Le modalità scene ed effetti accompagnano da sempre la creatività fotografica ma accrescono anche le più recenti potenzialità in campo video. Il risultato dello specifico effetto, mostrato in real-time sul monitor, permette di ottimizzare quindi affinare quanto ricercato già on-camera all’atto della composizione. Vedremo in campo video l’effetto “miniatura in movimento accelerato” applicato ad una ripresa pensata per ricreare la percezione visiva tipica dei diorami come nella visione ravvicinata di modelli e plastici.

 

Effetto miniatura on-camera con Nikon Reflex Origini ottiche dell’effetto miniatura: obiettivi tilt-shift
Ingannare la nostra percezione visiva Le quattro regole d’oro: luce, angolo, tempo, inquadratura
Impostazioni video della fotocamera La postproduzione: sfocatura, contrasto, retiming
Rendere un filmato più efficace attraverso l’audio Pubblicazione su Internet, link correlati

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Da quando nel 2010 apparvero una serie di pubblicità televisive di UGF Banca, interamente realizzate come se fossero delle finte miniature, in molti si sono lanciati nella produzione di video ispirati a quegli spot che, attraverso tecnica di ripresa e postproduzione particolari trasformano il mondo come lo conosciamo, in un’incredibile miniatura. Proprio in questo mese è iniziata una programmazione televisiva di sensibilizzazione alla raccolta fondi del FAI "Ricordiamoci di salvare l'Italia" che utilizza la tecnica di effetto miniatura in aggiunta a grafica di postproduzione. La rappresentazione di “effetto miniatura” per creare foto che ricordano diorami è stata da sempre peculiarità ottica di obiettivi Tilt & Shift come i Nikkor serie PC-E, quindi è stata emulata via software negli effetti creativi fotografici di molte Nikon. Con le ultime generazioni Nikon DSLR come ad esempio Nikon D3300, D5300, D5500 o D7200, le potenzialità di “effetto miniatura” sono state integrate anche tra le funzionalità video potendo ottenere l’effetto direttamente on-camera quindi senza richiedere software o specifiche tecniche di postproduzione. In questo eXperience vedremo i diversi aspetti del tema, quale attrezzatura è preferibile o necessaria quindi che tipo di postproduzione possiamo o dobbiamo eseguire.

Effetto miniatura on-camera con Nikon Reflex

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Con Nikon D7200, D3300, D5300, o la D5500 sopra rappresentata, è sufficiente impostare la fotocamera in modalità “Effects” dalla ghiera superiore, scorrendo poi le varie impostazioni dalla ghiera secondaria fino a selezionare la modalità “Effetto miniatura”. Possiamo quindi puntare la fotocamera verso il soggetto da riprendere, e premere la voce “OK Imp” direttamente sul display touch della macchina. Nel Live View vedremo l’anteprima dell’effetto applicato, con la possibilità di definire la zona di messa a fuoco, sia a livello di ampiezza con tre step, sia a livello di orientamento orizzontale o verticale. A questo punto possiamo iniziare a registrare un filmato, premendo il pulsante REC, oppure più semplicemente fare una foto, premendo il pulsante di scatto.

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L’effetto miniatura viene mostrato direttamente sul monitor in modalità Live View.
L’obiettivo AF-S Nikkor 24-120mm f/4G ED VR in accoppiata con la Nikon D5500.

Nella prova effettuata è stato utilizzato un obiettivo AF-S Nikkor 24-120mm f/4G ED VR che, grazie alla sua estensione focale e al fattore di crop sul sensore Nikon DX della fotocamera, consente una grande elasticità in termini di composizione della scena, anche a grandi distanze.

Origini ottiche dell’effetto miniatura: obiettivi tilt-shift

Il termine “tilt-shift” deriva direttamente da un particolare tipo di obiettivi in casa Nikkor denominati come PC-E, utilizzabili sulle fotocamere reflex, decentrabili e basculanti, utilizzati principalmente nella fotografia di architettura o arredamento di interni e nella ripresa professionale still life in studio.

NIKKOR PC-E 85, PC-E 45 E PC-E 24
DECENTRAMENTO
BASCULAGGIO
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Gli obiettivi Tilt/Shift Nikkor di Nikon: da sinistra, le focali 85mm, 45mm e 24mm.
Posizione di decentramento.
Posizione di basculaggio.

Il motivo per cui ho citato gli obiettivi PC-E con potenzialità di basculaggio e decentramento è però diverso dallo scopo per cui gli articoli segnalati in precedenza in iperlink sono stati scritti. Grazie infatti alla possibilità di basculare, è possibile ottenere una foto in cui il piano focale cambia rispetto ad un tradizionale obiettivo. In quest’ultimo infatti il fuoco è determinato dalla distanza degli oggetti rispetto al punto di ripresa. Ad esempio, utilizzando diaframmi aperti, possiamo ottenere una scena ravvicinata in cui un dettaglio della foto è a fuoco, e tutto ciò che si trova immediatamente prima e dopo è invece sfuocato, come si può vedere nella rappresentazione che segue o nella numerosa documentazione di ripresa macro e/o ravvicinata.

SENZA BASCULAGGIO OTTICO
CON BASCULAGGIO OTTICO
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Su riprese ravvicinate scattate preferibilmente in tele e con un diaframma molto aperto, la profondità di campo si riduce drasticamente, immediatamente prima e dopo l’oggetto a fuoco, tutto è sfuocato.
Utilizzando obiettivi PC-E nelle potenzialità di basculaggio, riusciamo ad inclinare il piano focale (sensore/obiettivo) potendolo così avvicinare al piano inclinato ripreso oppure, al contrario come nella rappresentazione, cercare una inclinazione opposta per ottenere una sottile e circoscritta lama di nitidezza.

Ciò che un obiettivo tilt&shift Nikkor PC-E consente di fare basculando otticamente verso l’alto, cambia completamente la percezione dello spazio offrendo un effetto assai simile a quello della caduta della profondità di campo nella fotografia o visione ravvicinata. Utilizzando obiettivi PC-E nelle potenzialità di basculaggio, riusciamo ad inclinare il piano focale (sensore/obiettivo) potendolo così, in senso opposto all’inclinazione di ripresa, ottenere una sottile e circoscritta lama di nitidezza.

Inganniamo la nostra percezione

Perché quando vediamo un filmato realizzato con la tecnica del tilt-shift questo ci appare sin da subito come una miniatura, al punto da indurci talvolta a pensare che si tratti delle riprese su un plastico? Tutto ciò che osserviamo passa inequivocabilmente attraverso la percezione. Osservare e percepire sono due cose ben distinte. Stiamo osservando una città, ma la percepiamo come se fosse una miniatura. Per spiegare questo fenomeno è sufficiente fare un piccolo test: mettete le vostre mani con il palmo aperto in orizzontale davanti ai vostri occhi, una dietro l’altra, ma sfalsate quel poco da poterle osservare entrambe. Se mettete a fuoco la mano più vicina, quella più lontana diventerà sfuocata e viceversa. Se provate a fare questo test osservando invece oggetti molto lontani (una montagna dietro all’altra ad esempio) la sfocatura non sarà cosi evidente, anzi, in base alla loro distanza da noi, potrebbero essere quasi del tutto a fuoco, nonostante si trovino appunto a distanze diverse. Ecco il primo tassello: la sfocatura “dice” al nostro cervello che gli oggetti sono vicini. Quindi se cerchiamo di applicare la sfocatura ad una scena che deve comunque essere composta in un modo molto preciso (che vedremo più avanti), possiamo far “credere” al nostro cervello che questa sia composta da oggetti piccoli e ravvicinati. Ma dobbiamo comprare necessariamente un obiettivo decentrabile per creare finte miniature? Se si trattasse di estendere la nitidezza su un piano inclinato la risposta sarebbe affermativa perché non emulabile via software (tralasciamo per ora la tecnologia Lytro) ma cercando una maschera di sfocatura, la risposta è no e ne abbiamo le prove con le funzionalità di EFFECTS on-camera proposte da Nikon. Chi acquista un obiettivo PC-E Nikkor non lo fa certo per realizzare delle “semplici” miniature, bensì più spesso per ottenere i risultati ricercati in fotografia di architettura o arredamento di interni o nella ripresa professionale still life in studio. Non escludo a priori che qualcuno voglia comunque acquistare obiettivi Tilt&Shift anche solo per realizzare finte miniature, ma grazie alla postproduzione oltre alle funzionalità “Effetto miniatura” on-camera, possiamo simularne il comportamento senza dover alleggerire il nostro portafoglio. Prima però dobbiamo imparare come si effettuano le riprese se intendiamo raggiungere effetti davvero realistici.

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