High Dynamic Range: le potenzialità della pittura nella fotografia digitale

A cura di: Stefano Natrella

A cura di Stefano Natrella

Premessa Introduzione
Gamma dinamica luminosa totale Fotografare: attrezzatura e shooting
Sviluppo RAW/NEF con ViewNX HDR con Photomatix Pro
HDR in Photoshop CS3 e Tone Mapping Plug-in HDR in Paint Shop Pro PHOTO X2

 

Gamma Dinamica Luminosa totale

Sì, ma che cos'è un HDR High Dynamic Range? Riassumendo brevemente, possiamo dire di aver ottenuto un'immagine in HDR quando tutti i valori di luminanza presenti nella scena, dal più scuro al più luminoso, sono visibili nel file ma meglio ancora racchiusi nella più ristretta gamma offerta dal media di visualizzazione o dalla stampa.

In generale, il Range Dinamico (o Gamma Luminosa) presente in un'immagine del mondo attorno a noi, è in proporzione 100.000 a 1, mentre la gamma percepibile dal nostro occhio è circa 10.000 a 1 e di questo valore quello registrato da una fotocamera reflex digitale è solo di 400 a 1.
Valore destinato a scendere ad ogni successivo passaggio, stampa finale compresa.

A computer, adottando 16, 32 o anche 64bit per canale colore è possibile ottenere una estremizzata gamma numerica di variazione luminosa tra il bianco ed il nero assoluto di una ipotetica immagine ma la stessa dovrà comunque poi essere compressa per essere rappresentata nei media di visualizzazione o stampa. Con la tecnica HDR si forniscono al computer fotografie di densità diverse che il software distribuirà sull'estremizzato range a 32bit mettendo nell'ipotetico istogramma conseguente a sinistra lo scatto più scuro, a destra quello più chiaro ed in mezzo tutti quelli intermedi. Semplificando, si può dire che le potenzialità software permetteranno quindi di armonizzare la miscelazione multicanale dei vari piani luminosi e quindi del contrasto settoriale prendendo dall'immagine più chiara i valori densi, da quella più scura i valori di luce e dagli intermedi la restante gamma.

Tralasciando le differenze di gamma registrabile in unico scatto dalle attuali DSLR e di questa i valori di campionamento digitale A/D a 12 o 14 bit gestiti dai singoli modelli a computer a 16 bit avremo:

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Dalla profondità di 1 bit a due valori per visualizzare il bianco ed il nero fino agli oltre 4 miliardi di valori
monocromatici della profondità colore a 32 bit: tra la percezione della realtà dell'occhio umano e di un foglio di
carta fotografica è ogni volta una sfida atta a conservare nella stampa finale l'immagine che più si avvicina
a quella percepita osservando la scena nella realtà.
(i grafici sono tratti dal libro Fotografia Digitale Reflex di Giuseppe Maio).

È chiaro come gran parte della gamma di luminosità presente in un'immagine si perda in una fotografia digitale anche se perfettamente esposta. Un esempio concreto è la classica immagine del sole che tramonta dietro al mare: se esponiamo correttamente la superficie marina le nuvole risulteranno irrimediabilmente sovraesposte ed il contrario avverrà se esponiamo correttamente le nuvole.

Ripeto: non stiamo parlando della tecnica per esporre correttamente e dei principi base della fotografia, oggi tutte le fotocamere digitali, dalle più modeste compatte alle più perfette reflex digitali, possiedono variegati sistemi di misurazione ed esposizione per ottenere, da ogni scena, la più soggettiva volontà d'esposizione. Non esiste, per i limiti suddetti, una tecnica che consenta con un singolo scatto di abbracciare tutta la gamma estremizzata di luminosità: se la gamma di luminosità è molto estesa, saremo costretti ad esporre per le ombre o per le luci per enfatizzare la visualizzazione delle une o delle altre. Si tratta di trovare un sistema che ci permetta in fase di post-produzione di rivelare nel file tutti i valori luminosi presenti originariamente nell'immagine, nel caso del sole al tramonto di "comprimere" tutti i molteplici stop di differenza tra il sole, il cielo, le nuvole ed il mare e di equilibrarli. Il tutto, naturalmente, senza andare a chiudere nelle ombre.

Il principio base su cui lavorano i software HDR consiste nel combinare differenti esposizioni ottenute in bracketing della stessa scena in un solo file i cui pixel in qualche modo rilevino tutte le variazioni luminose contenute nelle diverse esposizioni.

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Le cinque immagini di partenza, eseguite con Nikon D200, scatto a distanza MC-30
e obiettivo fish-eye Nikon 10,5mm, a f/20 con tempi di scatto da 1/10 di sec. fino a 1 sec. Treppiedi Manfrotto
055XPROB armato con testa a tre movimenti Manfrotto 410


 
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