Uno sguardo da vicino
L'ottica appare di costruzione massiccia, pur contenendo il peso sotto gli 800 grammi. Non siamo di fronte alla robustezza delle ottiche luminose professionali come lo zoom 70-200mm f/2.8G ED-IF AF-S VR Zoom-Nikkor ma nemmeno vicine alle ottiche entry-level come l'interessante 55-200mm f/4-5.6 AF-S VR DX Zoom-Nikkor.
Gran parte del barilotto dell'obiettivo, lungo complessivamente 144mm, è caratterizzato dalla presenza della grossa ghiera per la zoomata, ricoperta in gomma tassellata, come da tradizione Nikon, e sufficientemente fluida lungo tutta la sua escursione durante il cambio di focale. Sia la posizione frontale che l'estrema larghezza facilitano il lavoro del fotografo che può bilanciare meglio il sistema obiettivo/fotocamera e avere al contempo un presa salda e senza incertezza della propria attrezzatura.
Immediatamente dietro all'ampia ghiera dello zoom vi è quella per la messa a fuoco manuale. In verità questa non si utilizza mai per questo scopo, ma è utile, in certe occasioni, per apportare veloci ed immediate variazioni al fuoco, permesse dalla tecnologia M/A dei motori AF-S, durante le fasi di messa a fuoco automatica. Inoltre la lente frontale non ruota durante le fasi di messa a fuoco, rendendo semplice l'utilizzo di filtri polarizzatori.
La finestrella delle distanze di messa a fuoco (sempre espresse in forma metrica e anglosassone) non indica i riferimenti per la profondità di campo, un elemento comunque poco utile per le focali tipicamente tele coperte da quest'ottica caratterizzate da una estensione delle zone nitide davvero limitate ma mostra la correzione da apportare al fuoco per le immagini riprese in luce IR alla focale di 70mm.
In dotazione viene fornito l'indispensabile quanto utile paraluce HB-36 con innesto a baionetta. Si tratta di un modello a corolla, molto ben dimensionato, ma ovviamente ottimizzato per l'angolo di campo massimo offerto dall'accoppiata di quest'ottica a corpi reflex a pellicola o digitali FX. Per tutte le fotocamere DX avrebbe potuto utilizzare un paraluce ancora più efficiente e lungo, ma inutilizzabile, a causa della vignettatura che causerebbe, con le altre fotocamere con cui è compatibile questo obiettivo. Vedremo più avanti che questo aspetto non influirà minimamente sulle prestazioni nei controluce.
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L'attacco di tipo G si riconosce per l'assenza completa del vecchio anello dei diaframmi, di norma posizionato in prossimità della flangia d'attacco dell'ottica. Da sottolineare la realizzazione in metallo dell'attacco per la baionetta Nikon. Il diaframma è di tipo a 9 lamelle arrotondate per garantire una elevata qualità dello sfocato. |
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Sul barilotto dell'obiettivo sono presenti tre selettori.
Il primo, partendo dall'alto, consente di disattivare la messa a fuoco automatica, il secondo attiva la funzione VR di stabilizzazione ottica ed, infine, l'ultimo selettore consente di passare dalla modalità normale a quella attiva, utile per le riprese fatte da mezzi in movimento come su barche, auto ecc... |
L'AF-S 70-300mm incorpora un sofisticato sistema di riduzione delle vibrazioni denominato VR. Si tratta di una particolare tecnologia, presente in questo obiettivo per la prima volta nella versione di seconda generazione "II" che, secondo i sistemi di misurazione Nikon, consente di scattare a mano libera con tempi di scatto fino a quattro volte più lunghi di quelli normalmente possibili con obiettivi tradizionali sprovvisti di stabilizzazione ottica VR. I risultati di stabilizzazione che influenzano esclusivamente il movimento di ripresa e non quello della scena fotografata, possono variare da persona a persona ma facilmente verificabili su tempi di posa che ognuno considera personalmente critici, in base alla focale in uso.
Al lato pratico significa poter utilizzare un obiettivo come se avesse una luminosità di quattro stop più elevata; nello specifico, a 300mm f/5.6, questo zoom potrebbe essere equiparato ad un tele con la medesima focale ma con apertura pari a f/1.4! Ovviamente tale luminosità è solo teorica, perché effettivamente l'obiettivo rimane un f/5.6 alla massima focale, ma grazie al sistema di riduzione delle vibrazioni si può, con alcune precauzioni durante lo scatto, fotografare con tempi lenti, senza che il mosso rovini irrimediabilmente la posa. È bene ricordare nuovamente che un obiettivo stabilizzato, potrà unicamente ridurre le vibrazioni generate dal fotografo durante lo scatto, e non gli eventuali movimenti del soggetto. Questo aspetto ci aiuta a comprendere che sarà più facile ancora adottare obiettivi stabilizzati per fotografare con tempi lenti quando si desidera "congelare" volontariamente, in un singolo fotogramma, un significativo movimento.
Il sistema VR adottato da Nikon non pregiudica la qualità del risultato in quanto il sistema ottico in movimento durante la stabilizzazione dell'obiettivo, si porta sempre perfettamente in asse un attimo prima dell'effettiva apertura dell'otturatore. Ciò consente una maggiore costanza di qualità ai bordi (se il movimento ancora in atto durante lo scatto non costringe il decentramento ad un forte spostamento laterale) e porta anche ad un altro vantaggio: il sistema VR può intervenire in tutte le direzioni anche durante lo scatto in quanto non verrà quasi mai a trovarsi a fine corsa nei suoi movimenti.
Nikon consiglia di disattivare la funzione VR quando si collega la fotocamera ad un treppiede; dalle mie prove, (come già avvenne per il 18-200mm VR non ho evidenziato controindicazioni a lasciare il sistema attivo, anche se non ho ottenuto neppure vantaggi visibili, per cui il consiglio di disattivarlo durante le riprese effettuate da un supporto stabile permette di risparmiare preziosa energia delle batterie ed evitare possibili errate interpretazioni di movimento.
Il sistema VR funziona con i corpi Nikon F6, F5, F100, F80, F75, F65, e tutta la serie digitale DSLR.
Lo schema ottico composto da 17 elementi in 12 gruppi con due lenti in vetro ED assicurano prestazioni elevate. Ottimo il trattamento antiriflesso che riesce a contenere flare e riflessi parassiti anche con forti luci direttamente nel fotogramma.