A volte non ce ne accorgiamo, a volte non li vediamo e a volte non lo sappiamo nemmeno, ma tutti i giorni, sopra le nostre teste, possono verificarsi eventi molto, molto particolari: alcuni di questi sono gli effetti ottici dell'atmosfera.
Il calore che proviene dal sole è il motore continuo che dà origine a tutti i fenomeni meteorologici, mentre l'acqua è la fonte di espressione con cui gli effetti si rendono visibili a noi.
In questa eXperience non voglio evidenziare tutte le tipologie di effetti ottici dell'atmosfera visibili su tutto il pianeta, ma solo quelli che sono più facili da vedere, da fotografare e che, più che altro, con un minimo di accortezza, possiamo scovare alle nostre latitudini.

A cura di Riccardo Di Nasso

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L'arcobaleno

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Parte di arcobaleno

Forse l'effetto più facile da vedere – durante il giorno – quando si alternano acquazzoni e rasserenamenti, ma anche il più antico nell'essere osservato e scientificamente studiato. Cartesio fu il primo a studiare l'arcobaleno che, in seguito, venne definito da Newton, come un fascio di luce bianca che viene scomposto nei colori fondamentali dello spettro visibile, al passaggio attraverso un prisma di cristallo.
Infatti quando la luce colpisce una goccia d'acqua, per la maggior parte la attraversa, ma sui bordi di essa subisce una rifrazione, una scomposizione nei colori dello spettro e quindi una riflessione da parte della superficie interna della goccia stessa. La luce, all'uscita della goccia viene ancora rifratta e deviata con un angolo di 42° rispetto al raggio incidente, per cui ogni colore emerge con un angolo leggermente diverso ed in funzione della sua lunghezza d'onda. Se moltiplichiamo questo effetto per milioni di goccioline, un osservatore a terra vedrà l'effetto di luce combinato di rifrazione e riflessione, che darà origine a distinte bande colorate, dipendenti dal movimento delle gocce d'acqua, dalla posizione del sole e da quella dell'osservatore stesso.


Se siamo in prossimità di un temporale, questo potrebbe essere il momento di guardarci intorno e capire se esiste la possibilità di una sua formazione. In base alla spiegazione del fenomeno appena citata, si può subito dedurre che per cercare l'arcobaleno (dato che è un effetto di rifrazione e riflessione), occorre posizionarsi con il sole alle spalle e cercare nelle zone di pioggia. Questo meraviglioso fenomeno sarà molto più visibile e spettacolare tanto quanto le dimensioni delle gocce saranno grandi.

La sua “curva” è visibile fino a quando i raggi del sole giungono con un angolo superiore ai 42° rispetto all'orizzonte, ed è molto più esteso quando il sole è in prossimità dell'orizzonte stesso. A dire il vero l'arcobaleno in realtà sarebbe un circolobaleno cioè di forma circolare; in casi molto rari, lo si può vedere dall'aereo o in prossimità di cascate di alte dimensioni.

Un'altra particolarità degli arcobaleni è che non esiste mai un solo arco colorato d'iride ma in realtà gli archi sono (visibili o meno) molti di più, proprio per l'effetto della doppia riflessione all'interno della goccia. Ovviamente in alcuni casi occorre sottoesporre o procedere ad una post-produzione con Capture NX, per poter “tirare fuori”, addirittura, il settimo arco di arcobaleno.

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Particolare di un arcobaleno
 
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Particolare di un arcobaleno
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Arcobaleno in tutta la sua pienezza


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