Inviati

A cura di:

Omaggio al Mediterraneo
Carlos Solito

Fotografia è viaggiare, in qualsivoglia maniera. Sin da bambino, quando mi incantavo a sfogliare gli album di famiglia, viaggiavo. Col corpo ben saldo vicino al camino dei miei nonni, la mente si assentava per un pò, forse un pò troppo, e iniziava a saltellare da uno scenario all'altro dei fotocolor. Qualsiasi fossero: in bianco e nero o a colori. E poi non è che andassi così lontano, in chissà quali posti.

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Rotte immaginarie, ideali © Carlos Solito

Sempre a Grottaglie, nel Salento me ne stavo: le cave di Fantiano a fianco a mio nonno allora giovanissimo (quasi ventenne), sul ciglio della gravina di Riggio a vedere la cascata del Caggione quando "sputava" acqua per davvero, alla Baia d'Argento a Marina di Pulsano insieme ai pescatori che attraccavano sulla sabbia e vendevano il pesce ancora tremolante a mia madre e le sue sorelle ancora adolescenti. E fu l'inizio. Si perchè poi, la sete di curiosità della natura umana iniziò a farsi sentire e, ad ogni costo, volevo andare a vedere quei luoghi. Ci sono! Esclamavo ogni volta che con mio fratello li raggiungevamo dopo ore di pedalate in sella alla Graziella prima e Bmx poi. L'unica cosa che non c'era più era la vecchia stazione di benzina, e me ne dispiacque. E capii che la fotografia non è solo il momento ma anche e soprattutto il ricordo, la memoria, la storia e quindi emozione.

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Cuor di nassa, Procida - Campania © Carlos Solito

Un vasto paesaggio desertico, un vulcano quiescente o che erutta (quella volta sul Popocatepetl in Messico), un ghiacciaio, una scogliera gremita da uccelli, una prateria, un canyon, il pozzo vertiginoso di una grotta (gli abissi dell'altopiano calcareo di Astraka in Grecia mi hanno alitato paura) anche senza alcuna presenza umana sono vivi e dispensano magie per gli occhi. Caleidoscopi di colori e luci in movimento in grado di saziare gli animi più ingordi e far sciogliere fiumi di lacrime dagli sguardi di ghiaccio. Per non parlare poi dell'uomo.

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Acque salse mai stanche di mutare, plasmare, divorare, consumare © Carlos Solito

Perdersi tra le rughe di un viso invecchiato, le mani nodose di un contadino, gli occhi innocenti di un bambino, il sorriso timido di una ragazzina o i gesti quotidiani che trasudano secoli e secoli di generazioni, beh è il regalo che, credo, ogni fotografo desidera. Nient'altro vorrei. Continuare ad andarmene a zonzo e sperare di poter avere abbastanza occhi, Velvia oppure schede per la digitale (da un paio di mesi mi sono convertito al digitale) da poter scrutare e congelare tutto ciò che è emozione.

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Suona la chitarra battente © Carlos Solito

Dalla presentazione di "Allo specchio, volti e cornici del Mare Nostrum", mostra dedicata al Mediterraneo da cui sono tratte le immagini qui presentate:

"Salgo. Ancora più in alto, supero la roccia e poi... guardo giù. Abbraccio con gli occhi più che posso: un mondo azzurro, blu cobalto col suo paesaggio di acque placide, capricciose, cristalline, mai stanche di mutare, plasmare, divorare, consumare isole, scogli, picchi, lidi e calette dal fascino primigenio. Siedo, accecato da scaglie di sole dell'ora meridiana. Il canto infinito di una, dieci, cento, mille cicale assieme al fragore degli schianti della risacca sazia le orecchie. I profumi della macchia e delle brezze salmastre solleticano le narici. I fichi, gli agrumi, i melograni deliziano il palato. E poi: i terrazzamenti di pietre a secco popolati da gechi e ramarri, uno sterrato polveroso perso tra i pini, la tracotanza delle grigie giogaie calcaree, una casa imbiancata con latte di calce, l'odoroso rosmarino e l'immancabile ulivo antico, di secoli contorto, nodoso e ruvido come un vecchio osso. E laggiù? Un gozzo panciuto di pescatori pieno zeppo di pesce scivola lentamente verso il porto inseguendo le onde che schiumano sulla battigia. Alla marina piccola, proprio sotto la pila di case dalle allegre tinte color pastello, sono i figli, mai stanchi di stare in acqua, e le mogli brune, di quei pescatori dai volti bruciati dal sole, a sedere sulle barche rovesciate incrostate di salsedine. Una preghiera va a Dio, sono tornati. E dalle viuzze del paese scendono anziane vestite di nero per comprare gamberetti e dentici. I vecchi, seduti alle seggiole del baretto a cucire le reti e intrecciare nasse, si tengono compagnia coi pensieri nostalgici dei larghi presi un tempo. Ascoltarli è come tornare bambini: tanti Ulisse protagonisti di infiniti racconti omerici dal piacevole sapore di leggenda. E come loro in migliaia, milioni hanno solcato rotte immaginarie, ideali, per scambi commerciali, scoperte, conquiste. In un eterno andirivieni, irrefrenabile altalena di arrivi e partenze, fenici, egizi, greci, romani, turchi hanno scelto il Mediterraneo come scenario della loro storia. Acque salse d'Oriente e Occidente, d'incontro e scontro, questo mare si è arricchito e ha arricchito ogni cosa nel corso dei millenni. Suggestioni, saperi e cultura prima di tutto, templi classici, torri di avvistamento, borghi quasi in bilico sui roccioni, santuari, capolavori d'arte, ingegnosi attrezzi per la pesca, razze di popoli e quindi volti e lingue che all'unisono raccontano il Mare Nostrum con la coscienza che è tutto per noi: madre, padre, dignità, forza, ricchezza, povertà, gioia, paura. Questo è il Mediterraneo che ho negli occhi. Questo è il Mediterraneo dei miei padri e del mio Sud, il teatro della nostra infanzia paesana. Questo è il Mediterraneo ambasciatore della nostra storia".

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Trasparenze ioniche © Carlos Solito


Chi sono

Sono nato a Grottaglie (Ta) nel 1976. Ho iniziato a scrivere all'età di 17 anni su giornali locali e di nicchia prima di ammalarmi, senza alcuna prospettiva di guarigione, di viaggi e fotografia. E' un viaggio tra gli atolli delle isole Kornati in Croazia a siglare l'inizio di questa passione che, negli ultimi anni mi ha visto impegnato in diversi luoghi del mondo per realizzare servizi fotogiornalistici. Innamorato dei mondi sotterranei e della montagna pratico speleologia e sport outdoor: ho documentato abissi, fiumi sotterranei, voragini, ghiacciai, vulcani, deserti, cascate, canyon. Dall'Islanda al Mediterraneo, dall'Oceano Atlantico al Centro America numerosi sono i reportage di mare, natura, avventura, viaggi, turismo e aspetti antropici. Di tanto in tanto realizzo qualche mostra fotografica (in questo periodo "Allo specchio, volti e cornici del Mare Nostrum"), e nonostante il mio andirivieni e l'affezione ai fusi orari le cose che mi affascinano sono le identità e le tradizioni del Mezzogiorno d'Italia e del Mediterraneo tutto.

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Il cratere fumante dello Stromboli, Eolie - Sicilia © Carlos Solito

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