Lo zoom Nikkor AF-S 70-200mm f/4G ED VR completa la gamma obiettivi stabilizzati a luminosità costante f/4, coniugando una qualità ottica eccellente a un contenimento di dimensioni e peso: il tutto con l'introduzione del sistema di stabilizzazione ottica VR ad oggi più efficiente.

 

Luminosità di massima apertura: perché f/4 Nikkor AF-S 70-200mm f/4G ED VR: visto da vicino
Tecnologie in pillole Sul campo: sport anche con TC-20E III
Sul campo: street e natura anche con TC-20E III Sul campo: distanza ravvicinata
Sul campo: astrofotografia Conclusioni

Sul campo: sport

La prima prova ha messo in luce le capacità del sistema AF del nuovo obiettivo. La partita di rugby, in questo caso tra Lodi e Crema, è stato un campo perfetto per testare la capacità di inseguimento e la velocità della messa a fuoco automatica. L'AF-S NIKKOR 70-200mm f/4G ED VR è stato in questa circostanza abbinato a una Nikon D800E, impostando lo scatto a raffica CH e la messa a fuoco su C con la scelta dell'area di messa a fuoco automatica. L'obiettivo è stato utilizzato su monopiede.

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Uno degli scatti eseguiti durante la partita. A sinistra, nella schermata di Capture NX 2,
è possibile leggere i dati di scatto e le principali impostazioni utilizzate.


Le immagini realizzate con l'AF-S NIKKOR 70-200mm f/4G ED VR e Nikon D800E

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La precisione dell'autofocus si è dimostrata eccellente, anche alle brevi distanze.
Un chiaro segno che l'accoppiata del modulo AF della Nikon D800E e dell'obiettivo offrano doti velocistiche di tutto rispetto.

 

La seconda parte del test in campo sportivo è stato effettuato sfruttando la maggiore focale permessa dall'utilizzo del moltiplicatore Teleconverter Nikon AF-S TC-20E III.

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Il nuovo schema ottico del moltiplicatore TC-20E III sfrutta i vantaggi di un elemento asferico nello schema ottico per migliorare la qualità delle immagini prodotte, anche sui sensori FX di elevate dimensioni e risoluzioni.
L'AF-S NIKKOR 70-200mm f/4G ED VR abbinato all'AF-S TC-20E III si trasforma in un super teleobiettivo da 140-400mm f/8.
Con i recenti corpi reflex digitali, come la D800E, ma anche D4, D600 e D7100, l'autofocus è mantenuto.


Il lancio delle nuove DSLR Nikon D4, Nikon D800/800E, D600 e della D7100, grazie ai rinnovati moduli di messa a fuoco automatica Multi-CAM 4800FX, Advanced Multi-CAM 3500FX e Advanced Multi-CAM 3500DX, più sensibili e precisi in condizione di scarsa illuminazione, consentono di utilizzare anche obiettivi di apertura massima pari a f/4 con il moltiplicatore senza perdere la possibilità di mettere a fuoco in maniera automatica. In queste condizioni, ovvero con un'ottica moltiplicata con apertura relativa pari a f/8 (f/4 + 2x) si può continuare ad usare l'AF, sebbene con alcune limitazioni importanti da conoscere.
Infatti l'autofocus funzionerà, in base al corpo in uso, solo su un numero limitato di punti e non sarà possibile attivare la messa a fuoco con inseguimento 3D.Pur con queste limitazioni, l'accoppiata D800E, TC-20E III e AF-S NIKKOR 70-200mm f/4G ED VR hanno permesso di ottenere risultati qualitativamente molto interessanti.

Ingrandisci l'immagineLa qualità complessiva, come è ovvio che sia, si riduce lievemente, ma rispetto all'ottica "nuda", le immagini ottenute con il duplicatore permettono di leggere dettagli maggiori rispetto a quanto possibile senza, anche utilizzando un sensore ricco di fotorecettori come quello della D800E da 36 Mpixel.Pur con la luminosità ridotta a f/8, il sistema AF si è dimostrato rapido, reattivo e preciso quasi quanto con la sola ottica non moltiplicata. In centinaia di scatti eseguiti durante le azioni più frenetiche non c'è stato un solo frame rovinato da una messa a fuoco non sufficientemente precisa o reattiva. L'accoppiata si è dimostrata quindi particolarmente efficace.

 

Le immagini realizzate con l'AF-S NIKKOR 70-200mm f/4G ED VR abbinato all'AF-S TC-20E III

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Sul campo: street e natura

Il secondo aspetto importante da valutare è l'efficienza del sistema di stabilizzazione ottico. Nikon ha implementato in questo obiettivo la soluzione, ad oggi, più raffinata, in grado di raggiungere 5 stop di stabilizzazione, un vero record. Ricordiamo che, di norma, per ottenere fotografie non mosse scattando a mano libera, si utilizza una regola empirica che indica come il reciproco della focale, il tempo massimo per cui le immagini, ragionevolmente, non dovrebbero mostrare mosso evidente. Ad esempio, se si sta scattando con una focale di 105mm, la regola ci suggerisce di scattare con tempi di scatto di almeno 1/105s, o meglio, di un 1/125s, che è il tempo di scatto disponibile più vicino a quello indicato dalla regola.

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Con VR attivo, non è difficile poter scattare a 1/20s a mano libera a 200mm di focale, come dimostra questo particolare ingrandito del fotogramma.

Se avessimo per le mani un super tele da 500mm, ecco che a mano libera non bisognerebbe scendere sotto 1/500s, e così via. Tuttavia, questa regola, nata ancora ai tempi della fotografia a pellicola, non tiene affatto conto delle risoluzioni ben maggiori offerte dalle moderne D-SLR. Infatti, la capacità analitica di un sensore da 36 Mpixel come quello della Nikon D800E, metterà in luce eventuali piccole imperfezioni dello scatto con più facilità rispetto a quello di una reflex con sensore molto meno denso. Così, alla luce di questi dati, si potrà ancora utilizzare come riferimento la vecchia regola del reciproco, avendo però l'accortezza di aggiungere uno stop di sicurezza. Il che significa, per i due esempi sopra citati, scattare rispettivamente almeno a 1/250s e a 1/1.000s.
Con queste premesse abbiamo messo alla prova il nuovo VR dell' L'AF-S NIKKOR 70-200mm f/4G ED VR. Abbinato sempre alla Nikon D800E da 36 Mpixel, il tempo di scatto minimo, alla massima focale, apportando le correzioni appena spiegate alla vecchia regola, sarebbe di 1/400s, o meglio, 1/500s. Poter scattare con 5 stop di margine, significa scendere a 1/15s a mano libera con VR attivato. È bastato un solo scatto per apprezzare i reali benefici di questo sistema. A 1/20s, senza particolari precauzioni durante lo scatto, l'immagine risulta ancora estremamente nitida.

Ottenuto questo risultato con sorprendente facilità, abbiamo provato a spingere al limite il sistema di stabilizzazione. In questo caso abbiamo messo in atto tutte le precauzioni possibili al momento dello scatto. Ovvero una postura corretta con gambe leggermente divaricate e un'impugnatura salda della fotocamera con i gomiti adesi al corpo, il tutto agendo con estrema delicatezza sul pulsante di scatto. In questo modo abbiamo abbassato il limite a ben 1/8s con immagini ancora sostanzialmente prive di micromosso, raggiungendo anche 1/4s a 200mm con risultati ancora accettabili nella maggior parte dei casi.
 

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1/8s a 200mm di focale perfettamente nitido grazie
al VR di nuova generazione.
L'acqua della fontana mette in evidenza il tempo di scatto particolarmente lungo.
Il particolare ingrandito mostra l'efficacia del sistema di stabilizzazione Nikon.


Nella fotografia naturalistica si apprezza l'ottima resa anche abbinato al moltiplicatore TC-20E III. Grazie alla focale di 400mm, al VR e alle dimensioni e peso molto contenuti, si trasforma in un'ottima soluzione per qualche scatto vagante ad animali e paesaggi. L'accoppiata mostra risultati molto buoni anche alle lunghe distanze, situazione in cui l'uso del moltiplicatore spesso si fa sentire maggiormente con un degrado più sensibile dei particolari più fini.
 

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Anche a distanza elevata, la resa dello zoom con il moltiplicatore TC-20E III è molto valida.
Grazie allo stabilizzatore e alla buona resa in accoppiata con il TC-20E III l'obiettivo si presta perfettamente per fotografia naturalistica.
Un esempio a tutta apertura dello zoom alla massima focale con il duplicatore TC-20E III. Foto scattata a 1.000 ISO.
Particolare della foto precedente in cui si può apprezzare l'eccellente resa dei particolari, pur montando un duplicatore di focale.

 

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Ecco come appare un soggetto uniformemente illuminato con lo zoom a 200mma tutta apertura. Il calo di luce ai bordi, ovvero la vignettatura, è ben visibile, ma solo perché è stato momentaneamente disattivato il modulo di correzione fotocamera/obiettivi in Capture NX 2.
 
La stessa immagine con le correzioni software applicate. Non servono ulteriori commenti.

Le dimensioni così compatte dell'obiettivo possono però portare a qualche limite nella gestione della caduta di luce ai bordi. Analizzando le immagini ottenute dallo zoom, si nota infatti un po' di vignettatura. Si tratta di un fatto fisiologico e presente, in varie forme, su tutti gli obiettivi fotografici. L'avvento del digitale ha portato ad alcuni benefici in questo senso, infatti lo sviluppo e progettazione delle ottiche oggi non può essere scollegato da quello del software con cui si costruisce l'immagine finale.

Ciò ha permesso di rendere sempre più vicini l'aspetto hardware a quello software, sfruttandone i vantaggi di entrambi congiuntamente. In questo modo, tramite i software Nikon View NX 2 o Nikon Capture NX 2 è possibile sfruttare al massimo le prestazioni degli obiettivi Nikon. Le ultime versioni di View NX2 e Capture NX 2 sono disponibili sul Sito Nikon di Supporto Europeo mentre sono raggiungibili maggiori dettagli nell’eXperience Nikon Capture NX 2: ottimizzare le prestazione degli obiettivi.
 

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Le reflex Nikon con sensore pieno formato 24x36 FX offrono on-camera funzioni legate alla qualità di aspetti obiettivo. Sopra è mostrato il menù di una Nikon D600 sull’opzione di controllo distorsione geometrica ma anche l’opzione di controllo vignettatura che offre tre entità di intervento selezionabili. Queste funzioni, assieme al controllo di aberrazione cromatica, operano on-camera durante la fase di sviluppo eXpeed dal RAW sensore verso il JPG RGB. Su scatti RAW/NEF gestiti a computer tali funzioni non hanno effetto fisico sul file originale e vengono operate automaticamente (e volendo disattivabili) da Nikon View NX 2 o Nikon Capture NX 2.

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