Nikon Df: l’anello di congiunzione tra il secondo e il terzo millennio

A cura di: Gerardo Bonomo

Nikon ridisegna i confini tra le fotocamere Nikon reflex a pellicola e le Nikon reflex digitali con l’introduzione della Nikon Df, una fotocamera digitale in grado di utilizzare la quasi totalità degli obiettivi che Nikon ha prodotto dal 1959 ad oggi.

 

Un po' di storia Un primo sguardo da vicino
Porsi un obiettivo 16 milioni di pixel, 39 punti AF, 5,5 fps…
Gli accessori del sistema Scattare
Trasmettere e ricevere Obiettivi e conclusioni

Trasmettere e ricevere

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Il modulo Wi-Fi Nikon WU-1a.

L’unico motivo per cui tutti noi scattiamo immagini anche con il nostro smartphone è dato dal fatto che possiamo condividere le immagini in rete immediatamente dopo lo scatto, oltre al fatto che le immagini rimangono nella memoria dello smartphone e possono poi essere riviste o mostrate ad altri, forse con una punta di facilità in più rispetto ai sistemi di visualizzazione e di ricerca delle immagini presenti nella scheda di memoria inserita in una fotocamera. Il però lo conosciamo tutti: ad oggi nessuno smartphone può eguagliare la qualità di un’immagine realizzata con una fotocamera, non parliamo poi della differenza se stiamo usando una reflex, anche la più entry level. Un paragone coerente è quello di un miope che per non avere un peso sul naso decide di lasciare a casa gli occhiali prima di trascorrere un’intera giornata in un importante museo, piuttosto che lungo il sentiero di un bosco meraviglioso.
Tutti i suoi ricordi risulteranno irrimediabilmente sfuocati. Nikon, prima di presentare la Nikon Df, ha azzeccato un altro ennesimo prodotto: si tratta della Nikon D5300: a noi piace oltre misura: è leggera e compatta, ha il monitor che può essere ruotato e posizionato anche lateralmente alla fotocamera, ma soprattutto incorpora sia il modulo WiFi che il modulo GPS. Ora, non si tratta solo del fatto che in questo modo il rapporto qualità/prezzo/prestazioni migliora, ma anche del fatto che non solo i moduli WiFi e GPS non vanno acquistati a parte, ma neppure che vanno inseriti come accessori esterni alla fotocamera, rendendola, certamente non più pesante, ma sicuramente meno snella.

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L’adattatore wireless per la comunicazione con dispositivi mobili WU-1 A permette di connettere in modalità Wi-Fi la Nikon Df a tablet e smartphone.

 

Detto questo, la Nikon Df non incorpora né un modulo WiFi né un modulo GPS ed entrambi sono naturalmente disponibili come accessori. Il modulo WiFi può sembrare dei due accessori quello che aggiunge maggiori implementazioni alla fotocamera: permette infatti non solo di eseguire il download delle immagini presenti sulla scheda della Df su un tablet piuttosto che uno smartphone ma anche di remotare lo scatto della fotocamera. L’adattatore wireless per la comunicazioni con dispositivi mobili adatto alla Nikon Df è il modello WU-1a; Nikon ha a catalogo anche un secondo modello, il WU-1b; la differenza è solo nel tipo di attacco per la connessione diretta alla fotocamera, le caratteristiche sono le medesime, il WU-1a può essere impiegato con la Df e con altre DSRL Nikon, il modello WU-1b con altri modelli di DSRL Nikon. Il funzionamento si basa su una trasmissione WiFi per attivare la quale però non è necessario disporre di router WiFi ma semplicemente di attivare la connessione WiFi sullo smartphone o sul tablet nel quale sarà stata in precedenza istallata la App WMUA, Wireless Mobile Utility disponibile sia per piattaforma Android da Google Play che iOS da Apple Store. In merito, segnaliamo anche i link per raggiungere il manuale in italiano dell’applicazione Nikon Wireless Mobile Utility per OS Android e Nikon Wireless Mobile Utility per Apple iOS.
A partire dalla fine del 2013 la APP Nikon Wireless Mobile Utility è stata implementata aggiungendo la funzione di georeferenziazione delle immagini sfruttando l’unità GPS dello smartphone: è infatti possibile sia georeferenziare le immagini nel momento dello scatto, che durante il download delle immagini appena scattate dalla scheda di memoria allo smartphone. In questo modo è possibile georeferenziare le immagini anche senza avere a disposizione l’unità GPS GP-1 connessa alla Nikon Df. Va tenuto presente però che alcuni dati, come l’altitudine e l’ora UTC sono disponibili solo utilizzando l’unità GPS Nikon GP-1.Ingrandisci l'immagine

Anche per questo accessorio abbiamo già riferito in una specifica eXperience monografica alla quale vi rimandiamo. Oltre che ad effettuare il download tanto delle immagini in formato JPG che NEF, attraverso il WU-1a è anche possibile remotare lo scatto, con la possibilità di effettuare prima dello scatto la messa a fuoco solo in AF semplicemente sfiorando il display del tablet o dello smartphone; viene anche visualizzato il tempo di scatto e il diaframma impostati sulla o dalla fotocamera, il numero di scatti rimanenti che possono essere salvati sulla scheda di memoria della fotocamera e lo stato di carica della batteria della fotocamera. Non ultimo, sul display del device compare anche in live view l’inquadratura effettuata dalla fotocamera. La portata massima della connessione stabilita tra la Nikon Df e il device è di circa 20 metri.

È possibile sia trasferire le immagini presenti sulla scheda di memoria sul dispositivo mobile – sia in formato JPG che NEF – che osservare in live-view sul display dello smartphone o del tablet l’inquadratura della fotocamera e scattare a distanza.

Ricevere

Nel 45 a.C. Giulio Cesare fece costruire una strada che doveva congiungere Milano con Vienne all’epoca capitale della terra dei Allobrogi. Questa via, chiamata Alpis Graia, venne utilizzata fino al 1858, quindi solo per oltre duemila anni, prima di essere sostituita dalle strade statali SS26 e RN90.

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Il modulo GPS Nikon GP-1 permette alla Nikon Df di registrare i dati di Latitudine, Longitudine ed Altitudine oltre a fornire l’ora UTC.
 

Probabilmente Giulio Cesare non aveva con sé un GPS, ma neppure una carta geografica eppure...
Touring Club Italiano e i suoi mitici Atlanti Stradali, scala 1:200.000 divisi in tre tomi, Nord, Centro e Sud. Per me che sono nato e vivo appunto all’inizio della via Alpis Graia, quindi a Milano, l’Atlante del Nord era quello più sfogliato e quindi sgualcito, mentre le copertine degli atlanti del Centro e del Sud sbiadivano senza lamentarsi appoggiati alla cappelliera sotto il lunotto posteriore della macchina; quando usciva una nuova edizione spesso si comprava esclusivamente il tomo del Nord che alla fine, pur più consultato, aveva la copertina più nuova delle due restanti parti d’Italia, dove per altro la possibilità che venissero inaugurati nuovi svincoli autostradali erano inferiori rispetto al Nord, da cui la necessità di aggiornare innanzitutto l’Atlante del Nord.

A farmi compagnia, soprattutto sul lavoro quando ero giovane e pieno di belle speranze erano i Tutto Città, ovvero gli stradari delle principali città e cittadine italiane, forniti con le mitiche Pagine Gialle. Io portavo con me persino una bussola: erano anche i tempi dei veri nebbioni, quando ti sembrava, specie di notte, di navigare in un grande acquario pieno di orzata e si guidava con la testa fuori dal finestrino per indovinare la linea di mezzeria e ritardare i possibilissimi i frontali. La mancanza di cinture di sicurezza e di air bag rendeva tutto avventuroso come scalare la Nord dell’Eiger con gli occhi bendati. Il mio primo GPS fu un Magellan: non era possibile caricare mappe, dava solo latitudine e longitudine e tracciava sul display la traccia del percorso man mano che si avanzava, con la stessa precisione dei sassolini lasciati dal fratello di Gretel, Hänsel, nell’omonima fiaba dei fratelli Grimm.

Ancora oggi una carta geografica, non disporrà della guida vocale, ma di certo non si spegne se si scarica la batteria, non avendola…

 

Era però possibile caricare dei punti geografici prima di partire per il lungo viaggio, inserendo per ogni riferimento longitudine e latitudine. Moltissimi anni fa, programmando un viaggio a Colonia passai una notte a tavolino programmando poi a mano la rotta inserendo decine e decine di ”landmark”; avevo programmato di risalire la Germania lungo la strada che corre a destra del Reno; peccato che un mio collega, quando gli toccò di mettersi al volante, attraversò il Reno e arrivò a Colonia lungo la strada che correva a sinistra del fiume. Basta divagare. Torniamo alla fotografia. Quando scattavo su diapositiva scrivevo col pennarello diversi riferimenti sul bordo bianco del telaietto, di norma la data di scatto (presunta) e il luogo (ancora più presunto). Quando poi le dia andavano reintelaiate con i mitici telaietti Gepe tutti questi “metadati” spesso non venivano ricopiati sul nuovo telaietto e così il dove e il quando era stata scattata una dia rimanevano domande perennemente prive di risposta. Detto questo, non sono molti gli utenti che oggi approfittano dei GPS per georeferenziare le proprie immagini. Comprensibile quando si fotografano landmark celebri e facenti parte del patrimonio universale dell’umanità, meno quando si fotografa tutt’altro, come uno splendido ginepro contorto dietro alla duna di un litorale selvaggio e dove magari si vorrebbe ritornare una seconda volta e di cui comunque si vorrebbe ricordare esattamente dove è stata scattata la foto.

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Dove è stata scattata questa foto?
E questa?
L’unità GPS Nikon GP-1 si collega alla Nikon Df attraverso il terminale accessori, il medesimo a cui si connette anche il cavo di scatto MC-DC2. Per connettere simultaneamente sia l’unità GPS che il cavo di scatto è sufficiente collegare il cavo di scatto direttamente all’unità GPS GP-1 attraverso la replica del terminale accessori presente sul lato destro del GP-1.


Nikon da tempo ha reso disponile una unità GPS esterna, compatibile con la maggior parte delle reflex DSLR Nikon (oltre che con la COOLPIX A di cui abbiamo riferito in questa eXperience e la COOLPIX P7800). Si tratta dell’unità GPS Nikon GP-1. Anche per questo prodotto abbiamo scritto una eXperience a cui vi rimandiamo per i dettagli correlati. Una volta connessa via cavo alla fotocamera l’unità GPS Nikon GP-1 comincerà a cercare i satelliti GPS e quando ne avrà triangolati almeno tre sarà pronta per salvare nei metadati dell’immagine, al momento dello scatto, longitudine, latitudine, altitudine e l’ora UTC (Coordinate Universal Time) meglio conosciuta come ora di Greenwich. Dopo aver scaricato le immagini sul computer, utilizzando la suite gratuita Nikon ViewNX2/Nikon Transfer, sarà possibile selezionando un’immagine georeferenziata vedere sul Google Maps in che punto preciso è stata scattata con un EPE (Estimated Positional Error) in orizzontale massimo di 10 metri. A questo si aggiunge anche la memorizzazione dell’ora UTC, necessaria per avere un precisissimo riferimento anche sulla data e ora di scatto, indipendentemente da quanto è stato regolato con precisione l’orologio interno della fotocamera, e dal fuso orario del luogo in cui è stata scattata l’immagine piuttosto che l’utilizzo dell’ora legale o meno (attraverso le coordinate si evidenzia il preciso luogo dove è stata scattata l’immagine e di conseguenza in fuso orario che verrà confrontato con l’ora UTC memorizzata). Selezionando più immagini georeferenziate scattate a una distanza di tempo non eccessiva una dall’altra è anche possibile ricostruire attraverso il software Nikon ViewNX2 il percorso effettuato durante lo shooting.

Obiettivi

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Il nuovo AF-S Nikkor 58mm f/1.4 G: 9 elementi di cui due asferici in 6 gruppi e diaframma a 9 lamelle circolari per una qualità sbalorditiva centro/bordo anche in prossimità della tutta apertura.

 

Obiettivamente, è venuto il momento di pensare alle ottiche. Inserire gli obiettivi nell’elenco degli accessori di una fotocamera è a dir poco riducente. Eppure l’obiettivo non è considerato come dovrebbe da molti utenti: mediamente si vende un obiettivo opzionale in più ogni due fotocamere, questo significa che molti utenti ritengono più che sufficiente l’obiettivo che sempre più spesso si trova in kit con la fotocamera, di norma uno zoom con focale equivalente nel formato FX 28-75mm, innocenti 3x dove la plastica la fa da padrona e non solo nel barilotto.

Sarà quel che sarà, ma io uso spesso il 18-55mm DX di Nikon e con risultati più che sufficienti a molte delle mie necessità professionali, sapendo al contempo perfettamente che se voglio dare una marcia in più alle mie immagini devo orientarmi verso ben altri vetri. Con le fotocamere a pellicola la risoluzione massima dipendeva appunto dal potere risolvente della pellicola, ben inferiore rispetto al teorico potere risolvente di un obiettivo. L’obiettivo doveva certo essere di qualità, ma altrettanto la pellicola e il suo trattamento di sviluppo; per lavorare al meglio si usavano pellicole a bassissima sensibilità, con obbligo del treppiedi. Il collo di bottiglia rimase il sistema di registrazione, quindi il sensore, anche nelle fotocamere digitali, ma nel corso di dieci anni il potere risolvente dei sensori – che non dipende solo dal numero di megapixel ma da altri fattori, per esempio l’eliminazione del filtro anti aliasing – è aumentato in progressione geometrica, al punto che oggi il collo di bottiglia è stato rimesso al suo posto, quindi nella bottiglia. Se quindi si fotografa con un fondo di bottiglia – come vengono definiti alcuni obiettivi “economici”- non si otterrà certo il massimo dalla propria fotocamera, anzi si otterrà il minimo e il risultato sarà ancora più scadente che se l’immagine fosse stata scattata con lo stesso obiettivo su una fotocamera digitale di una decina di anni fa.

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Il reflex-Nikkor 500mm f/8. Prodotto a partire dal 1968, questo catadiottrico è ancora perfettamente compatibile con fotocamere digitali Nikon come la Df. Sul formato FX del sensore della Nikon Df la focale è esattamente 500mm (750mm in formato DX).

La Nikon Df è disponibile in kit con il nuovissimo obiettivo AF-S NIKKOR 50mm f/1.8G Special Edition. Identico da un punto di vista ottico all’AF-S NIKKOR 50mm f/1.8G presentato nell’aprile del 2011 si distingue per la presenza di un anello silver inserito alla base dell’obiettivo che ne rende la livrea simile a quella degli obiettivi Ai. Mentre la Nikon Df Black va a nozze con la livrea di tutti gli obiettivi Nikon la versione Silver certo meglio si unisce a quella del nuovo 50mm f/1.8. Il kit è stato previsto direttamente da Nikon Japan e si tratta comunque di un kit inconsueto in quanto il 99% dei kit reflex + obiettivo di qualsiasi fabbricante prevedono come obiettivo, appunto, e di norma, uno zoom. Ma parlando della Df si dà per scontato che la maggior parte degli utenti possegga già un corredo di ottiche Nikon, e quindi questo 50mm si va semplicemente ad aggiunge. Visto che in fotocamere come la Df il feticismo è d’obbligo, rimane un obiettivo imperdibile per la sua riuscita accoppiata estetica, così come lo fu il Nikon 45mm f/2.8 P che venne presentato sia in versione black che silver insieme alla Nikon FM3A, presentata nel febbraio del 2001 durante il PMA: era l’obiettivo specificatamente dedicato da un punto di vista estetico, innanzitutto alla Nikon FM3A che è stata di recente coprotagonista in un’eXperience sul bianco e nero.

Molti sono già alla ricerca della Nikon Df body only, ma io direi invece che questo cinquantino vale la pena di tenerselo. Innanzitutto da un punto di vista di “collezione”: le ottiche Nikon 45mm f/2.8p sono da tempo ricercatissime arabe fenice. È vero che il sistema AF Multicam 4800 della Nikon è in grado di lavorare anche con obiettivi con apertura f/8, è che è sensibile fino a soglie di luce, anzi di tenebre da – 1 EV; è altrettanto vero che essendo la Nikon Df una fotocamera full frame, anzi, per dirla alla Nikon, FX e che non c’è bisogno di aprire letteralmente un obiettivo con un divaricatore per avere un perfetto fuori fuoco dietro al soggetto. Ma anche in una fotocamera che ha un range di sensibilità ISO che si spingono fino a 204.800 (equivalente) gli stop di luminosità in più non si rifiutano mai. Come diceva il grande Carlo Verdone, in uno dei tre personaggi da lui interpretati nel film Grande, grosso e Verdone, il coatto Moreno Vecchiarutti: “Li prenda, che le servono!”. D’altronde, basta pensare agli utenti di un notissimo brand fotografico tedesco che non prendono mai in considerazione ottiche meno luminose degli f/1.4 per capire che le ottiche non sono mia abbastanza luminose. Lo schema ottico è un 7 lenti di cui una asferica in 6 gruppi; il diaframma è un 7 lamelle circolari per ottenere uno strepitoso effetto bokeh e una migliore risoluzione a qualsiasi apertura rispetto a un diaframma con numero di lamelle inferiori piuttosto che non circolari. Se avete già delle ottiche Nikon buon per voi, soprattutto se possedete anche delle ottiche F o Ai.

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La livrea del nuovo obiettivo AF-S Nikkor 50mm f/1.8 è stata impreziosita e resa più classica con una ghiera anodizzata, la stessa che distingueva gli obiettivi Nikon Ai, a destra nell’immagine il Micro Nikkor 55mm f/2.8.

Diversamente, non è proprio obbligatorio comprarsi un obiettivo F di cinquant’anni fa, ma almeno un Ai direi proprio di sì, così da poter tornare a focheggiare manualmente con una ghiera di messa a fuoco nata proprio per la focheggiatura manuale, oltre che a diaframmare impostando manualmente il diaframma attraverso l’apposita ghiera, che dall’introduzione delle ottiche di tipo G è scomparsa dagli obiettivi Nikon anche AF. Tra l’altro, quest’anno corre l’anniversario degli 80 anni da quando Nikon, anzi, Nippon Kogaku K.K appunto nel 1933 presentò la sua prima ottica fotografica. History Nikkor - The Thousand and One Nights.

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La Nikon F corredata dell’obiettivo Nikkor –H Auto 50mm f/2 usato in questo articolo. Chi conosce il giapponese può leggere la dicitura Università di Kyushu. (Cortesia Ryuichi Watanabe, Milano).
Nikon ha a catalogo ancora pochi obiettivi manual focus. C’è naturalmente la possibilità di reperire la maggior parte degli obiettivi Nikon manual focus fuori produzione come usati. Ma c’è ancora una produzione di ottiche manual focus nuove con innesto Nikon. Qui uno Zeiss Planar 1.4/50 ZF2.
Il Micro Nikkor AF 60mm f/2.8D. È stato sostituito dal nuovo AF-S Micro Nikkor 60mm f/2.8 G ED IF. Il modello D dispone della ghiera meccanica dei diaframmi per essere utilizzato anche sulle fotocamere Nikon a pellicola prive di contatti CPU. Tutti gli obiettivi di tipo D sono naturalmente compatibili con la Nikon Df.

Ma torniamo ai mitici Ai piuttosto che agli F: la Nikon Df non solo è in grado di utilizzarli ma è anche possibile memorizzare fino a 9 differenti obiettivi nell'apposito menù “dati obiettivo senza CPU”: potr&agra

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