Sopra due scatti a confronto: sopra il
Micro Nikkor AF D 60mm f/2.8, sotto il
Micro Nikkor AI 55mm f/2.8.
Per entrambi è stata usata
l'illuminazione a bank, il diaframma f/16
e le impostazioni di scatto su "normal".
Si percepisce un maggior contrasto e una conseguente percezione di maggior nitidezza nello scatto effettuato con il moderno 60mm. Micro Nikkor AF D 60mm f/2.8 Micro Nikkor AI 55mm f/2.8
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Perché
un'ottica AI e non un'ottica AF?
I motivi possono essere diversi:
diciamo innanzitutto che, nella maggior parte dei
casi, quando Nikon decideva
di "doppiare" le ottiche da AI a AF, in genere le ridisegnava, con il risultato di una qualità
spesso superiore; i test MTF eseguiti dal nostro
"Centro Studi Progresso Fotografico" confermano
con i numeri queste "sensazioni" soggettive.
(consultate www.fotografia.it)
Non è quindi per motivi di qualità che
si può desiderare di montare un'ottica AI su
una Nikon D200; di contro le prove sul campo mostrano
che, in stampa, la perdita di nitidezza non è
poi particolarmente evidente.
A vantaggio delle ottiche
AI, rispetto alle ottiche AF, ci sono invece differenze
in termini di escursione della ghiera di messa a fuoco,
di dimensioni più contenute e la presenza di
una "vera" ghiera dei diaframmi.
Senza contare il fatto che, senza lautomatismo AF,
siamo costretti a pensare e a ragionare un poco di
più, visto che non si può delegare alla
reflex l'operazione di messa a fuoco; e questo non
fa certo male alla costruzione dell'immagine, alla
scelta di inquadratura e illuminazione.
Ci sono poi altri "sapori",
come "il gusto" di utilizzare lo stesso
vecchio obiettivo tanto su una reflex digitale, che
su una reflex analogica, sia autofocus che manuale.
E chi già possiede un corredo AI potrà
ridare lustro alle sue care vecchie ottiche su una
reflex digitale dell'ultima generazione.
E non dimentichiamo che, mentre i corredi attuali
sono sempre in continua evoluzione, cosa che potrebbe
creare in taluni quasi "un'ansia da tecnologia", ben difficilmente alle ottiche AI verranno apportate
modifiche; un Micro Nikkor 55mm f/2,8 AI-S era, è e sarà. Punto.
Ma nello stesso tempo sono ottiche in parte ancora
in produzione e presenti a catalogo; un vantaggio
non da poco.
Micro Nikkor AI 55mm f/2.8, diaframma f/16, luce bank.
In alto lo scatto di riferimento, al centro
la ripresa
alla minima distanza di messa a fuoco, in basso con tubo
di prolunga
originale Nikon PK 13 che consente di arrivare
al rapporto di riproduzione di 1:1.
Tra uno scatto e l'altro è stata cambiata
la distanza tra fotocamera e soggetto, ed
anche l'inclinazione della
fotocamera. La differenza di esposizione è dovuta
alle modifiche apportate di volta in volta
alla potenza
dei bank, aumentandola a mano
a mano che ci
avvicinavamo al soggetto. Infatti,
avvicinandosi al soggetto,
si allunga l'elicoide
di messa a fuoco, oltre all'aggiunta
del tubo
di prolunga.
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Micro Nikkor 105mm f/4 AI, diaframma f/16, luce bank.
In alto lo scatto di riferimento, al centro la ripresa
alla minima distanza di
messa a fuoco, in basso con tubo
di prolunga originale Nikon
PN-1 che consente di arrivare
al rapporto di riproduzione 1:1.
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La Nikon D200 permette di ingrandire sul monitor da 2.5 pollici
le immagini
scattate fino al 400%; in questo modo è
possibile eseguire un accurato controllo della
messa a fuoco dello scatto.
Anche il controllo dell'esposizione è
molto efficace: è possibile infatti visualizzare
l'istogramma anche separatamente per ciascun
canale RGB. Inoltre le zone
sovra-esposte, prive di dettaglio, vengono evidenziate
facendole lampeggiare |
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E' interessante notare come, nei dati di scatto,
la D200 abbia memorizzato sia la focale che l'apertura
del diaframma dell'ottica AI. |
A sinistra Micro Nikkor AI
55 mm a f/11, a destra Micro Nikkor AF D 60mm
sempre a f/11: la differenza di esposizione è data dalla diversa taratura dei
due diaframmi |
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