Dalla foto al video
Fino a qualche tempo fa, per creare un buon video era necessario dotarsi di una videocamera, che andava scelta spesso in funzione di quel che ci si voleva fare. Anni fa gli unici supporti di registrazione erano costituiti dai nastri magnetici, che nel tempo hanno subito una forte evoluzione, passando dai vecchi sistemi "betamax", ai più recenti miniDV. Nel frattempo però, le schede di memoria venivano già utilizzate nelle fotocamere digitali, e ci volle poco a far sì che queste compissero un salto di qualità nella ripresa: dalle foto al video.
Ormai già da qualche anno infatti, molte fotocamere compatte, permettono di effettuare riprese video, e più di recente, questa funzionalità si sta estendendo anche alle fotocamere reflex. Questa nuova "capacità" è sicuramente utile per chi si diletta di foto e video, perché consente di realizzare, appunto, foto e filmati con un singolo oggetto. D'altro canto però, non è detto che tutti sappiano perfettamente usare al meglio una fotocamera, per produrre video. Se una foto si può realizzare tutto sommato in modo rapido, con un clic, il video chiama in causa nuove regole, che se ben governate permettono di ottenere buoni filmati, anche con la più economica fotocamera. Nelle pagine che seguono dunque ci concentreremo in primo luogo sulle basi della videoripresa, indicando come con fotocamere compatte quali sono le Nikon Coolpix, sia possibile ottenere filmati di buona se non ottima qualità!
Il regista
Ciò che può distinguere i propri filmati da quelli amatoriali che spesso ci mostrano amici e parenti è il tentativo di applicazione di una regia e di una sceneggiatura.
Senza chiamare in causa Steven Spielberg o George Lucas, dobbiamo prendere coscienza del fatto che, qualunque video si intenda produrre, se progettato a tavolino, risulterà prima di tutto più professionale e anche più facile da montare. In quest’ottica, prima di mettersi dietro la "macchina da presa", dovremmo investire un pò di tempo per la creazione di una "storia" che descriva il video. Non bisogna infatti mai dimenticare che, tutto sommato anche il filmato apparentemente più semplice e scontato, tende sempre a raccontare qualcosa. Dedichiamo dunque un po’ di tempo a pensare come si vorrebbe raccontarne la storia.
La sceneggiatura
Sia che si tratti di un filmato di matrimonio, sia esso un cortometraggio o ancora un documentario, è importante definire sin da subito quali saranno le scene e come dovranno essere organizzate. Bisogna pensare alle scene come a parti di un filmato che generalmente hanno luogo all’interno di un medesimo ambiente (la cucina di un'abitazione, una chiesa, un prato, l'interno di una vettura, ecc.). Oltre al luogo, le scene identificano anche un determinato momento temporale che, raramente va oltre una manciata di minuti. Ci sia arma dunque di carta e penna, e prima di prendere in mano la "macchina da presa", si scrivono le scene, ovvero la "sceneggiatura". Per rendere il lavoro più semplice e comprensibile, si possono usare alcuni accorgimenti:
• Si numera ogni scena;
• Si assegna alle scene un etichetta;
• Si descrivono dettagliatamente gli avvenimenti che accadono durante la scena;
Sul piano della formattazione del testo, esistono tre diversi modelli di impostazione:
• Sceneggiatura all'italiana
• Sceneggiatura all'americana
• Sceneggiatura alla francese
Nel modello all'italiana, il testo è diviso in due parti disposte longitudinalmente: a sinistra c'è la parte descrittiva, ovvero le didascalie, a destra compaiono gli eventuali dialoghi dei personaggi; quindi la pagina è come divisa in due colonne. Inoltre si cambia pagina ad ogni cambio scena. La sceneggiatura all'americana invece, dispone sia le didascalie che i dialoghi nella parte centrale del foglio; le didascalie ne occupano tutta la larghezza, mentre i dialoghi vengono disposti al centro, incorporati in un margine ridotto. Il modello alla francese si sintetizza in una via di mezzo tra gli altri due (disponendo in alto al centro una parte descrittiva e in basso a destra la parte coi dialoghi). È comunque il meno usato dei tre.
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Un esempio
di sceneggiatura
all’italiana
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Chiaramente, a chi fa riprese per puro diletto, creare una sceneggiatura può sembrare complicato e persino una perdita di tempo. Vale dunque la pena fare una piccola prova: si stende una sceneggiatura molto breve, per un massimo di due minuti di girato (il tempo di una scenetta comica, per esempio), quindi si realizza il filmato. Se al termine ci si rende conto che questo metodo di lavoro aiuta, probabilmente abbiamo un pò di cinema nel sangue!
LO STORYBOARD
Una volta definita la sceneggiatura si deve trovare un metodo efficace per preparare una sequenza visiva delle varie scene. Questa si concretizza nello storyboard una serie di disegni che illustrano in maniera più o meno precisa ciò che succede nella scena. L’aspetto interessante dello storyboard è che il disegno viene realizzato partendo da un determinato punto di vista, che deve coincidere con il punto di ripresa. I grandi registi possono ovviamente contare su creatori professionisti di storyboard
... quando però si parla di un filmato amatoriale, lo storyboard deve descrivere in maniera sommaria la scene. È perciò del tutto inutile sprecare troppo tempo per includere particolari e dettagli nella realizzazione dei vari disegni.
Un esempio di storyboard tratto da un episodio di Star Trek.
Uno degli errori più comuni è descrivere la scena con punti di vista irrealizzabili: a meno di non avere i fondi per noleggiare un aereo, non possiamo produrre una carrellata a volo d’uccello. |