passati al digitale per la prima volta con la D40, lasciandosi alle spalle lo schermo panoramico, degno di un cinema multisala, del mirino della Nikon F5 a pellicola, allora il passaggio può lasciare titubanti. Occorre però precisare un paio di aspetti. Il primo e più evidente sono le nuove dimensioni della reflex D40 se confrontata con un qualsiasi prodotto del passato come Nikon F5, F4 e via discorrendo. La D40 è piccola, leggera e maneggevole mentre queste ultime sono dei carri armati al suo confronto. Va bene, potrebbe essere riduttivo e controproducente confrontare delle ammiraglie del passato con l'entry level odierna; conscio di questo, ho rispolverato una delle mie glorie del passato, ormai relegata nell'armadio, dopo l'avvento del digitale, un corpo Nikon FE-2.
La linea FE e FM e relative varianti sono state le reflex compatte e per più lungo tempo presenti nell'offerta del produttore nipponico nel periodo compreso tra la fine degli anni 70 e i primi anni 90. Certo ci sono state delle eccezioni, ma che temporalmente hanno coperto ben poco spazio, come le varie Nikon FG, FG-20 o la minuscola e tutta automatica Nikon EM. Messe a confronto D40 e FE-2 ho potuto verificare efficacemente le reali differenze. Bene, la poca luminosità spesso usata come capo d'accusa verso le nuove e piccole reflex digitali è identica, anzi è un poco meglio sulla nuova D40, rispetto a quanto osservabile attraverso un mirino di una Nikon FE-2, e rammento che la seconda generazione di queste macchine, appunto l'FE-2, FM-2 fino alla FM-3, montavano degli schermi di messa a fuoco più luminosi rispetto ai due modelli capostipiti della serie.
L'aspetto dove la D40 non può competere sono le dimensioni apparenti dello schermo attraverso l'oculare del mirino. Sulle reflex a pellicola appare di dimensioni maggiori ma se, come nel mio caso, indossate un paio di occhiali, sarà pressoché impossibile osservare contemporaneamente tutto il campo inquadrato, per non parlare delle indicazioni esposimetriche inserite a lato. Ma se proprio non ci si può abituare ad avere uno schermo che sia immediatamente osservabile nella sua interezza buttando solo l'occhio al mirino, Nikon ha comunque una soluzione: si chiama DK-21M. L'abbiamo già visto nella precedente Experience riguardante lo schermo di messa a fuoco Katzeye abbinato però a un corpo Nikon D200. Lo stesso oculare ingranditore può essere utilizzato proficuamente, e con lo stesso scopo, con la D40. I manuali non lo contemplano tra gli accessori compatibili con questa reflex ma una volta montato al posto della gomma di protezione standard dell'oculare della Nikon D40, il mirino appare finalmente di una dimensione molto più appagante; tanto grande che ora le indicazioni poste nella parte inferiore del mirino si trovano proprio a filo del campo visivo, e i vecchi cultori dei mirini con schermi "cinemascope" sono di nuovo accontentati. Ovviamente, c'è da considerare che fino a prima dell'avvento dei sistemi AF, il mirino era uno strumento attivo nel raggiungimento del corretto fuoco; ora, con i sistemi AF tanto avanzati, il mirino ha perso questa funzione, e lo dimostrano anche i cambiamenti subiti in questo senso dagli schermi di messa a fuoco, limitandosi a fornire principalmente la possibilità di inquadrare, e casomai, di controllare l'operato dell'autofocus.
Concludo citando alcuni altri aspetti che mi hanno colpito. Segnalo, per esempio, il piccolo tasto "Fn" posto in prossimità del bocchettone di innesto ottiche, appena sopra al pulsante di rilascio degli obiettivi. Si tratta di un tasto programmabile, non certo una novità nelle reflex Nikon, ma apprezzabile che ci sia anche nel modello di ingresso del sistema D-SLR. Questo tasto, di norma attiva la funzione autoscatto, ma può essere impostato anche per richiamare velocemente alcuni parametri di ripresa; personalmente ho trovato utile abbinarlo al cambio di sensibilità: in questo modo in base alla situazione potevo variare istantaneamente la sensibilità del sensore senza dover accedere al menù della fotocamera. Lo stesso tasto, all'occorrenza può essere programmato per richiamare i valori di bilanciamento del bianco, le modalità di scatto a raffica e la qualità della foto. Un'altra utile caratteristica di questa reflex, soprattutto considerando il target a cui si rivolge, è una sorta di "aiuto in linea" facilmente richiamabile che spiega il significato di ogni funzione o impostazione della fotocamera; ad esempio, se il display visualizza la scritta "card piena", un'indicazione comunque di facile comprensione, l'attivazione delle informazioni aggiuntive porta alla seguente spiegazione più approfondita: "Card piena. Potrebbe essere possibile scattare altre foto con qualità o dimensione immagine inferiore". Una sorta di manuale digitale incorporato nella fotocamera che evita, anche se è bene sempre farlo, studiarsi approfonditamente il manuale d'uso fornito con la fotocamera.
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La Nikon D40 utilizza schede di memoria SD e la connessione al PC avviene con una classica presa mini-USB,
non è quindi necessario un cavo proprietario per scaricare le immagini |