Filtri di Convoluzione e Deconvoluzione
L'elaborazione delle immagini
Come abbiamo detto in precedenza avendo scomposto in più scatti calibrati la nostra immagine, dovremo ora capire se sommarle o mediarle. Questo dipende dal soggetto, cioè se sarà un elemento molto luminoso (e correttamente esposto) dovremmo solo mediarlo in modo da ridurre al massimo il rumore, mentre se esso è molto debole (di luminosità) dovremo sommarle in modo da aumentare l'informazione simulando un'unica posa con un tempo molto alto.
Ovviamente tutti gli scatti devono essere prima perfettamente allineati altrimenti avremo una immagine simile ad una foto mossa.
Tutti i software astronomici eseguono questa operazione automaticamente ed anche noi con Iris potremmo farlo tramite la tendina "Processing" selezionando "stellar registration", impostando il nome del file da acquisire e da salvare, il numero delle immagini da allineare ed il metodo di allineamento da dare (meglio selezionare più stelle).
Una volta allineate e processate avremo la nostra immagine finale da dover ancora trattare nella calibrazione dei colori e nell'applicazione dei filtri.
Per la calibrazione alcuni software la fanno in automatico, selezionando dall'immagine una porzione ed indicandogliela a parere nostro come bianca, esso ricalibra automaticamente i colori. Mentre con iris (oltre a far anche questo) c'è la possibilità di inserire i valori RGB della nostra fotocamera sempre al menu "Digital photo" sotto l'opzione RGB bilance impostando i valori di rosso verde e blu per ogni distinta fotocamera.
Ultima fase, e più personale, è quella dell'applicazione dei filtri. La sua giusta applicazione provvederà ad esaltare ancor di più la nostra immagine rendendo una qualità immaginabile in fase di scatto. Attenzione però a non calcare troppo la mano e far apparire ciò che realmente non c'è, infatti la potenza di questi filtri è estesa. Per cui ci limitiamo a descrivere sommariamente quali sono i principali effetti che provocano.
Filtri di Convoluzione
Essi agiscono nella bidimensionalità dell'immagine stessa come altezza e lunghezza.
Si dividono principalmente in due categorie: passa-basso e passa-alto.
Quelli così detti passa-basso operano producendo una sfocatura all'immagine regolandone la sua intensità.
Utilizzati con cautela e parsimonia attenuano notevolmente il rumore dando una notevole morbidità alla foto stessa, a scapito però di una perdita di dettaglio. Il più conosciuto è il Filtro di Gauss, utilizzato per la maggior parte su immagini lunari e di nebulose.
Mentre, quelli così detti filtri passa alto, sono ovviamente per aumentare il contrasto delle immagini, ma come si intuisce andranno anche a far evidenziare il rumore restante nell'immagine stessa. Un metodo è dato dal Filtro Unsharp Mask che appunto applica una maschera sfocata all'immagine, e subito dopo ne somma la risultante (tra l'originale la differenza con una suo copia sfocata) tra l'originale stessa.
Filtro Wavelet è un altro particolare applicazione per regolare oltre al contrasto, anche la risoluzione tramite 5 parametri divisi in larghissima, larga, media, fine e molto fine. Usato specialmente per pianeti o immagini lunari.
Filtri di Deconvoluzione
Questi, molto più potenti dei primi sono anch'essi divisi in passa-alto e passa-basso, ma sono più potenti perchè lavorano non sull'immagine per come appare, ma bensì sulla somma delle loro frequenze producendo sfocature filtrando determinate frequenze (rumore) od esaltando altre (informazione) evidenziando particolari a noi necessari.
I più quotati sono il Filtro di Massima Entropia, Richardson-Lucy e Van Bitter che, chi più chi meno, tengono conto nella loro feltratura, la mutazione dell'immagine causata da diversi fattori sia fisici (turbolenza atmosferica, imprecisione ottica…) ma anche umane come il mosso o la sfocatura.