Da una parte, il Museo di Roma Palazzo Braschi ospita fino al 29 ottobre la mostra Henri Cartier-Bresson, Omaggio a Roma e Ritratti. Dall'altra, a Milano Palazzo Reale presenta fino al 24 settembre la mostra I piaceri dell'occhio. Fotografie di Marc Riboud, a cura di Alessandra Mauro, all'interno della rassegna Estate Fotografia Milano 2006, giunta alla sua terza edizione.
Al ritorno dal Gange. Uttar Pradesh, Bénarès.
India 1956 © Marc Riboud / Magnum /Contrasto |
I piaceri dell'occhio ripercorre, in una scelta di circa 120 fotografie, momenti decisivi e scatti memorabili di un grande maestro del nostro secolo. Nato a Lione nel 1923, Marc Riboud abbandona ben presto gli studi di ingegneria industriale, intrapresi per volere della famiglia, per dedicarsi interamente alla fotografia. Nel 1950, incontra a Parigi Henri Cartier-Bresson che lo invita a far parte di Magnum Photos, la prestigiosa agenzia cooperativa di fotografi.
Ritratto Marc Riboud, 1955 |
A partire dall'incontro con la Magnum, inizia per Riboud un periodo di intensi viaggi: molto Oriente - la Cina soprattutto, ma anche l'India e l'Iran, tanta Europa e America; lo sguardo sempre attento e pronto a cogliere gli aspetti più intimi e nascosti della vita, dell'uomo, le gioie inattese, i drammi intensi, con un approccio impegnato e profondo. Sulla scia della scuola umanista francese, quella di Doisneau, Boubat, Cartier-Bresson, e con un taglio giornalistico robusto, le fotografie di Marc Riboud hanno fatto scuola e sono diventate icone della memoria visiva.
Praga 1981
© Marc Riboud / Magnum /Contrasto |
Le 120 fotografie esposte, omaggio al suo sguardo e alla sua poetica, ripercorrono i diversi aspetti della sua carriera. Dai primi scatti parigini, fino agli scatti in Oriente, ai ritratti delle grandi personalità, alle foto del '68 a Washington, agli ultimi esperimenti fotografici a colori.
"Per noi è obbligatorio uscire, camminare all'aperto, osservare la vita, lasciando dietro di sé i conti e le carte. Chi non ha mai provato quel momento di grazia, di euforia, quando la passione del guardare, dello scoprire, dell'inquadrare, esercita una passione talmente forte che ci fa barcollare, ci catapulta in un altro mondo? Il bilico, questo punto di disequilibrio dove veniamo spinti fuori da noi, precipitati all'esterno, è un momento di grande gioia, col viso frustato dal vento e gli occhi sommersi da un'ondata di immagini" (Marc Riboud).
Contemporaneamente a Roma è di scena colui che è considerato il più grande e innovativo realizzatore di immagini del ventesimo secolo: Henri Cartier-Bresson. La sua fotografia ha fatto scuola e i suoi ritratti sono una parte dell'inestimabile patrimonio che ci ha lasciato. "Più di tutto, io cerco un silenzio interiore. Cerco di tradurre la personalità e non una sua sola espressione". Queste sue parole sintetizzano lo spirito della mostra ospitata al Museo di Roma Palazzo Braschi, che presenta due diverse selezioni di immagini in qualche modo complementari: la prima raccoglie una scelta inedita dei più significativi scatti che il grande fotografo, l'occhio del secolo, come è stato definito, ha realizzato a Roma durante i suoi diversi viaggi e soggiorni. Le foto sono scelte e selezionate insieme alla moglie Martine Franck e sono esposte per la prima volta in un omaggio unico e prezioso, del maestro del Novecento al fascino visivo della Città Eterna.
Roma 1959 © Henri Cartier-Bresson/Magnum/Contrasto |
La seconda selezione è una raccolta di ritratti - discreti, scattati senza alcun artificio – che confermano una volta di più lo speciale talento di Cartier-Bresson che istintivamente sapeva far scattare l'otturatore della sua macchina fotografica in una precisa frazione di secondo rivelatore. Per oltre 55 anni Cartier-Bresson ha ritratto le personalità importanti del suo tempo, ma anche gente comune e anonimi passanti, scelti per uno sguardo inusuale, per un volto interessante, con un occhio che riesce a cogliere l'essenza del soggetto che ha di fronte. Martin Luther King, Pablo Neruda e Truman Capote, ma anche una donna con i suoi bambini in Messico, giovani coppie, anziani, semplici passanti. Molte delle immagini sono rare stampe vintage, e costituiscono la prima selezione messa insieme direttamente con le opere della collezione Fondation Cartier-Bresson, creata a Parigi nel 2003, per dare una collocazione permanente all'opera del fotografo.
Truman Capote Louisiana. New Orleans 1947 © Henri Cartier-Bresson/Magnum/Contrasto |
Una serie di documenti (libri, lettere, riviste d'epoca) accompagnano le immagini. Roma è l'unica sede espositiva, dopo Parigi, dove questa mostra verrà presentata: una sala di Palazzo Braschi sarà inoltre dedicata alla visione del un film Flagrant delits, di 22 minuti, realizzato in truka, nel 1967, da Robert Delpire con musiche originali di Diego Masson, che offre una visione originale e profonda delle foto più importanti di Cartier-Bresson, scrutate con l'occhio attento e vigile del suo amico-editore di sempre, e offerte allo spettatore come una serie continua di illuminazioni, i folgoranti delitti visivi che hanno fatto la storia della fotografia.
Il libro Un silenzio interiore I ritratti di Henri Cartier-Bresson (formato 20,5 x 24,5 cm, 158 pagine, 97 fotografie, con testi di Agnès Sire e Jean-Luc Nancy) è pubblicato in Italia da Contrasto, che nella collana Fotonote pubblica anche un volume dedicato a Marc Riboud.