Basculaggio e decentramento nella fotografia ravvicinata.
Man mano che ci si avvicina al soggetto scende proporzionalmente la profondità di campo data dalla chiusura del diaframma: a 80 cm di distanza con diaframma f/22 la profondità di campo si estende da 0,76 a 0,84 m un piano di fuoco "spesso" 8 cm; alla minima distanza di messa a fuoco, 0,39cm, sempre con diaframma f/22 la profondità di campo si estende da 0,388 a 0,393m, un piano di fuoco "spesso" appena 5 mm; è in situazioni come queste che il basculaggio permette di estendere il piano di fuoco anche di centimetri, traguardo impensabile da raggiungere con la semplice chiusura del diaframma.
Bracketing della messa a fuoco.
Come già trattato in precedenza, il controllo della messa a fuoco non è facilmente raggiungibile con la semplice visione nel mirino della fotocamera, ma è necessario uno scatto di prova, poiché alle brevi distanze il piano di fuoco si riduce a un valore infinitesimale, è sempre opportuno, una volta impostata la corretta messa a fuoco fare anche altri due scatti spostando in modo infinitesimale la messa a fuoco.
Miglioramento della nitidezza con l'illuminazione.
Indipendentemente dalla nitidezza ottenuta con una corretta messa a fuoco e un'estensione della profondità di campo data dal diaframma, il tipo di illuminazione e il suo angolo rispetto alla superficie del soggetto possono amplificare la sensazione di nitidezza ottenuta: una luce radente alla superficie del soggetto, se questa non è una superficie liscia, acuisce la sensazione di nitidezza. Di contro, se la messa a fuoco, il basculaggio e la chiusura del diaframma non portano a una corretta messa a fuoco sull'intera area inquadrata le parti sfuocate vengono enfatizzate da un'illuminazione radente e puntiforme e al contrario minimizzate da un'illuminazione morbida e avvolgente.