Lo zoom Nikkor AF-S 70-200mm f/4G ED VR completa la gamma obiettivi stabilizzati a luminosità costante f/4, coniugando una qualità ottica eccellente a un contenimento di dimensioni e peso: il tutto con l'introduzione del sistema di stabilizzazione ottica VR ad oggi più efficiente.
Sul campo: distanza ravvicinata
Proseguendo nell'analizzare le caratteristiche di quest'ottica, non va tralasciata la minima distanza di messa a fuoco pari a 1 metro e al corrispettivo ingrandimento di 0,274x. A prima vista non sembra una caratteristica particolarmente rilevante, ma in realtà può fare la differenza in molte situazioni, e ne accresce sicuramente la versatilità sul campo. Innanzi tutto, occorre tradurre correttamente i due parametri noti, ovvero 1m e 0,274x. Per far questo bisogna tenere conto che l’utilizzo di lenti flottanti che ottimizzano le prestazioni dell’obiettivo al variare della distanza di messa a fuoco possono modificare la reale focale dell’obiettivo. Gli anglosassoni lo chiamano “Focus breathing”. Per definizione, la focale di targa è sempre riferita con l’obiettivo impostato con la messa a fuoco sull’infinito, ma quando si modifica il fuoco, la nuova posizione delle lenti, può fare leggero effetto “zoom”, sia negativo che positivo, quindi sia allungando o riducendo un poco la focale. Ciò avviene tanto negli zoom, quanto nelle focali fisse e ovviamente è presente anche nel nuovo AF-S NIKKOR 70-200mm f/4G ED VR. Spesso si legge di questa caratteristica con disappunto, ma è solo uno degli aspetti che porta a produrre ottiche dalle prestazioni tanto elevate e a qualsiasi distanza di messa a fuoco. Il fatto che un obiettivo modifichi la propria focale (angolo di campo in realtà) è storia "antica" ed è nato con l'introduzione dei primi sistemi di messa a fuoco a lenti flottanti introdotti decine di anni fa.
Al riguardo c'è anche una comunicazione ufficiale nella sezione "Supporto e download” del sito Nikon. È comunque corretto sapere come varia l’angolo di campo relazionato alla focale al variare della distanza di messa a fuoco. Questo valore è dichiarato in ogni obiettivo, sebbene occorra fare un piccolo calcolo per trovarne il risultato. Ciò che serve sono la distanza minima di messa a fuoco, l'ingrandimento e la focale dell'obiettivo. Una formula piuttosto semplice ma efficace è questa:
Focale effettiva = distanza di messa a fuoco in mm / (1/R + R + 2)
Dove “R” è il rapporto di ingrandimento indicato nelle specifiche tecniche dell’obiettivo.
Con l’AF-S NIKKOR 70-200mm f/4G ED VR si ottiene quindi:
x = 1.000mm / (1/0,274 + 0,274 + 2) = 169mm
Un eccellente valore in tal senso.
Siamo ormai giunti al termine di questo interessante viaggio in compagnia dello zoom Nikkor AF-S 70-200mm f/4G ED VR. Prima di saltare alle conclusioni, abbiamo sottoposto quest'ottica a un ultimo severo test, la fotografia astronomica. Questo campo d'applicazione è particolarmente pretenzioso in termini di qualità ottica in quanto le stelle mostrano immediatamente ogni residuo di aberrazione dell'obiettivo in uso.
L'AF-S NIKKOR 70-200mm f/4G ED VR si è dimostrato un'ottica di grande valore. Nitidezza, autofocus e sistema di stabilizzazione delle immagini è ai massimi livelli. La minima messa a fuoco di 1 metro e la compatibilità con i teleconverter ne accresce ulteriormente la versatilità. Dimensioni e peso poi saranno ben graditi a chi viaggia molto con l'attrezzatura in spalla. Il limite di un'apertura massima pari a f/4 è del tutto trascurabile, a meno che l'unico impiego dell'obiettivo sia fotografare eventi sportivi indoor. In questo caso Nikon ha a catalogo ottiche più adatte a questo scopo come, sull’analoga fascia focale zoom, con l’AF-S NIKKOR 70-200mm f/2.8G ED VR II.
La resa altrettanto valida unita a lenti addizionali ne fanno uno strumento quasi immancabile nella borsa del fotografo naturalista. Davvero difficile, se non impossibile trovare lati negativi a quest'ottica, estremamente ben progettata e congeniata.