Fotografia immersiva nei formati Nikon FX e DX con obiettivi fisheye Nikkor

A cura di: Sergio Porrini

» Introduzione » La Nikon D700
» FX verso DX: i vantaggi del sensore a pieno formato 35mm » Le ottiche grandangolari ed il formato FX
» I limiti fisici degli obiettivi » Prova pratica FX
» Le ottiche del formato DX » Genesi di una VR: la notturna di CastelGandolfo
» La nuova frontiera VR sui palmari: iPhone e iPod Touch » Conclusioni

 

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Introduzione

I termini “fotografia immersiva” o “realtà virtuale fotografica” sono ormai conosciuti. L'immagine immersiva non è altro che un'immagine interattiva, nella quale l'utente si trova al centro della scena. Nel precedente eXperience abbiamo esaminato il classico workflow di una comune reflex DX – la Nikon D80. Da allora è stato presentato il formato Nikon FX. Molti si chiederanno: che vantaggi si possono avere utilizzando una D3, una D3x o una D700 a pieno formato 35mm nella fotografia immersiva? Quali ottiche vanno utilizzate?
Questo eXperience affronta l'argomento cercando di descrivere le diverse variabili legate a questi aspetti.

C'ERA UNA VOLTA…

Milano, luglio 1978. In un'assolata Milano della fine degli anni ‘70, al termine degli esami di maturità, riesco a farmi regalare dai miei la prima reflex Nikon. Entro in un negozio fotografico nei pressi di Piazza del Duomo. Come reflex, avrei voluto la Nikon FM, ma alla fine, per motivi economici, mi oriento sulla Nikkormat FT2 nota anche, in Giappone, come Nikomat FT2.
Dovendo acquistare un'ottica normale e luminosa per la reflex, il negoziante propone il fantastico Nikkor 55 f/1.2, ma il costo è proibitivo.
Ricordo ancora il rimpianto, quando il negoziante ha ripreso dalle mie mani il prezioso obiettivo e lo ha riposto nella sua vetrina. Scelgo alla fine un Nikkor 50mm f/1.4. Uscito dal negozio, rivolgo un ultimo fugace sguardo alla vetrina, popolata da corpi macchina ed ottiche da sogno.


Galleria dell'Accademia, febbraio 2008

Milano, estate 1984. Passa qualche anno, ed in una vetrina di un negozio di Milano noto un obiettivo Nikkor, che cattura la mia attenzione a causa dello strano paraluce: si trattava del Nikkor 16mm fisheye, un'ottica costosa.
Avevo letto alcuni articoli sui grandangolari estremi e mi è sempre piaciuta la fotografia con ottiche grandangolari. Soprattutto, avevo trovato intriganti le proprietà uniche delle immagini fisheye. Nel frattempo, ho acquistato la Nikon FE2.

Firenze, febbraio 2008. Dopo quasi 10 anni di riprese di immagini immersive di Realtà Virtuale fotografica (VR), sono in Galleria dell'Accademia di Firenze.
Sto realizzando alcune immagini VR immersive della Galleria per un CD-ROM multimediale della Galleria dell'Accademia che sto producendo insieme a Bassmart.
Mi accompagna Corrado, un amico di Alphabeti, la società che realizzerà il CD.
Mentre sto scattando nella Tribuna del David con la Nikon D300 ed il fedele Nikkor 10.5mm fisheye, ho un improvviso flashback. Mi viene in mente di colpo l'immagine del 16mm, con il suo rassicurante barilotto di metallo e la ghiera di messa a fuoco d'altri tempi. Mi chiedo se quella visione di oltre vent'anni prima non sia stata decisiva, quando ho deciso – molto tempo dopo - di cimentarmi con la realtà virtuale fotografica. Penso anche alla Nikon FE2, una reflex solida, con i suoi comandi manuali essenziali, che in un certo senso mi hanno insegnato a lavorare in modalità manuale anche con una reflex moderna e sofisticata come la D300. D'altra parte, quando lavoro con le immagini VR, uso ancora l'iperfocale e l'esposizione manuale, proprio come allora.
Il David che mi sovrasta, con il suo sguardo fiero, per un momento sembra guardare verso di me…



La Nikon D700

Ho avuto la possibilità di lavorare con molte reflex digitali Nikon, dalla D100 alla D70, dalla D2x alla D80, fino alla D300.
Da diversi mesi è disponibile la Nikon D700 che segue, a distanza di circa un anno, l'ammiraglia D3 ora affiancata dalla sorella ad estremizzata risoluzione D3x. Entrambe le macchine condividono lo stesso sensore a pieno formato 24x36mm, chiamato FX.


La reflex Nikon D700

Un aspetto interessante delle reflex Nikon FX, che spesso viene trascurato anche nelle recensioni della D3, è invece la possibilità di utilizzare una parte del sensore FX, per simulare un sensore in formato DX.
Poiché le ottiche grandangolari, in particolare quelle estreme, mettono alla sbarra qualunque reflex digitale, ho deciso di provare la D700 con due ottiche fisheye a pieno formato: il Nikkor 16mm f/2.8D (in modalità FX) e il Nikkor 10.5mm f/2.8 DX (in modalità DX).


UNA REFLEX: DUE SENSORI
Sotto certi aspetti possiamo affermare che la D700 è una reflex con due sensori: un sensore a pieno formato FX ed un sensore DX.

Quando la D700 utilizza un'ottica DX, effettua un taglio “crop” della parte centrale del sensore FX, simulando un sensore DX.
Se è naturale che il sensore FX a 12 Mpixel offre la massima risoluzione, la possibilità di poter utilizzare, sulla D700, anche ottiche DX rappresenta un vantaggio non da poco.

In modalità DX, la risoluzione di lavoro scende a 5 Mpixel (più di 10MP per la D3x usata in crop DX), però si mantengono molti vantaggi del sensore FX, con la possibilità di utilizzare le ottiche DX presenti nel corredo del fotografo. Ma ora confrontiamo le proprietà del sensore FX e del sensore DX.


I PIXEL DEL SENSORE FX D700 RISPETTO AL SENSORE DX D300

È interessante confrontare la Nikon D300 con sensore DX con la D700 (FX), che sono entrambe reflex di circa 12 Mpixel.

  FX – D700 DX - D300
Dimensione (mm) 36.0 x 23.9mm 23.6 x 15.8mm
Pixel effettivi 12.1 milioni 12.3 milioni
Dimensione immagine (pixel) 4,256 x 2,832 4,288 x 2,848
Dimensione del pixel (µm) 8.45µm 5.5µm

Si nota la maggiore dimensione del pixel nel sensore FX rispetto al DX che è la ragione, assieme alle esclusive microlenti adottate, della superiore latitudine di posa e del basso rumore del sensore FX.
Il pixel del sensore FX, che ha una superficie più che doppia del pixel DX, cattura infatti più luce e quindi è in grado di gestire meglio variazioni di luminosità della scena (maggiore dinamica) e presenta un rumore nelle ombre minore (è necessaria un’amplificazione minore del segnale). Importante è inoltre la gestione della luce attraverso le microlenti del sensore: la D700 utilizza l’ultima evoluzione tecnologica in questo senso, allo scopo di catturare più luce, a parità di dimensioni dei pixel.

 

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