Le modalità scene ed effetti accompagnano da sempre la creatività fotografica ma accrescono anche le più recenti potenzialità in campo video. Il risultato dello specifico effetto, mostrato in real-time sul monitor, permette di ottimizzare quindi affinare quanto ricercato già on-camera all’atto della composizione. Vedremo in campo video l’effetto “miniatura in movimento accelerato” applicato ad una ripresa pensata per ricreare la percezione visiva tipica dei diorami come nella visione ravvicinata di modelli e plastici.

 

Effetto miniatura on-camera con Nikon Reflex Origini ottiche dell’effetto miniatura: obiettivi tilt-shift
Ingannare la nostra percezione visiva Le quattro regole d’oro: luce, angolo, tempo, inquadratura
Impostazioni video della fotocamera La postproduzione: sfocatura, contrasto, retiming
Rendere un filmato più efficace attraverso l’audio Pubblicazione su Internet, link correlati

Le quattro regole d’oro: luce, angolo, tempo, inquadratura

Spesso quando parlo della tecnica del tilt-shift mi viene chiesto se sia possibile trasformare qualunque immagine in una finta miniatura. La risposta è negativa. Ovvero, potreste anche provarci, ma il risultato sarà sicuramente deludente. Prima di tutto dobbiamo ricordarci che stiamo tentando di riprodurre una condizione ben precisa: il punto di vista di chi sta osservando un plastico su un tavolo. Ecco, stampatevelo bene in memoria. È con questa immagine in mente che dovremmo, nei limiti del tecnicamente possibile, costruire l’inquadratura, seguendo le quattro regole che personalmente definisco d’oro.

LUCE
Pensate alle casettine di un plastico. Sono fatte tagliando in modo molto preciso ed ortogonale la balsa o il polistirolo. Il risultato è che hanno angoli ben precisi, che creano volumi perfetti: cubi, parallelepipedi, ecc. In che modo in fotografia, riusciamo a donare volume alle cose? Con la luce. La luce (se ben utilizzata) cambia drasticamente la percezione del mondo che ci circonda. Bene, torniamo alle casettine del plastico. Vogliamo far credere al nostro cervello che le case riprese con una normale fotocamera siano delle casettine di polistirolo squadrate e precise? Certamente. Quindi dobbiamo fare in modo che la luce sia in grado di rappresentarne le facce in modo molto marcato. Come? Domanda sbagliata: non dobbiamo chiederci come, ma quando? Esatto quando. Abbiamo bisogno di una luce bassa e radente, che illumini del tutto solo alcune facce e ne lasci in ombra altre, per donare quella sensazione di volume tipica delle casette di un plastico. Quindi: le riprese si effettuano la mattina presto o la sera al tramonto. Mai, dico mai a mezzogiorno, dove il sole, allo zenith, produrrebbe una luce piatta. Quindi la prima regola è: svegliarsi presto, o aspettare il calar del sole. Un esempio è nei frame che seguono, tratti dal video “Mini Norway”. Come vedete, il sole radente da sinistra, crea un gioco di luci che rendono più “cubitali” le case in un caso e più profonde nell’altro.

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Esempio di luce radente di mattina. Solo alcune facce sono illuminate, amplificando l’effetto dei volumi attraverso le ombre.
Posizione ideale che dobbiamo cercare di riprodurre: 45° sul soggetto.

ANGOLO
Delle quattro regole d’oro questa è probabilmente la più difficile da rispettare. L’angolo di visione deve sempre tendere a simulare la posizione degli occhi di una persona in piedi, mentre osserva un plastico su un tavolo. In buona sostanza circa 45° di angolo dall’alto verso il basso. Il problema è proprio la parola “alto”. Per riprendere un quartiere dall’alto, dobbiamo andare ancora più in alto. A meno di non disporre di un elicottero quindi dovremo fare un accurata ricerca dove sia possibile salire su un palazzo, su una collina (magari su una gru), dalla cui altezza osservare tutta la scena. Facile a dirsi. Meno a farsi. L’altezza non è però l’unico elemento da considerare. Anche il punto di vista è molto importante. Per poter rendere l’effetto “casettina” è necessario mettersi (ove possibile) di tre quarti rispetto alle facce degli edifici, e non frontalmente, altrimenti perde del tutto senso quanto detto in merito alla luce nel paragrafo precedente.

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In un caso reale il punto di ripresa deve essere molto alto rispetto al soggetto.
Oltre al punto di ripresa alto rispetto al soggetto è bene riprendere quando la luce del sole è preferibilmente radente.

TEMPO
Cosa avete notato guardando i vari video tilt-shift di emulazione effetto miniatura in giro per la rete? Vi siete accorti che il tutto avviene sempre in modo accelerato? Le riprese non sono in tempo reale, ma vengono accelerate dalla modalità di effetto miniatura in movimento accelerato on-camera oppure velocizzate successivamente da software di editing video. Il motivo è semplice e ancora una volta ha a che fare con la percezione: un mondo in miniatura nella percezione comune brulica di dinamismo non si muove lentamente. Per ottenere questo risultato quindi è fondamentale effettuare delle riprese di media-lunga durata, considerando che se nel tempo reale una scena dura 5 minuti, una volta elaborata in postproduzione, potrà durare anche solo 10 secondi. Quindi sembra facile no? Mettiamo la fotocamera in REC e aspettiamo. No, non è proprio così. In quei 5 minuti deve succedere anche qualcosa di movimentato, altrimenti la scena non viene dinamica. Per fare un esempio, tornate a dare un’occhiata al video “Mini Norway”, precisamente dal minuto 1:40 a 1:53. Il porto è tutto un pullulare di navi che si muovono. Capito? Ecco, dovete andare alla ricerca di situazioni in cui avvengono tante diverse cose: vetture nel traffico, fumo dai camini, gru in movimento, ecc.

INQUADRATURA
Torniamo all’immagine a cui ci siamo ispirati: una persona che osserva un plastico su un tavolo. Da questa inclinazione il suo sguardo cosa vede oltre il tavolo? Poco, ben poco. L’inclinazione fa si che l’inquadratura della scena si concentri unicamente sul plastico. Certo se egli alzasse lo sguardo vedrebbe anche la stanza che lo ospita, e quindi non si concentrerebbe più sul plastico. Ecco, pensate a queste righe che avete appena letto e immaginate come dovrebbe essere l’inquadratura. Se stiamo riprendendo un quartiere dall’alto dunque, che motivo c’è di mostrare anche un secondo piano con palazzi e montagne lontane? Tutto ciò minerebbe alla base il tentativo di inganno, includendo nella scena degli elementi troppo lontani, che su un tavolo con un plastico non esisterebbero. Quindi questa regola prevede che inquadriate le cose evitando di includere nella composizione l’orizzonte, altrimenti l’inganno percettivo diventerebbe meno efficace. C’è però un altro aspetto da considerare che ha sempre a che fare con l’inquadratura: le dimensioni. Quanti dettagli vanno ricompresi nell’inquadratura? In sostanza che porzione di scena andremo a catturare? Questo è un aspetto un po’ difficile da trascrivere metodicamente, perché dipende molto da quel che state riprendendo. In linea di massima, gli oggetti (ad esempio le persone, le macchine, se ci riferissimo ad un quartiere) non dovrebbero essere ne microscopici (si perderebbe il dettaglio che li rappresenta), ne troppo grandi (sarebbe come se stessimo osservando il plastico chini sul tavolo a 20 cm da esso). In pratica ci vuole misura, ed in questa regola è l’unica cosa che ho davvero da dirvi: misura, prove e riprove, finché non si ottiene un equilibrio tra composizione e dettagli. Un ultima cosa va detta a proposito degli obiettivi utilizzati in fase di ripresa. Una buona resa si ottiene con uno zoom come ad esempio l’AF-S Nikkor 24-120mm f/4G ED VR utilizzato in tele che, avvicinando il punto di ripresa alla scena, farà si che la prospettiva di questa tenda più ad essere isometrica. Al contrario, utilizzando una lente grandangolare la prospettiva risulterà molto deformata e l’inganno sarà meno efficace.

Impostazioni video della fotocamera

Se disponete di una Nikon con funzione video di “Effetto miniatura” in movimento accelerato on-camera avrete notato la stessa regolare in automatico sia i tempi di posa che il diaframma quindi l’ISO Auto in relazione a focale e luminosità della scena, ma se volete prendere pieno controllo su ogni impostazione o più semplicemente utilizzare una Nikon senza funzionalità effetti allora…
A differenza del time-lapse in cui usiamo la fotocamera per effettuare un certo numero di scatti in sequenza, per la realizzazione di un filmato tilt-shift ci avvaliamo delle doti di ripresa video di quest’ultima. In questo caso quindi possiamo utilizzare qualunque fotocamera Nikon, compatta, reflex oppure compatta ad ottica intercambiabile del sistema Nikon 1 come fonte di ripresa. Chiaramente con una fotocamera reflex o del sistema Nikon 1 otterremo una ripresa di “maggiore qualità” rispetto ad una compatta, e non solo per le dimensioni del sensore, ma anche per la possibilità di attingere ad ottiche intercambiabili di grande qualità, e al poter controllare ogni impostazione. Fondamentalmente dobbiamo scegliere il numero di fotogrammi al secondo “fps” con cui la fotocamera cattura il video, e la risoluzione (solitamente HD o Full HD). Sui fotogrammi al secondo “fps” non c’è molto da dire, dal momento che poi la scena sarà velocizzata non vedremo significative differenze tra 24, 25, 30, 50 e 60fps, per cui, per economizzare memoria, potremmo tranquillamente usare il frame rate più basso concesso dalla fotocamera tra quelli standard. Ciò in cui una reflex, o comunque una compatta professionale, può dare un maggior controllo è la regolazione dei tempi dell’otturatore. L’idea di base è che gli oggetti in movimento nella scena non dovrebbero lasciare “scie”. In pratica il loro movimento dovrebbe risultare si mediamente fluido, ma anche scattoso. Per ottenere questo risultato dobbiamo lavorare sui tempi dell’otturatore, attestandoci su valori che non creino vistose micromossi nei movimenti. In linea di massima si può partire da 1/60 fino a salire, compatibilmente con la quantità di luce che abbiamo nella scena. Valori al di sotto di questa soglia provocheranno la comparsa di un micromosso che ancora una volta pregiudicherà l’effetto “inganno”. Ultima cosa, ma non per questo meno importante, la risoluzione video. Perché dovremmo registrare in Full HD? La maggior parte dei filmati che vengono caricati in rete è in HD (1280x720 pixel), anche se moltissimi utenti li vedono addirittura in SD per motivi di velocità di accesso ad Internet. In realtà c’è un valido motivo per cui dovremmo registrare in Full HD (1920x1080 pixel). Quando effettueremo la post-produzione su una timeline impostata in HD, potremmo usare la maggiore dimensione del frame catturato per realizzare dei panning o zoomate virtuali sulla scena, che contribuiranno a renderla anche più dinamica.

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Nikon D5500 offre la scelta del framerate “fps” nelle impostazioni filmato del menù di ripresa. I framerate disponibili variano,
come mostrato nelle due schermate illustrate, in relazione all’impostazione NTSC o PAL operata come standard video del menù impostazioni.

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