Viaggiare leggeri è importante, ma lo è altrettanto utilizzare una strumentazione quanto più adeguata possibile al soggetto da riprendere. Una Nikon D40x abbinata ad un'ottica come il 18-200mm f/3.5-5.6G IF-ED AF-S VR DX Zoom-Nikkor permette di affrontare quasi la totalità delle occasioni fotografiche senza problemi, il corpo DSLR è piccolo ma anche completo e l'obiettivo pone insignificanti limiti creativi accompagnati da una versatilità senza pari.
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Sebbene il 70-200mm sia abbastanza voluminoso, ciò non pregiudica la trasportabilità; davvero minuscolo invece l'ottimo fisheye da 10,5mm.
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Tuttavia l'ottimizzazione del proprio corredo in direzione di un particolare genere di ripresa consente di ottenere risultati ancora superiori. L'occasione per verificare queste mie affermazione è arrivata in occasione di un week end passato all'autodromo di Monza in compagnia degli organizzatori del Porsche Carrera Cup, un campionato monomarca, in cui piloti si sfidano sui tracciati italiani più prestigiosi alla guida della Porsche 911 GT3 Cup (997).
Dal sito Porsche Carrera Cup è possibile informarsi sulle gare di prossimo
svolgimento di questa competizione.
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Ho dovuto così ottimizzare il mio corredo per poter affrontare al meglio questo genere di riprese. Approfittando della possibilità di aggirarmi anche all'interno dei box ho pensato immediatamente ad un'ottica grandangolare da affiancare ovviamente ad un bel tele per isolare i momenti più interessanti della gara. Quale migliore occasione quindi per presentarmi con due ottiche particolari: il 10.5mm f/2.8G ED DX Fisheye-Nikkor e lo zoom 70-200mm f/2.8G ED-IF AF-S VR Zoom-Nikkor. Il primo infatti è un obiettivo fish-eye, quindi non corretto per la distorsione ma ottimizzato per i sensori DX come quello della Nikon D200 che ho utilizzato a Monza. Questo obiettivo ha la possibilità, grazie alle funzioni avanzate del software Nikon Capture NX, di correggere aberrazioni cromatiche e la caratteristica curvatura fisheye, trasformandolo, in tutto e per tutto, in un obiettivo particolare supergrandangolare standard.
Nikon Capture NX non è un semplice software accessorio; le sue funzioni sono
di complemento a quelle degli obiettivi ed è l'unica via per ottimizzare al massimo
le ottime caratteristiche delle ottiche Nikkor.
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La scelta della seconda ottica è caduta sullo zoom stabilizzato e luminoso 70-200mm, l'attuale ammiraglio della gamma di obiettivi a focale variabile del brand giapponese. Si tratta di un indiscusso punto di riferimento per i fotografi sportivi e di reportage per le sue indubbie qualità ottiche e meccaniche. La focale di “soli” 200mm, applicata però a un corpo Nikon con sensore DX, stringe il campo inquadrato pari a quello di un 300mm per il formato 24x36 FX, una focale più che adeguata per i soggetti da riprendere all'autodromo. Per sicurezza comunque ho aggiunto nella borsa anche il teleconverter Nikon TC-14E II che porta la focale ottica massima a 280mm, equivalente in DX a 420mm. La borsa quindi è rimasta relativamente leggera ma con la sicurezza di poter affrontare al meglio la situazione di shooting che mi si presentava. Ma vediamo più nel dettaglio le due ottiche utilizzate.
70-200mm f/2.8G ED-IF AF-S VR Zoom-Nikkor
Si tratta indubbiamente di uno zoom che è il punto di riferimento in questa gamma di focali. La luminosità inoltre non è inferiore a quella di molte ottiche fisse e ciò lo rende un'ottima alternativa, per di più versatile, di queste, se si eccettua il luminosissimo ma anche più pesante e voluminoso 200mm f/2G ED-IF AF-S VR Nikkor. Il 70-200mm è un obiettivo che è stato per decenni l'ottica più sfruttata per le foto sportive o di reportage, infatti la focale abbastanza lunga consente di isolare i soggetti lontani e la luminosità elevata di scattare con tempi di scatto sufficientemente veloci anche in ambienti poco luminosi. Sul discorso qualità, questi obiettivi si sono sempre ritagliati uno spazio di tutto rispetto, fin dalla comparsa del suo antenato 80-200mm f/2.8.
Oggi questo 70-200mm f/2.8G ED-IF AF-S VR Zoom-Nikkor racchiude il meglio di un'esperienza durata diversi anni. Lo schema ottico è diventato estremamente sofisticato, con 21 lenti, di cui 5 in vetro speciale ED, divise in 15 gruppi.
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Il bordino giallo oro intorno all'obiettivo indica l'utilizzo di lenti ED, in questo caso ben 5. La messa a fuoco minima è di 1,5m ed è di tipo interna e non produce allungamento dell'obiettivo o rotazione della lente frontale. Lo zoom può così utilizzare filtri polarizzatori senza problemi pratici.
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La messa a fuoco minima è scesa a soli 1,5 metri, un valore non tale da farlo considerare un'ottica macro ma più che adeguata considerando l'impiego tipico di questo obiettivo. Ciò però che caratterizza questo obiettivo è la costruzione meccanica da vero primato, che trasforma un normale obiettivo in uno strumento di lavoro affidabile, un parametro alle volte ancora più importante in certe situazioni della sola bontà ottica, che qui, ripeto, è ormai consolidata. Le dimensioni infatti non sono proprio indifferenti, in quanto l'obiettivo misura ben 215mm di lunghezza e ha un diametro di quasi 9 centimetri; niente di trascendentale, è assolutamente ancora comodo e facile da trasportare ma è un peso superiore ai classici zoom tele di orientamento più squisitamente amatoriale che fanno uso di materiali e di soluzioni costruttive meno raffinate.
Malgrado la luminosità elevata, l'ottica è ancora abbastanza compatta.
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Anche il
peso non è proprio indifferente: 1470 grammi, che sommati a un corpo di media stazza come può essere la Nikon D200 e la nuova D300, si superano facilmente i 2 Kg. Andando ad analizzare nei particolari questo obiettivo si scoprono soluzioni decisamente raffinate.
Innanzi tutto le
ghiere di messa a fuoco e di zoomata sono distinte, una soluzione ormai diventata essenziale negli obiettivi autofocus.
L'obiettivo dispone di un collare per l'attacco al treppiede ruotante per permettere di ottimizzare l'inquadratura nelle foto realizzate da treppiede; l'attacco comunque è amovibile per facilitarne l'utilizzo a mano libera e non essere d'intralcio alla mano durante lo shooting.
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Il collare per l'attacco al treppiede è incorporato nell'obiettivo e non è rimovibile, tuttavia è possibile togliere lo zoccolino su cui si fissa il treppiede rendendo più pratico l'utilizzo dell'obiettivo a mano libera.
La base d'appoggio ha due fori filettati per meglio bilanciare l'ottica in base al corpo o agli accessori utilizzati.
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Sul fianco dell'obiettivo compare il classico pannello con gli switch delle varie funzionalità: si parte dall'immancabile interruttore per la messa a fuoco manuale/automatica, al limitatore di range del campo di messa a fuoco, ai due interruttori dedicati invece al sistema di stabilizzazione ottica interno dell'obiettivo.
Il pannello di impostazione dell'ottica
è simile a tutta la produzione recente
delle ottiche Nikkor. Pochi ma semplici
impostazioni per sfruttare appieno
l'obiettivo.
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Anche il 70-200mm f/2.8G ED-IF AF-S VR Zoom-Nikkor come molti altri recenti obiettivi Nikon, incorpora un sofisticato sistema di riduzione delle vibrazioni denominato VR. Si tratta di una particolare tecnologia, presente in questo obiettivo che, secondo i parametri di test Nikon, consente di scattare a mano libera con tempi di scatto fino a quattro volte più lunghi di quelli normalmente possibili con obiettivi tradizionali sprovvisti di tale sistema. Al lato pratico significa poter utilizzare un obiettivo come se avesse una luminosità di quattro stop più elevata; nello specifico, a 200mm f/2.8, questo zoom potrebbe essere equiparato ad un tele con la medesima focale ma con apertura pari a f/0.7! Ovviamente tale luminosità è solo teorica, perché effettivamente l'obiettivo rimane un f/2.8, ma grazie al sistema di riduzione delle vibrazioni si può, con alcune precauzioni, scattare con tempi lenti, senza che il mosso indotto dall'instabilità di inquadratura a mano libera rovini irrimediabilmente la posa. È bene sempre ricordare che un obiettivo stabilizzato, potrà unicamente ridurre le vibrazioni generate dal fotografo durante lo scatto, e non gli eventuali movimenti del soggetto. Da ricordare inoltre che la stabilizzazione ottica conferisce anche migliori prestazioni al sistema di messa a fuoco fornendo dati più stabili al sistema di rilevazione TTL a contrasto di fase.
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