Monitor e profilo
colore
Il primo elemento al quale si dà
inizialmente poca importanza è il monitor
sul quale si visualizza l'immagine, perlomeno
sin quando non riscontriamo una mancata corrispondenza
dei colori o una diversa luminosità dell'immagine
rispetto a quanto avevamo percepito sul monitor della
fotocamera, oppure rispetto al risultato ottenuto
dopo una stampa.
Indipendentemente dal tipo di monitor utilizzato,
sia esso CRT (Cathode
Ray Tube) o LCD (cristalli
liquidi) esso deve essere regolato correttamente (calibrazione)
per rappresentare in modo abbastanza fedele i colori
ed il contrasto dell'immagine, oltre la sua
giusta luminosità.
Nonostante oggi esistano software
di calibrazione sofisticati che permettono
la maggior precisione di regolazione, dobbiamo tenere
presente che l'immagine visualizzata su un monitor
non potrà mai rappresentare quello che vedremo
realmente dopo averla stampata proprio a causa del
diverso supporto (video - carta).
Se proviamo a visualizzare la stessa immagine su diversi
tipi di monitor, ma anche su altri identici dello
stesso tipo e produzione, difficilmente avremo la
percezione di veder rappresentata la nostra immagine
in modo identico.
Ogni monitor "reagisce"
diversamente nell'interpretazione dei colori
in base alla scheda video che
trasmette i dati provenienti dal computer, oltre che
per le sue regolazioni di default impostate nell'hardware.
Le differenti tonalità
che possiamo notare osservando la nostra immagine
su monitor diversi non sono solo dovute alla differente
regolazione dei 3 canali primari rosso - verde - blu
(RGB), ma anche dall'invecchiamento
dei fosfori nel caso
dei monitor CRT (con tubo catodico).
Ogni colore che osserviamo in un monitor è
costituito da una percentuale di luce rossa, verde
e blu di cui quel colore è composto. Il valore
di queste informazioni passa da 0 a 255 per ogni singolo
canale a seconda della sua saturazione e luminosità.
Per esempio, il blu puro, al massimo di saturazione
e luminosità, avrà i seguenti valori:
R (canale del rosso) = 0
G (canale del verde) = 0
B (canale del blu) = 255
La regolazione della quantità necessaria di
colore RGB nella fase di calibrazione costituisce
la creazione di uno SPAZIO COLORE
ad hoc in grado di rappresentare al meglio, per quel
tipo di monitor, tutta la gamma RGB di cui è
composta l'immagine.
Solo il loro attento dosaggio durante la fase di calibrazione
del monitor permetterà di ottenere maggiore
fedeltà rispetto ad un profilo colore
di default impostato dal produttore dell'hardware
(computer) che avrà sempre prestazioni generali
e mai specifiche per quel tipo di monitor.
A causa del materiale con cui è costruito un
monitor, ed anche per causa del suo naturale "invecchiamento
nel tempo", si comprenderà come non possa
esistere uno specifico spazio colore RGB da poter
utilizzare su ogni dispositivo. Ogni monitor calibrato
quindi, lavora con un proprio
spazio colore creato dall'utilizzatore.
Lo stesso potremo dire per la percezione
di nitidezza che il monitor
ci trasmette, seppure questo aspetto sia molto più
influenzato dalla scheda video
installata sul computer che dal monitor stesso.
Esistono comunque molte differenze
tra i diversi tipi di monitor, dalla risoluzione alla
frequenza di aggiornamento espressa in Hz, ma anche
per i differenti componenti con i quali sono realizzati.
La frequenza
di aggiornamento è quella che permette
di ottenere un'immagine stabile, esente dal
tipico sfarfallio che potevamo notare a distanza ravvicinata
sui televisori a 50Hz: più sarà elevata
e maggiore sarà la sua stabilità che
contribuirà anch'essa alla percezione
di nitidezza.
Anche la risoluzione
impostata nell'apposito pannello di controllo
del monitor deve essere proporzionata alle sue dimensioni
dal momento che la dimensione dei suoi pixel è
fissa ed invariabile.
Dall'immagine qui a fianco
possiamo notare ad esempio che per il tipo di monitor
utilizzato in questo experience possiamo scegliere
ben 4 tipi di risoluzione che permetteranno minore
o maggiore area di visione sul monitor stesso.