Un modo sicuro e preciso di tarare il Nostro monitor

Introduzione
 
Confronto tra MonacoOPTIX e MonacoOPTIX Pro
Glossario per le terminologie utilizzate  

 

Introduzione
Molte volte ci siamo chiesti:
Ma i colori che vediamo a monitor sono esatti?
Perchè le stampe che ho ritirato dal mio laboratorio di fiducia hanno colori e
gamma diversa da come le visualizzavo a monitor?
Perchè il monitor del mio collega vede le stesse immagini con colori diversi?
possibile che i miei amici quando ricevono le mie foto dicono che sono sempre troppo scure?

Uno dei metodi più precisi per coloro che pretendono risultati ma soprattutto qualità dalla fotografia visualizzata a monitor e, successivamente dal prodotto di stampa, è la Calibrazione e successivamente la profilazione del proprio monitor, in modo costante nel tempo e con l'utilizzo appropriato di strumenti di precisione.

Tra la moltitudine di prodotti sul mercato da tempo mi sono avvicinato ad OPTIX rx, un prodotto leader nel settore della Calibrazione dei profili colore.
Molte volte abbiamo trattato questo argomento, a volte solo sottolineandone
alcuni fondamentali steps.
Credo che con questo documento sia legittimo trattarlo nell'intero suo contesto.


Calibrazione e Profiling del monitor
Il processo di taratura del monitor è composto da due operazioni fondamentali: la calibrazione e successivamente il profiling. Profiling è un termine tecnico inglese che in italiano sarebbe "profilare, descrivere il profilo".


Diagramma range cromatico del campo visibile umano

La calibrazione è l'operazione che ci permette, utilizzando i dovuti controlli del monitor ed una serie di applicativi software e hardware, di regolare luminosità, contrasto e bilanciamento colore del nostro monitor nel modo più accurato possibile.
Queste operazioni mutano il comportamento fisico del monitor, non dimostrandosi una semplice “emulazione” software. E' importantissimo che questa operazione sia eseguita con il massimo rigore possibile, poiché il profilo del monitor che genereremo subito dopo non risulti in significativi mutamenti nei colori, quando apriremo le nostre immagini in uno specifico software.

Il profiling è l'operazione che ci consente di memorizzare il profilo esatto del nostro monitor appena calibrato, ovvero è la memorizzazione di una tabella di valori numerici che, una volta passati alla scheda video, garantirà che i colori mostrati dal nostro monitor siano fedeli ed accurati. In parole povere, in questa tabella sono presenti valori che "spiegano" alla scheda video di quale segnale il nostro monitor ha bisogno per riprodurre esattamente un determinato colore.
Questo profilo è tipico e caratteristico di ogni monitor, una sorta di impronta digitale. Ecco perché è importante fare calibrazione e profiling del nostro specifico monitor: è infatti quasi impossibile che monitor identici, dello stesso modello e marca, anche se dello stesso lotto di produzione, abbiano lo stesso profilo.
Inoltre queste operazioni devono essere ripetute frequentemente, almeno una volta al mese, poiché i componenti elettronici sono soggetti ad una certa
deriva, con la risultante perdita, lenta ma costante, della calibrazione.

Prima di addentrarci nella pratica della calibrazione, dobbiamo capire ancora un paio di concetti e relativi termini tecnici, poiché ci ritroveremo ad avere a che fare con loro durante l'uso degli strumenti di calibrazione.

Gamma
è una parola che si riferisce alla luminosità dei mezzi toni sullo schermo.
Generalmente ci si riferisce a Gamma 1.8 per piattaforma Macintosh e Gamma 2.2 per i sistemi Windows. E' da notare che esistono ragioni storiche più che pratiche per giustificare questa differenza di valori tra Win e Mac.
Quale usare? In breve, la risposta dipende dal proprio ambiente di lavoro e dalle proprie esigenze. E' buona norma informarsi su quale sia il valore di
gamma usato dal nostro laboratorio di fiducia e regolarsi di conseguenza. In teoria, per esigenze fotografiche andrebbe impostato 1.8 visto che le tipografie serie, le case editrici ed i laboratori digitali professionali usano prevalentemente te sistemi Mac, impostati probabilmente a questo valore; mentre per il video è meglio 2.2 (che non a caso è anche il valore della TV). Ma queste sono indicazioni di massima: se, ad esempio, il proprio flusso di lavoro prevede di dialogare in prevalenza con sistemi Windows, è meglio usare 2.2 anche se si ha un Mac. E viceversa se magari si ha un PC ma il service digitale cui ci si rivolge lavora in ambiente Mac.


Diagramma 2D gamut visibilità di un
monitor generico

Punto di bianco invece definisce il colore del bianco del monitor. Come abbiamo visto parlando della temperatura di colore, può essere più caldo o più freddo, a seconda se presenti una temperatura di colore minore o maggiore. Inoltre la temperatura di colore del bianco dipende anche dal tipo di supporto. Per esempio, per la stampa su carta il bianco è definito a 5000 K perché la luce standard che si usa per la valutazione dello stampato ha tipicamente questo valore. In questo caso si misura la temperatura di colore della lampada, non potendo la carta di per sé emettere luce.
Per ciò che riguarda i monitor è consigliabile, per gli scopi fotografici che ci proponiamo, una regolazione della temperatura di colore del bianco a 6500 K poiché questo valore è il più prossimo al valore del bianco neutro della maggior parte dei monitor. Questa regolazione è normalmente presente nei monitor moderni, nelle funzioni di setup.

Attenzione: se già siete abituati al monitor tarato attorno ai 9000 K, valore di fabbrica, abbassando la temperatura di colore a 6.500 K vi sembrerà tutto giallo.
Questo è normale e dipende dal vostro cervello, che dovrà riabituarsi ad un bianco differente. Ma, superata questa impressione iniziale, dopo pochi giorni di uso non farete più caso alla differenza poiché il vostro cervello si sarà abituato al nuovo bianco, a tutto vantaggio delle stampe che farete.
Un tempo uno spot diceva. Bianco così bianco che più bianco non si può
Avrete compreso che uno dei segreti per ottenere colori fedeli è il bianco.

Vediamo allora quali sono le fasi pratiche per una corretta calibrazione del monitor.
Lo scopo finale della calibrazione e del profiling è, come abbiamo visto, creare
un file che conterrà una tabella (LUT = Look Up Table) i cui valori diranno alla
scheda video quali segnali dovrà emettere per fare in modo che un determinato colore possa essere emesso correttamente dal monitor. Per creare questa tabella, che da ora chiameremo con il suo nome proprio, LUT, dovremo ricorrere a strumenti hardware e software proprio come in questo caso con il kit OPTIX rx


Diagramma 3D gamut visibilità di un
monitor generico

E' bene chiarire subito una cosa: non è possibile calibrare alla perfezione il monitor senza un colorimetro elettronico (detto anche "sonda" o "sensore") che, applicato allo schermo, legga realmente l'immagine restituita dal monitor.
Insomma, ritengo questo strumento un fondamento per la gestione a monitor e per la stampa delle proprie immagini

Credo che, tra tanti acquisti, questo sia un oggetto di enorme utilità e soprattutto sarà un acquisto per sempre.
Per chi fosse resistente all'acquisto, si potrebbero elencare diverse soluzioni software, alcune delle quali addirittura gratuite, ma che, purtroppo, devono contare sugli occhi di chi sta facendo la calibrazione per creare la LUT. Sfortunatamente, la capacità del nostro occhio di discernere tra i vari colori è abbastanza limitata, non paragonabile assolutamente all'occhio elettronico di un sensore specifico. In altre parole, la LUT risultante non sarà mai perfetta.

A tutti gli effetti il concetto di Gestione del Colore inclusa la calibrazione di monitor e di tutti i sistemi utilizzati per manipolare le immagini non avrebbe senso se poi i programmi di fotoritocco e più in generale i sistemi di elaborazione non tenessero conto delle regolazioni e del modo in cui le diverse periferiche gestiscono i colori.

Ogni periferica è dotata del proprio profilo poiché ogni dispositivo interpreta e utilizza i colori in modo differente rispetto agli altri; compito importante del profilo colore o profilo ICC è quello di descrivere il comportamento dei singoli componenti rispetto alla gestione del colore.

Utilizzando queste informazioni, un sistema di elaborazione immagini quale ad esempio Photoshop o Nikon Capture è in grado di “adattare” i propri dati memorizzati nelle immagini alle caratteristiche di ogni periferica garantendo in ogni momento uniformità e precisione nei risultati.
Utilizzando il profilo ICC del monitor si assicura fedeltà e precisione nella visualizzazione delle immagini adattando i dati originali alle caratteristiche del proprio monitor e minimizzandone i difetti.

I profili colore per le stampanti consentono invece di adattare quanto memorizzato nei file digitali in modo da essere riprodotto con precisione tenendo in considerazione le caratteristiche di carta e inchiostri della nostra stampante.

La gestione del colore quindi è fondamentale per chiunque desideri avvicinarsi
in modo serio e produttivo alla manipolazione e rielaborazione delle immagini ed è l’unico modo per essere certi che quanto è stato fotografato possa essere riprodotto con precisione e in modo fedele all’originale.


regolazione a 16 colori

regolazione a 65.000 colori

regolazione a 65.000 colori

Informazioni preliminari
In questo capitolo vengono illustrati i cenni generali su:
Preparazione all'uso del software
Impostazione di un ambiente di visualizzazione appropriato
Calibrazione e caratterizzazione di un monitor
Determinazione di quando occorre creare un profilo per il monitor

Il software di MonacoOPTIX è un programma che consente di creare profili conformi allo standard ICC per monitor di tipo CRT ed LCD.
Vi ricordo che, MonacoOPTIX non è una soluzione completa di gestione del colore (CMS, Color Management System), ma ne costituisce un componente. Un monitor dotato del relativo profilo non garantisce che il colore visualizzato a schermo corrisponda a quello in output. Esistono molte variabili che non sono correlate al monitor (quali ad esempio la calibrazione a livello di sistema, le condizioni di visualizzazione, lo stock della carta, la pratica dell'operatore, e così via) e che è necessario avere sotto controllo per garantire la totale prevedibilità del processo. Solo una completa soluzione di gestione del colore, quale MonacoPROFILER, può assistere l'utente nell'ottenere risultati prevedibili.

Ambiente di Visualizzazione
Quando si lavora con i profili ICC è fondamentale adottare condizioni di illuminazione coerenti e controllate.
L'illuminazione ambientale che colpisce il monitor da una sorgente esterna influisce sulla percezione dei colori visualizzati. Durante la creazione, la modifica o l'uso del profilo di un monitor, l'illuminazione della stanza deve poter essere standardizzata e controllata. Creare il proprio profilo utilizzando le medesime condizioni di illuminazione circostanti che si adotteranno quando si visioneranno le immagini utilizzando il profilo. Quando si creano profili CRT, i livelli dell'illuminazione circostante dovrebbero essere tenuti piuttosto tenui. Se possibile, schermare dalla luce circostante l'area di visualizzazione dello schermo.
Allo stesso modo, è opportuno standardizzare e controllare anche gli altri fattori ambientali che influiscono sulla percezione del colore. Ad esempio, adottare un piano della scrivania di un grigio neutro ed evitare di posizionare il monitor accanto a finestre, luci intense o oggetti dai colori forti. L'ambiente di lavoro (superfici di lavoro, pareti, pavimento, soffitto) dovrebbe essere tenuto il più neutro possibile.

 

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