Hardware e software costituiscono un'accoppiata molto potente per dare alla macrofotografia una marcia in più. La qualità di un Micro-Nikkor, unita alla potenza dei programmi di elaborazione, permette un controllo molto elevato della nitidezza, arrivando ad estenderla oltre i limiti dovuti alle leggi della fisica ottica.
 

» Introduzione: il problema della scarsa profondità di campo in macro » L'evoluzione delle tecniche: basculaggio, macrofotografia con luce laminare, fusione dei livelli con il digitale
» Fusione livelli con Adobe Photoshop™ » L'alternativa per la macrofotografia: Helicon Focus™
» Principio di funzionamento, leggi dell'ottica e postproduzione » La tecnica di ripresa a mano libera
» La tecnica di ripresa su cavalletto » Conclusioni

 

La tecnica di ripresa su cavalletto

Ovviamente il cavalletto costituisce il sistema migliore per azzerare i movimenti della fotocamera, ma nulla può contro quelli del soggetto.
Questi gli accorgimenti:

  1. diaframma chiuso a valore intermedio, per avere una buona profondità di campo e sfruttare al meglio la qualità dell'obiettivo
  2. variare la messa a fuoco con passi frequenti e regolari
  3. lavorare a priorità di diaframma A (anche la variazione del diaframma è causa di modifiche alla dimensione dell'immagine)

se il cavalletto non è granitico, usare l'autoscatto o il VR per compensare la vibrazione della fotocamera


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L'apertura del diaframma determina la nitidezza in due modi: a tutta apertura gli obiettivi possono avere un calo di prestazioni, a tutta chiusura la diffrazione della luce riduce la nitidezza.
Il primo problema è praticamente risolto dalla qualità dei Micro-Nikkor, che anche a tutta apertura sono ottimamente corretti per le aberrazioni e rendono in modo superbo.
Quanto alla diffrazione non vi è nulla da fare: è un fenomeno ottico e nulla può limitarla. Unica precauzione è, quando possibile, evitare gli ultimi due valori di chiusura.

In esterno è utile predisporre un sistema, anche improvvisato e artigianale, per limitare il vento: un telino teso a barriera, un amico volenteroso che fa da scudo (senza fare ombra!), un pannellino di schiarita (che in genere non guasta anche per equilibrare la luce).
Un accessorio risulta utile per applicare su cavalletto la stessa tecnica della ripresa a mano libera per focheggiare variando la distanza: è la Staffa Micrometrica 454 prodotta da Manfrotto. Permette di muovere la fotocamera con dolcezza e precisione lungo l'asse ottico, con un innegabile vantaggio in termine di stabilità.


Questo confronto mette in risalto la differenza di risultato fra un'immagine ripresa con la tecnica di fusione
dei livelli e una con la chiusura del diaframma al massimo valore.
Immagini realizzate in studio con AF-S VR Micro-Nikkor 105mm f/2.8 G IF-ED su D700, macchina su cavalletto
in cabina di luce, illuminazione 5000K.
Spostamento manuale della messa fuoco per l'immagine di sinistra (f/8, T 1/125s, ISO 200), per complessive
nove immagini; messa a fuoco al centro dell'oggetto per l'immagine a destra (f/45, T 0,3s, ISO 200).



Conclusioni

Questa tecnica è sicuramente ancora giovane, perlomeno nella fotografia amatoriale e professionale di tipo non scientifico. Gli algoritmi e la potenza di calcolo miglioreranno sicuramente in futuro permettendo di ottenere risultati sempre migliori.
Per ora è un qualcosa in più che può essere sfruttato anche per ottenere risultati esteticamente interessanti.
Le immagini di questo eXperience vanno considerate un punto di partenza: non sono stati utilizzati particolari accorgimenti in ripresa e in postproduzione, addirittura si sono fatti esperimenti a mano libera. I ritocchi sono stati eseguiti con il mouse (strumento a disposizione di chiunque), anziché con la tavoletta grafica, senza richiedere più di un paio d'ore a foto, nei casi più complessi.
Gli schemi di luce sono stati volutamente semplici: sole pieno a metà mattina, cabina di luce in studio.
Un'ultima considerazione merita una certa importanza: lavorando a tutta apertura e scegliendo opportunamente il campo di scatto, si possono ottenere in macrofotografia effetti simili a quelli dei Defocus Control 105mm f/2D AF DC-Nikkor e 135mm f/2D AF DC-NIKKOR, cioè una nitidezza estremamente elevata sul soggetto con lo sfondo completamente fuori fuoco.

Questa ultima foto ne è un esempio.

Clicca sull'immagine per navigarla ad alta risoluzione
Fusione di 22 NEF con Helicon Focus™ eseguita variando la distanza obiettivo-soggetto di 0,62mm ad ogni scatto,
utilizzando la Staffa Micrometrica Manfrotto 454 per ottenere una elevata precisione nel movimento della fotocamera.
Rapporto di riproduzione 1:1 con AF-S VR Micro-Nikkor 105mm f/2.8 G IF-ED su D700; f/4.8, T 1/125s, ISO 200.
 

 

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