Sulle tracce di Ulisse
Stefano De Luigi
L’Odissea è considerata uno dei capolavori della letteratura Occidentale. È stata composta intorno all’VIII secolo a.C. e insieme all’Iliade è una delle più antiche e più influenti testimonianze della cultura occidentale. L’epopea trae le sue radici da una tradizione orale trasmessa da poeti e bardi itineranti che la declamavano, a volte accompagnati da una musica monotona, nei villaggi e nelle città del mondo antico.
© Stefano De Luigi
Nella società contemporanea la rivoluzione informatica ha drasticamente cambiato la trasmissione delle informazioni e del sapere. Come il computer è diventato protagonista della nostra vita, così gli smartphone dominano sempre più i vari mezzi di comunicazione. Uno di essi può funzionare contemporaneamente come radio, telefono, fotocamera, videocamera, microfono e, se necessario, come un telegrafo. Con uno smartphone in tasca tutti possono essere dei narratori. iDyssey è un progetto fotografico e multimediale che mira a collegare tra loro i due estremi della nostra civiltà: passato e presente. La più antica testimonianza della nostra eredità culturale, raccontata e rivisitata con il più contemporaneo dei media. Un’Odissea contemporanea raccontata solo con l’ausilio di due iPhone.
© Stefano De Luigi
Esistono diverse teorie che ricostruiscono il viaggio di Ulisse, partito da Troia alla volta di Itaca. Nessuna di esse ha mai potuto essere confermata. Tra le tante (inclusa un’Odissea ambientata addirittura nel mar Baltico) Stefano De Luigi ha scelto di seguire quella di un grande ellenista francese, Victor Berard, narrata nel suo Dans le sillage d’Ullysse del 1933. iDyssey, quindi, segue parte dell’itinerario più comunemente accettato. Il progetto include a oggi dodici tappe, da Troia a Itaca, passando attraverso Turchia, Tunisia, Italia e Grecia: 1 Troia (le rovine e dintorni, Turchia); 2 Ismaros (Alexandropolis, Grecia, i Ciconi); 3 Djerba (Tunisia, mangiatori di loto); 4 Nisida (Italia, i Ciclopi, Polifemo); 5 Stromboli (Italia, Eolo); 6 Monte Circeo (Italia, Circe); 7 Cuma (Italia, ingresso dell’Ade); 8 Palinuro (Italia, sirene); 9 Canale di Messina (Italia, Scilla e Cariddi); 10 Trapani (Italia, Isola del Sole); 11 Corfù (Grecia, Feaci); 12 Itaca (Grecia, ritorno di Ulisse).
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Di seguito un estratto dal testo di Laura Serani, Odissea continua: «Il primo canto dell’Odissea in pochi versi anticipa l’intera storia della famosa epopea: il viaggio ai confini della terra e dell’al di là e le peripezie di Ulisse, l’impossibilità di dimenticare Itaca, il ritorno. E in pochi versi irretisce, con vicende e avventure dove la mitologia esalta le gesta degli uomini, legate o guidate dalle passioni degli dei. La fascinazione provata da bambini per le fiabe, continua da adolescenti con la lettura dell’Odissea che convoca e concentra desideri, fantasmi e paure. Le distanze da percorrere, le sembianze dei mostri e i pericoli sono qui amplificati, le passioni eccessive e la crudeltà assoluta; contrariamente alle fiabe, non c’è perdono e il lieto fine è ben difficile conquista, ma il tema centrale è sempre il cammino verso la ricerca e la costruzione di sé, metafora del corso della vita umana, attraverso l’identificazione con gli eroi e il loro percorso iniziatico.
© Stefano De Luigi
Classico tra i classici, l’Odissea è ancora oggi oggetto di infinite traduzioni e adattamenti, in colossal per il cinema, in telefilm per la televisione, commedie musicali e addirittura fumetti. A cominciare, curiosamente, da uno dei primi lungometraggi realizzati dal cinema italiano, che, presentato nell’ambito dell’esposizione di Torino del 1911, ottenne il terzo Gran Premio per la «categoria artistica» al Concorso internazionale cinematografico. Stefano De Luigi, immaginando un lavoro sui luoghi dell’Odissea realizzato unicamente con uno smartphone, ne perpetua la relazione con le tecnologie d’avanguardia, ieri le prime pellicole, oggi i supporti digitali, nuovi compagni ideali di viaggio, di cui esplora le infinite possibilità. Abituato a lavorare per progetti editoriali di lungo respiro, attento osservatore dell’evoluzione della società, De Luigi ha ripercorso il Mediterraneo operando un parallelo permanente tra il mondo classico e quello odierno.
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Il suo progetto si presta a tante letture diverse: una rivisitazione dell’Odissea reinserita in un contesto attuale; un riferimento al Mediterraneo, mare di nuove e drammatiche peregrinazioni; un viaggio sulle tracce delle civilizzazioni dell’occidente; una riflessione sul ricorso ad un supporto a priori amatoriale e sull’evoluzione della fotografia in piena fase di ridefinizione. In realtà tutte le letture si intrecciano e, da una tappa all’altra delle “dodici stazioni” di Ulisse, si passa da un approccio documentaristico ad un tono più letterario, da immagini che raccontano la realtà ad altre che lasciano libero corso all’immaginario e alla nostalgia.
© Stefano De Luigi
Paesaggi antichi e immutati, vestigia archeologiche, più spesso fotografati col banco ottico, trovano un equilibrio perfetto in queste piccole immagini a colori di formato quadrato.
Scatti fugaci che fissano diversamente ma con altrettanta intensità, rituali quotidiani, nuove forme di religiosità, tracce di un turismo che si nutre del passato, luoghi teatro di traffici e speculazioni; situazioni che, in una dimensione di tempo sospeso, ci riportano al presente. Mari si susseguono a mari, intelligenti effetti di flou e di luce traducono l’eterno navigare, giorno dopo giorno. Terre d’approdo sicure o inquietanti, profili di isole e vulcani, figure antiche di abitanti e statue come presenze pietrificate, ora emergono piano dall’oscurità, ora si stagliano nella luce abbagliante. Emblematiche e dal forte potere evocatore come i canti dell’Odissea stessa, alcune immagini s’impongono come vere icone, altre estremamente fragili, appaiono in bilico tra sogno e visione».