A cura di Davide Vasta
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» Dalla foto al video » Il regista
» La sceneggiatura, le basi della videoripresa con
Nikon Coolpix, lo storyboard
» Le riprese dei veri cameraman
» Le inquadrature » Gli inserti, Vari tipi di ripresa, lo Zoom

 

Le riprese dei veri cameraman

Che cosa salta subito all’occhio quando si osserva un filmino di matrimonio realizzato gratuitamente dall’amico di turno degli sposi? Le riprese sono quasi sempre mosse e i momenti salienti della funzione sono ripresi male: a volte l’inquadratura è persino spostata rispetto al centro d’attenzione, tagliando fuori persone e cose che invece dovrebbero farne parte! Saper fare delle buone riprese aggiunge un gran valore al filmato. Si possono realizzare una sceneggiatura e uno storyboard incredibilmente meticolosi, ma se durante le riprese si muove la videocamera come fosse una bandiera, il video ottenuto sarà ben poco attraente! Il primo imperativo è produrre dunque riprese stabili, cioè non tremolanti. Fortunatamente la maggior parte delle videocamere oggi in commercio è dotata di funzioni si stabilizzazione, e le Coolpix da questo punto di vista funzionano egregiamente... ma non bisogna pensare che il lavoro di stabilizzazione debba essere fatto tutto dalla videocamera! Si deve essere in grado di gestire il punto di ripresa (sia tramite una videocamera, sia tramite una fotocamera dotata di ripresa video), nel modo più stabile, dotandosi nel caso anche di supporti aggiuntivi, come monopiedi o treppiedi.

Le inquadrature

Il soggetto delle riprese amatoriali è generalmente molto vario: si può riprendere una persona che parla, un paesaggio sconfinato, l’interno di un edificio, una tartarughina che mangia, un bimbo sul suo seggiolino, ecc. Quando si vuole descrivere una situazione, attraverso una scena, essa si concretizza attraverso il susseguirsi di più inquadrature con le medesime caratteristiche di tempo e di luogo. Una tipica scena di un personaggio che parla prevede tre inquadrature: frontale, laterale ed ancora frontale. Esistono molti tipi di inquadrature e a seconda del risultato che si vuole ottenere, bisogna scegliere quelle più giuste.

TIPI DI INQUADRATURE

INQUADRATURA
DESCRIZIONE
Campo Lunghissimo

È la ripresa di un personaggio molto lontano in un paesaggio circostante, come ad esempio una valle.

Campo Lungo Il personaggio è più vicino e l'ambiente circostante è ravvicinato.
Campo Medio Il personaggio è perfettamente visibile e l'ambientazione è molto ravvicinata.
Figura Intera

Il personaggio è visibile dalla testa ai piedi ed è centrato rispetto all'inquadratura.

Piano Americano Il personaggio è visibile fino alle ginocchia.
Paino Medio

Il personaggio è visibile dalla testa alla vita.

Mezzo Busto Il personaggio è visibile dalla testa alle spalle.
Primo Piano Sono inquadrati il viso ed il collo del personaggio.
Primissimo Piano Lo sguardo del personaggio è inquadrato.
Dettaglio È inquadrata una parte molto ristretta: un'occhio, una mano, eccetera.


Campo lunghissimo

Un esempio di Campo lunghissimo nel film "Passione Ribelle" (2000) di Billy Bob Thornton, con Matt Damon / Penelope Cruz.

   

Campo lungo

Un esempio di  Campo lungo nel film "Il miglio verde" (1999) di Frank Darabont con Tom Hanks, Davide Morse, Michael Clarke Duncan, Nichael Jeter, Hames Cromwell.

   

Campo medio

Un esempio di  Campo medio nel film "Inganni svelati" (2002) di Bob Rafelson con Samuel L. Jackson, Milla Jovovich, Stellan Skarsgard, Doug Hutchinson.

   

Piano americano

Un esempio di  Piano americano sempre nel film "Passione Ribelle".

   

Piano Medio

Un esempio di  Piano medio nel film "Il padrino" (1972) di Francis Ford Coppola con Marlon Brando, Al Pacino, James Caan, Robert Duvall, Diane Keaton.

   

Mezzo Busto

Un esempio di  Mezzo busto nel film "Pulp Fiction" (1994) di Quentin Tarantino con John Travolta, Samuel L. Jackson, Tim Roth, Uma Thurman, Tim Roth.

   

Primo piano
   

Primissimo piano

Esempi di  Primo Piano e Primissimo Piano nel film "Dune"  (1984) di David Lynch con José Ferrer, Silvana Mangano, Kyle MacLachlan, Sean Young, Sting.


Gli inserti

In alcune scene può essere utile inserire delle varianti che raccontino meglio ciò che sta succedendo. Ad esempio, la ripresa di un atleta durante una gara, ripresa generalmente in panoramica e carrellata, può essere valorizzata inserendo un’inquadratura stretta sui piedi che si muovono velocemente. Questo inserto dona già più dinamismo all’intera scena e valorizza l’effetto della corsa.

Un altro esempio può riguardare l’attesa di un padre per la nascita del proprio figlio. Una ripresa a campo medio della sala di attesa, può essere intervallata da inquadrature delle dita in movimento agitato, o del quadrante dell’orologio al suo polso, che egli controlla sovente. Non si deve comunque dimenticare che questa tecnica va studiata a tavolino ed applicata solo alle scene da valorizzare, altrimenti perde di efficacia.


RIPRESE SOGGETTIVE/OGGETTIVE
La scelta del punto di ripresa va ben oltre il semplice posizionamento della videocamera, essa descrive invece la sensazione che si desidera restituire allo spettatore. Le riprese soggettive hanno lo scopo di mostrare la visione personale di un personaggio. Ad esempio, durante la scena di una partita di poker, ponendo la videocamera al posto e all’altezza del viso di un giocatore, lo spettatore vedrà in primo piano il tavolo e gli altri giocatori, avendo la netta sensazione di essere lui stesso nella scena. Ovviamente, a seconda del personaggio la posizione della videocamera deve cambiare: un cane ha il viso a circa 20 cm da terra, un gigante vedrà altre persone normali da una posizione
molto alta.


Ripresa in soggettiva durante la guida di un auto.

La ripresa oggettiva viene invece fatta in terza persona, in questo caso lo spettatore vede con i suoi occhi, da un punto di vista esterno alla scena, l’evolversi della vicenda. Gran parte delle riprese cinematografiche vengono realizzate in questo modo.


RIPRESE IN PIANO SEQUENZA
Questa tecnica, molto particolare, si basa sulla ripresa continua di una scena. Non esistono interruzioni di sorta, e il cambio di inquadratura viene eseguito in maniera fluida. A volte è la videocamera che si avvicina ai soggetti, altre volte è il contrario. La grande difficoltà che si incontra in questo tipo di riprese riguarda il fatto che i personaggi devono recitare i propri ruoli per un lasso di tempo molto lungo, muovendosi sul set in maniera precisa e con tempi predefiniti. Un valido esempio di ripresa in piano sequenza è visibile nel film: "Io non ho paura" diretto da Gabriele Salvatores.


Un fotogramma del piano sequenza di "Io non ho paura", visionabile su Youtube

CAMPO MEDIO
Una inquadratura in Campo Medio è quella in cui vengono descritte il numero maggiore di informazioni sul personaggio. E' forse anche l'inquadratura più usata. Si offre una descrizione fisica del soggetto, del come si comporta, come è vestito, i suoi tic nervosi, ecc. Tale inquadratura permette anche di osservare, cosa fondamentale, le sue espressioni. È la presentazione del personaggio, ma anche del luogo dove si trova.... Può essere solo o in compagnia, in tal caso si notano anche i rapporti tra i vari personaggi: possiamo vedere chi entra in scena e chi esce, il contesto è importante, e potrebbe essere determinante per l'andamento del video. Spesso un lungo Campo Medio è interrotto da primi piani espressivi che mostrano lo stato d'animo dei personaggi coinvolti nella scena.


RIPRESE CON TREPPIEDE O MONOPIEDE
Uno strumento che dovrebbe far parte del kit base di qualunque videoamatore è indubbiamente il cavalletto, sia esso un treppiede o un monopiede. Analogamente a quanto succede in fotografia, esso non solo permette di fare riprese fisse senza tremolii, ma consente anche di effettuare panoramiche che mostrano un’ambiente piuttosto ampio, con movimenti di camera morbidi. Ad esempio, se si volesse fare una ripresa molto lenta del triste caso di abusivismo edilizio che sfregia due chilometri di coste di un tratto di mare, il cavalletto diventerebbe un obbligo. Sarebbe impossibile riuscire a realizzare una ripresa di questo tipo semplicemente con il sostegno della mano e del braccio!

Il cavalletto garantisce dunque riprese perfettamente stabili, ma in alcuni casi può anche costituire un vincolo alla mobilità. L’uso del cavalletto non è per esempio ipotizzabile per riprendere una manifestazione culturale o sportiva che si svolge in mezzo a una folla, per due motivi: il primo è che, con tante persone in giro, spesso qualcuno si pone proprio davanti all’obiettivo e l’operatore deve quindi essere libero di spostarsi; il secondo (e più caro ai creativi) è che una manifestazione di questo tipo richiede che il punto di vista cambi continuamente, per mantenere meglio desta l’attenzione dello spettatore.

RIPRESE MANUALI
Se non si dispone di un cavalletto, la mano e, soprattutto, il braccio saranno l’unico sostegno della videocamera. Per fare riprese quasi stabili in queste condizioni bisogna però esercitarsi a lungo; se per di più è necessario spostarsi durante la ripresa, bisogna coordinare nel miglior modo possibile il movimento delle braccia con le gambe: una sfida ulteriore. Attivare la funzione di stabilizzazione della videocamera è a questo punto fondamentale. Ma se questo non bastasse, conviene utilizzare non appena possibile eventuali appoggi naturali offerti dall’ambiente: un muretto, il ramo basso di un albero o qualunque altra cosa che possa sostenere fermamente la videocamera. Un compendio da portare sempre con se in questi casi, è un micro-cavalletto, che può essere di metallo, ma può anche essere uno di quelli snodati, come ad esempio il Gorilla Pod. Quest'ultimo può infatti essere usato efficacemente anche per posizionare la videocamera su cose non piane (come ad esempio il ramo di un albero), grazie alle capacità di "avvinghiarsi" letteralmente agli oggetti.


Il GorillaPod, un cavalletto snodato, che si può "avvinghiare" a qualunque oggetto.

RIPRESE NOTTURNE
Una ripresa notturna dona spesso gran fascino e induce maggior coinvolgimento nello spettatore. Una videocamera dotata di funzione nightshot è perfetta per tali riprese: i colori purtroppo non vengono resi affatto, ma il grande vantaggio è che se si sta riprendendo ad un’animale per un documentario, questo non si accorgerà quasi per nulla della presenza dell'operatore. Se non si dispone di una videocamera dotata di funzione "night-shot" è comunque possibile effettuare riprese notturne usando la funzione Program AE che regola i valori del diaframma e dell’otturatore in modo tale da catturare la massima luce possibile nella scena. In sostanza si aumenta notevolmente la sensibilità alla luce. Le riprese di questo tipo non sono molto "pulite", mostrano in effetti un forte effetto grana, ma consentono comunque la registrazione anche con una scarsa illuminazione esterna.


Un fotogramma di un video amatoriale girato in modalità night-shot, visionabile su Youtube.


RIPRESE SUBACQUEE
Questo tipo di riprese sono in realtà appannaggio di pochi appassionati. Infatti le vere riprese subacquee prevedono un’immersione ad alcuni metri di profondità che si può ottenere solamente se dotati di bombole e muta. In questi casi, per preservare la videocamera da un “affogamento” sicuro è necessario acquistare una custodia protettiva esterna. Ne esistono di vari tipi, da quelle universali a quelle specifiche per alcuni modelli di videocamere. Le più economiche sono quelle a sacchetto di plastica, si tratta di un involucro morbido dove inserire la videocamera. Le più costose sono invece realizzate in plexiglass trasparente ad alta resistenza, se la fotocamera dovesse cadere nelle profondità marine rimarrebbe comunque salva dentro il suo contenitore stagno, certo prima o poi bisognerebbe andare a riprenderla! Il consiglio è comunque quello di usare una fotocamera di piccole dimensioni: brandeggiarne una troppo ingombrante sott’acqua, mentre stiamo nuotando
con pinne e maschera, può diventare un pò complicato.


Un esempio di attrezzatura:
Coolpix S225, Coolpix L19, scafandri Nimar NIS 225 e NIL19 più i vari accessori
.

Una trattazione approfondita della tecnica di ripresa subacquea con le Nikon Coolpix è disponibile nell'eXperience di Erik Henchoz


ZOOM
La funzione di zoom permette di gestire in maniera dinamica l’inquadratura della scena, decidendo di volta in volta se ingrandirne un particolare oppure osservarla nel suo insieme. Generalmente, ambienti molto ravvicinati rispetto al punto di vista, come una stanza, richiedono uno zoom minimo o completamente azzerato. In questi casi il nostro sforzo dovrebbe essere quello di catturare nel cono visivo della videocamera quanti più elementi possibile. Inoltre, zoomare su un oggetto troppo ravvicinato può comportare un vistoso effetto di sfocatura, dovuto di solito a un superamento della soglia limite di vicinanza dell’obbiettivo rispetto all’oggetto inquadrato.

Di contro, soggetti lontani richiedono spesso l’uso dello zoom, nel tentativo di avvicinarli al punto di vista; in questo caso, l’inquadratura si stringe intorno al soggetto, tagliando fuori le altre parti della scena. In situazioni di questo tipo dobbiamo fare attenzione al modo in cui teniamo la videocamera: con uno zoom più ravvicinato la videocamera acquisisce più sensibilità al movimento, quindi si rischia maggiormente di produrre immagini tremolanti, soprattutto se non è attiva la funzione di stabilizzazione.


La fotocamera Nikon Coolpix S640 è dotata di zoom ottico 5x.



Alcune semplici regole possono essere considerate:

  1. Evitare di effettuare riprese con ripetuti zoom avanti e indietro: si otterrebbe un inutile
    (e stomachevole) effetto altalena;

  2. All'apertura di una scena, scegliere un particolare ingrandendo poi il campo visivo
    partendo da quello;

  3. Evitare movimenti dello zoom troppo rapidi;

  4. Limitare il più possibile le oscillazioni della videocamera quando si usa lo zoom su un
    soggetto molto lontano.

Continua...

 
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