Rassegne 2

A cura di:

Cortona, Corigliano, Spilimbergo
Italia

di Romina Marani

Festival, giovani e meno giovani, crescono. E piccole città diventano centri (c'è chi dice addirittura capitali) della fotografia, che richiamano discrete folle di appassionati, curiosi, foto-amatori, addetti ai lavori, professionisti. Salutando l'estate, Sguardi segnala tre appuntamenti: uno a sud, Corigliano Calabro Fotografia, giunto gloriosamente al traguardo della decima edizione; uno al centro, la seconda edizione del giovanissimo Festival Internazionale Cortona On The Move fotografia in viaggio; e uno a nord, il consolidatissimo Spilimbergo Fotografia, giunto alla ventiseiesima edizione.

Vincent Fournier, Space Project
© Vincent Fournier, Space Project

Chi fotografa, si sa, è viaggiatore per definizione, accompagna con il proprio sguardo i vari angoli del mondo dove transita. Cortona, dall'anno scorso, ha creato un festival dedicato alla fotografia in viaggio. E quest'anno, dal 18 luglio al 30 settembre, rinnova la sua offerta di mostre, proiezioni, tavole rotonde, workshop (con Vincent Fournier, Massimo Siragusa, Antonio Manta e David Graham), letture portfolio (sono annunciati photo editor come Monica Allende del Sunday Times Magazine e James Estrin di Lens il blog di fotografia del New York Times) e di nuovo uno spazio per l'editoria on line per capire dove viaggia l'immagine fotografica in internet e sulle piattaforme multimediali.

Anoek Steketee, Dream City
© Anoek Steketee, Dream City

«Ogni fotografia è un viaggio che ci porta in un mondo nuovo, ci fa varcare porte mai aperte, oltrepassare confini e ridefinire i nostri valori», scrive nell'introduzione al catalogo il direttore artistico Arianna Rinaldo. «I fotografi in mostra ci accompagnano nei loro mondi, a volte lontani, a volte riconoscibili, spesso imprevedibili e concettualmente nuovi. L'idea del nostro viaggio è il senso del nuovo e della scoperta, o della riscoperta di qualcosa di conosciuto, già familiare ma rivisto con una luce diversa. Vincent Fournier ci porta nel mondo degli astronauti spiazzando il nostro senso dello “spazio”. Massimo Siragusa ci accompagna nel suo viaggio attraverso l'Italia con tutta la sua storia e le sue bellezze. Brian Finke con ironia e umanità ritrae il mondo delle hostess di volo, i loro gesti e rituali. Giulio Di Sturco ci mostra in maniera futuristica ma molto reale, il mondo in cui vivremo: le città sviluppate attorno ai maggiori aeroporti, dove il senso del viaggio trova il suo culmine nel fermarsi a pochi passi dalla destinazione. Anoek Steketee ci offre una visione globale e internazionale dei lunapark, luoghi di divertimento, non sempre reale, anche in zone di conflitto e in paesi in difficoltà.

Massimo Siragusa, Teatro d'Italia
© Massimo Siragusa, Teatro d'Italia

Carlo Bevilacqua ci accompagna delicatamente nel mondo degli eremiti contemporanei, essere umani che, distaccandosi dalla società, scelgono di percorrere un loro personale viaggio interiore. Jon Lowenstein, da fotoreporter, documenta la situazione post terremoto di una Haiti, già di per sé povera, in seguito a una tale calamità. Monika Bulaj percorre per noi con magia e atmosfera, la dimensione spirituale trasversale dell'uomo moderno nelle sue diverse espressioni. Alessandro Grassani guarda con attenzione al fenomeno dei migranti ambientali, un fenomeno sempre più diffuso in paesi già scossi da gravi problemi economici e di sostentamento. Christopher Churchill e Kitra Cahana ci svelano aspetta meno conosciuti degli Stati Uniti d'America: il primo con un documento esaustivo delle manie, fedi, ossessioni e religioni di un popolo così variegato, la seconda con uno sguardo al mondo alternativo dei nuovi nomadi, giovani teenager in fuga dalla società consumistica. Nicolas Mingasson attraversa l'Artico investigando i disagi dovuti ai cambiamenti climatici e gli effetti sulle popolazioni locali. Giancarlo Ceraudo ripercorre in video un progetto a lungo termine sui desaparecidos e i voli della morte in Argentina. E infine Riverboom reinterpreta per Cortona e con i Cortonesi, il senso del viaggio a partire dalla vacanza in famiglia com'era fatta fino a 20 anni fa, e i versi del Poeta Toscano sul Viaggio Immortale».

© Ferdinando Scianna
© Ferdinando Scianna

Coincidenze: anche l'edizione di quest'anno di Corigliano Calabro Fotografia è dedicata al viaggio, come spiega Cosmo Laera, condirettore artistico con Gaetano Gianzi della manifestazione calabrese: «un implicito omaggio anche al tempo, alla sospensione e all'attesa, alla visione intesa come purezza dell'immagine, alla capacità di guardare indietro per conoscere le origini e di guardare al futuro». Anche quest'anno si riproduce quel mix di fotografi di fama mondiale e giovanissimi talenti, quella compagine di autori, editori, critici, photo editor, storici, docenti e studenti, che ha fatto la fortuna e costruito il prestigio e il seguito di cui gode il festival. Protagonisti? Scrive Antonella Pierno, nel catalogo, «Tre Giorni a Corigliano è il titolo dell'opera fotografica realizzata quest'anno da Ferdinando Scianna. Celeberrimo, amato e a lungo corteggiato per la sua partecipazione ha infine accettato e travolto dalla vita del luogo ha immortalato alcuni degli aspetti correnti del quotidiano che gli si sono palesati davanti all'obbiettivo causando un notevole senso di astrazione rispetto al calendario che indica l'anno in corso: la fotografia che riprende quattro ragazze a braccetto per strada è un inno alla vita, pare che possano affrontare il loro viaggio verso il futuro unite, felici della loro esistenza e della loro bellezza, come tutta la conversazione che si svolge con il territorio, paesaggio parlante con la voce dei cartelli stradali e installazioni surrealiste di busti e gambe esibiti come sculture. Qualsiasi cosa entri a far parte del campo visivo di Scianna sarà destinata ad una rilettura semantica, data la sua notevole propensione verso il dialogo, verso il quesito implicito nell'interrogarsi sulla natura delle cose, degli uomini, dei loro destini.

© Ferdinando Scianna
© Ferdinando Scianna

Sono incentrate sul tema del viaggio e del sud anche le immagini di due grandi autori, Nino Migliori Gente del Sud e Cuchi White Viaggi: Italia, 1949-1953, due mostre in cui il concetto dello spostamento è oltre che logistico anche temporale, in un passato che pare ormai lontanissimo, le opere di questi due celebri autori si dimostrano magistrali nella loro funzione di documentazione storica e di narrazione antropologica, un saggio delle potenzialità narrative della fotografia e della sua funzione sociale. Si colloca in questo lungo ed articolato itinerario di viaggio, stavolta all'interno della musica la mostra di un importante protagonista di fama internazionale, Guido Harari Incontri, una raccolta dedicata ai grandi interpreti musicali degli ultimi trent'anni con cui ha collaborato diventando uno dei più affermati ed originali autori del genere. Franco Carlisi cita nel titolo Il valzer di un giorno ma si tratta di un altro ritmo, è un racconto dalla sua Sicilia che celebra il matrimonio, la sua scelta è incentrata sulla ritualità pressoché immutata della cerimonia, un lavoro carico di implicazioni spirituali ancora fortemente presenti nella struttura sociale di cui ci rende partecipi».
 

© Nino Migliori, 1956
© Nino Migliori, 1956
© Nino Migliori, Il garzone del barbiere, 1956
© Nino Migliori, Il garzone del barbiere, 1956

Da segnalare la mostra collettiva che, in occasione del 10o anniversario di Corigliano Calabro Fotografia, le Gallerie Fnac di Milano ospitano fino all'11 settembre. La mostra raccoglie i lavori realizzati sul territorio e commissionati dal Festival nel corso degli anni ai più importanti fotografi italiani e internazionali. Corigliano Calabro è stata così sede di indagine e di osservazione da parte di maestri della fotografia, a partire da Gianni Berengo Gardin, Francesco Radino, Toni Thorimbert, Gabriele Basilico, Enrico Bossan, Mario Cresci, Bernard Plossu, Maurizio Galimberti, Francesco Cito, Franco Fontana, Luca Campigotto e oggi Ferdinando Scianna protagonista dell'edizione 2012 del Festival.
 

© Franco Carlisi
© Franco Carlisi
© Franco Carlisi
© Franco Carlisi

Infine Spilimbergo Fotografia che quest'anno, anche per vocazione geografica e di frontiera, volge lo sguardo alla Mitteleuropa e all'Est, presentando al pubblico una scelta di autori della ex Jugoslavia, Ungheria, Cechia, Russia sempre grazie al coordinamento di Walter Liva. Il nuovo che appare non è solo il titolo di una delle mostre in programma a Villa Savorgnan di Lestans (dal 21 luglio al 9 settembre) ma il concetto chiave del calendario espositivo. Ed ecco allora una prima finestra ad est, Istria tra XIX e XX secolo con le opere di Alois Beer e Paul Scheuermeier al centro civico “Sandro Pertini” di Lignano Sabbiadoro (dal 2 luglio al 31 agosto).  All'antico Ospedale di Santa Maria dei Battuti di San Vito al Tagliamento sarà allestita invece la personale di Olga Tobreluts La nuova mitologia (dal 19 luglio al 30 settembre).

Jan Saudek, This Star is Mine, 1975
© Jan Saudek, This Star is Mine, 1975



Tra gli altri, segnaliamo la coppia Jan e Sarah Saudek, alla quale viene assegnato l'International Award of Photography, che immortala con Allegorie dell'umanità alla Galleria Tina Modotti di Udine (dal 20 luglio al 16 settembre) la figura umana tanto nella sua erotica sensualità quanto nell'imperfezione delle forme. A Palazzo Tadea, le mostre di Giovanni Gastel La perdita dell'innocenza e di Roberto Kusterle Segni di pietra (dal 21 luglio al 9 settembre), entrambi autori ai quali verrà tributato il premio Friuli Venezia Giulia Fotografia. Con le stesse date, a Villa Savorgnan le personali di Pamela Bralia Ritratti di una comunità, Sequals e di Massimo Crivellari Ritratti di industria. Una giornata alla Sole. Ultima segnalazione, la conclusione - con il ritratto della Russia di Sergey Mahimishin L'ultimo impero vent'anni dopo al Museo delle Coltellerie di Maniago (dal 15 settembre al 14 ottobre) e Aftermath, tendenze nella fotografia contemporanea nella ex Jugoslavia al Parco 2 di Pordenone (dal 20 ottobre al 27 gennaio) - del lungo e articolato viaggio da fare con Spilimbergo nella fotografia dell'Europa un tempo chiamata dell'Est.
 

Giovanni Gastel, La perdita dell'innocenza
© Giovanni Gastel, La perdita dell'innocenza
Roberto Kusterle, Segni di pietra, 2011
© Roberto Kusterle, Segni di pietra, 2011

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