Profili DSLR per gestioni RAW/NEF: profili di sviluppo Nikon e creazione di profili personalizzati per Adobe Camera RAW

A cura di: Guido Bartoli

Creare il profilo ICC di una fotocamera è più impegnativo rispetto a creare quello di uno scanner o di una stampante. Generalmente si può farne a meno sfruttando al meglio il lavoro eseguito dai tecnici di Nikon che hanno predisposto diversi strumenti hardware e software, come i profili di Picture Control, per fornire risultati ottimali in modo molto semplice.


Come ottenere buoni risultati senza specifico profilo Calibrare e caratterizzare la fotocamera
Illuminazione e test chart Esposizione e sviluppo
Generazione e uso del profilo Confronto con lo sviluppo senza profilo
Limiti del profilare la fotocamera e alternative Terminologia

Confronto con lo sviluppo senza profilo

Per verificare la resa del profilo ICC la prima cosa da fare è provare ad applicarlo all’immagine, sviluppata nello stesso modo in cui si è provveduto al momento della generazione del profilo stesso. Caricandola quindi in Photoshop senza tag (senza gestire il colore), sarà poi possibile procedere ad assegnare il profilo ICC tramite il comando: Immagine/Modifica/Assegna profilo. In questo modo i valori RGB del TIFF/JPEG non cambiano, vengono applicate le modifiche atte a renderli il più possibile simili all’originale, come descritto nelle tabelle del profilo ICC generato tramite Profile Maker 5™.

Ecco un confronto fra le immagini della X-Rite Digital ColorCheckerSG® utilizzata per questo eXperience, con l’applicazione o meno del profilo ICC della Nikon D700 usata per le riprese. L’immagine è quella eseguita, con la Nikon D700, della test chart in cabina di luce Lastolite con illuminatore fluorescente a 5000K per uso fotografico. La foto è stata sviluppata in Capture NX2 nello spazio colore Nikon AdobeWide RGB, ottimizzata come descritto in precedenza e quindi convertita in TIFF a 16 bit/colore.
Per la valutazione dei risultati si tenga presente che la ripresa è stata eseguita, come precedentemente descritto nel corso dell’eXperience, volutamente in condizioni non ottimali: è stata usata una sola luce anziché uno schema repro. Dapprima il profilo ICC è stato generato senza utilizzare i dati del file TDF di misurazione della chart, mentre dopo si è ripetuto il confronto utilizzando un profilo ICC generato mediante l’uso del file TDF.

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A sinistra l’immagine TIFF caricata senza tag in Photoshop, a cui è stato applicato il profilo ICC della fotocamera, ottenuto senza i dati della chart fisica misurata, ma usando quelli del valore standard come da programma. A destra l’immagine caricata in Photoshop conservando lo spazio colore Nikon AdobeWide RGB scelto al momento dello sviluppo. Come si vede in alcune tacche di colore la resa è decisamente diversa. Vedendo un confronto senza alcun riferimento il giudizio è solo guidato da un fattore estetico, per il quale è possibile giudicare migliore l’una o l’altra immagine a seconda dei propri gusti.
Prendiamo in considerazione la zona a sinistra della fotografia, in cui la presenza di alcune tacche viola rende più visibile la differenza. A destra di ogni immagine sta la foto sviluppata secondo il profilo ICC standard Nikon AdobeWide RGB. A sinistra nell’immagine in alto vediamo il file aperto in Photoshop senza tag (senza gestione del colore) e nell’immagine in basso con applicato il profilo ICC della fotocamera. Si vede come l’immagine profilata sia in queste zone più scura. L’osservazione visiva delle due immagini a confronto con la mira posta su un visore Just tarato a 5000K privilegia l’immagine a cui è stato applicato il profilo ICC, rispetto a quella sviluppata con il metodo standard.


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Il paragone visivo fra le immagini a confronto con la X-Rite Digital ColorCheckerSG®, fa privilegiare la resa dei colori dell’immagine con il profilo ICC, rispettivamente sviluppate con (a sinistra nel monitor) e senza (a destra nel monitor) l’applicazione del profilo ICC.


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Ecco una serie di particolari ingranditi al 100% delle immagini del precedente esempio.


GENERAZIONE DEL FILE TDF

Usare una mira misurata con lo spettrofotometro, abbinata al file TDF, garantisce risultati migliori in quanto il profilo ICC generato è rappresentativo proprio di quella particolare chart, con tutte le eventuali modificazioni che può avere subito. Quello che segue è un confronto eseguito come descritto in precedenza con Profile Maker 5™, generando in batch la serie di profili ICC ottenibili tramite il menu “Attività relative alle foto”, il quale è di fatto un editing automatizzato del profilo ICC generato.


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In ognuna di queste immagini si vede: a sinistra il file sintetico che riproduce i colori della X-Rite Digital ColorCheckerSG® utilizzata per questo eXperience (misurata e riprodotta in Photoshop come indicato nel paragrafo relativo “Illuminazione e test chart”); a destra l’immagine ottenuta applicando volta per volta il profilo ICC ottenuto con Profile Maker 5 e le relative personalizzazioni d’uso del file.

Dalla prima all'ultima immagine visualizzate sopra vediamo:
1° riga: Profilo per uso fotografia di riproduzione • Profilo per uso fotografia commerciale • Profilo per uso fotografia in esterno • Profilo per uso fotografia di uso generico
2° riga: Profilo per uso fotografia di ritratto • Profilo Nikon AdobeWideRGB applicato in Photoshop • Profilo Nikon AdobeRGB applicato in Photoshop • Immagine JPEG AdobeRGB ottenuta direttamente dalla fotocamera con la funzione NEF+JPG.


La valutazione visiva dei risultati, sebbene effettuata con un monitor dallo spazio colore AdobeRGB da cui sono ottenute queste schermate, non è semplice. Le differenze introdotte dai singoli profili ICC sono di fatto limitate, per lo meno su scatti che raffigurano la X-Rite Digital ColorCheckerSG®. In ogni caso si vede come l’uso di un profilo ICC dedicato produca migliori risultati rispetto all’uso di spazi colore generici.
Nelle due immagini caratterizzate dalla scelta del profilo ICC Nikon AdobeRGB si vede una differenza fra quella in cui il profilo ICC è applicato al file e caricato senza tag in Photoshop (sviluppato in Nikon Capture NX2 a cui poi è stato applicato il profilo ICC Nikon AdobeRGB); contro quello ottenuto in JPEG direttamente dalla fotocamera in Adobe RGB. Ciò dipende dall’applicazione da parte della fotocamera di un diverso schema di sviluppo, regolato al momento dello scatto, invece che lo sviluppo assolutamente neutro effettuato in Capture NX2. Inoltre, per questo test, Photoshop è stato regolato per l’applicazione di profili ICC utilizzando l’intento di rendering colorimetrico assoluto, che non modifica per nulla il punto di bianco e appiattisce i colori al di fuori del gamut di destinazione.


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Ecco una verifica numerica, eseguita con il software ColorThink, dell’applicazione del profilo ICC: a sinistra la X-Rite Digital ColorCheckerSG® usata per le prove visualizzata in L*a*b*, al centro i colori ottenuti applicando i profili ICC creati per la D700 sulla base della ripresa in luce fluorescente 5000K per uso fotografico, come descritto in precedenza, a destra in colori falsati i valori di DeltaE relativi.
In alto l’applicazione del profilo per fotografia di riproduzione e in basso per fotografia in esterno.
Si vede come il profilo per riproduzione abbia solo 14 tacche (il 10%) comprese fra il valore deltaE 4 e 6, con 21 tacche fra deltaE 2 e 4 (quindi più che accettabili) e più di 100 tacche sotto deltaE 2 (valore prossimo alla soglia di visibilità umana delle differenze). Mentre, come si vede in basso, l’uso del profilo per fotografia in esterno produce una variazione più marcata delle differenze di colore.


IL PROFILO E I GAMUT DI STAMPA

Ecco a confronto uno dei profili ICC, generato per la Nikon D700 con Profile Maker 5, con due profili ICC di stampa. I punti colorati rappresentano i colori della X-Rite Digital ColorCheckerSG®, in vista a reticolo il profilo ICC relativo alla ripresa in luce solare con impostazione dell’uso delle immagini per fotografia di riproduzione. In colore pieno i profili ICC di stampa, come descritto dalla didascalia.


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Nelle due immagini a sinistra il confronto con lo spazio colore Fogra39, a destra con quello di una stampante Epson Stylus Pro 4880 con carta fotografica Luster. Mentre lo spazio Fogra39 è praticamente tutto interno al profilo ICC creato per la fotocamera, quello della stampante a getto di inchiostro permette una zona di riproduzione dei colori più saturi che cade fuori dal gamut del profilo ICC della fotocamera per le zone del blu e del verde.

Limiti del profilare la fotocamera e alternative

Come si è visto l’operazione di profilatura della fotocamera è un’operazione complessa e non priva di insidie, tanto che spesso ci si chiede se ne valga la pena.
Sicuramente lo sforzo vale il risultato per lavori critici come:

- la fotografia commerciale di still-life e di moda quando sia della massima importanza la fedeltà del colore del soggetto principale
- la riproduzione di opere d’arte
- la documentazione scientifico-tecnica
- l’uso della fotocamera come strumento di misura.

Negli altri casi è sicuramente utile, ma va sempre tenuto presente che il profilo ICC ottenuto è limitato dal gamut della chart di riferimento, che viene stampata con pigmenti particolari e significativi dello spazio AdobeRGB.
La fotocamera è in grado di riprodurre colori più saturi, che vengono in questo caso a cadere fuori dal gamut considerato e quindi gestiti con maggiore difficoltà dal profilo ICC, a meno che non si sia in grado di misurarli e inserirli in fase di editing del profilo stesso (tramite il metodo dei colori spot).
Inoltre l’operazione di caratterizzazione della fotocamera richiede tempo, anche se i programmi attuali hanno semplificato molto il flusso di generazione e l’editing. Non sempre nel lavoro commerciale, specie in esterno, questo tempo è disponibile.

La necessità di utilizzare condizioni di esposizione identiche per il file di generazione del profilo ICC e dei file di lavoro limita la versatilità della ripresa, obbligando inoltre ad eseguire scatti test ad ogni cambio di condizioni di lavoro (illuminazione e location).


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Picture Control Utility di Nikon è un software che permette un livello di personalizzazione molto elevato nella gestione dell’immagine, sia come impostazione dei parametri di scatto nella fotocamera, sia come sviluppo del NEF tramite View NX2 e Capture NX2.

LE ALTERNATIVE

Per gestire un’immagine ottimizzando la sua qualità estetica non è obbligatorio usare un profilo ICC. È sufficiente servirsi di uno spazio colore adatto all’uso dell’immagine, sia come impostazione di scatto della fotocamera sia come sviluppo NEF. L’abbinamento dei Picture Control, disponibili a menu della fotocamera o in View NX2 e in Capture NX2, permette sufficiente flessibilità per adattare l’estetica della foto al soggetto ripreso.

La tecnologia Picture Control permette di modificare le opzioni di generazione del file JPEG/TIFF o dello sviluppo del NEF, personalizzando di fatto la resa della fotocamera
: è infatti anche possibile forzare una macchina a simulare la resa di un altra macchina, uniformando così l’estetica delle immagini quando lo stesso servizio fotografico sia realizzato usando due o più apparecchi in ripresa.

Quest’uso dei Picture Control è molto simile concettualmente a quello di un profilo ICC, quando lo si usa per simulare il rendimento di un’altra periferica, come ad esempio nelle prove di stampa (dove una stampante inkjet simula una stampante offset).



Il termine “profilo” (senza il suffisso ICC) viene spesso utilizzato per indicare un particolare insieme di informazioni che servono a generare un determinato effetto cromatico in una fotografia.
Questo è, ad esempio, il caso dell’uso che Adobe™ fa di questo termine in Camera RAW™. Questo software di gestione del file RAW si basa su un profilo ICC per lo sviluppo dei dati grezzi, servendosi di un motore creato dal famoso Thomas Knoll, uno dei padri di Photoshop™. All’apertura del file RAW (compreso il NEF), Camera RAW™ permette un editing delle caratteristiche cromatiche dell’immagine, basandosi su set preimpostati dal produttore come i Picture Control, oppure lasciando all’utilizzatore la scelta e la regolazione dei parametri tramite gli slider.

Ciò che, correttamente, Adobe™ denomina “Profilo fotocamera” (e non profilo ICC della fotocamera) è un insieme di parametri preimpostati che modificano la resa tonale dell’immagine, cioè lo sviluppo del file RAW.
Queste impostazioni possono essere memorizzate per essere riapplicate a piacere su altre immagini aperte successivamente. Non viene in alcun caso permesso di generare un profilo ICC, ma viene salvato il file con applicato il profilo ICC relativo allo Spazio colore scelto per lo sviluppo (selezionabile nella parte bassa della finestra).

Si ricorda che il termine “spazio colore” è solo una denominazione di un particolare profilo ICC, costruito a tavolino, quindi sintetico.
Scegliendo una estetica preimpostata, di fatto si applica in Camera RAW™ un metodo simile a quello usato da Capture NX2 con i Picture Control, tanto è vero che si possono scegliere anche i settaggi tipici di Nikon.
Adobe Camera RAW™ mette inoltre a disposizione un editor di profilo ICC, che è simile a quello fornito da altri software di generazione e modifica dei profili ICC. Tuttavia le impostazioni scelte vengono salvate in un formato proprietario.

Metodi di pagamento:

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