PC-E Nikkor 24mm f/3.5D ED tilt and shift nella fotografia di architettura

A cura di: Eugenio Tursi con la collaborazione di Saverio Lombardi Vallauri

Il nuovo obiettivo decentrabile e basculante Nikkor PC-E 24mm f/3.5 viene valorizzato dal pieno formato del sensore FX che consente di sfruttare a pieno la focale grandangolare. L'abbiamo provato in un lavoro di architettura urbana.


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Una realizzazione accurata

Il design che caratterizza un obiettivo dotato dei movimenti di decentramento e basculaggio è generalmente insolito nell'ambito fotografico, meno nel caso del Nikkor. Nikon ha infatti lavorato anche sull'estetica e sull'ergonomia dell'obiettivo, riuscendo a realizzare un'ottica che si inserisce bene anche dal punto di vista stilistico nel corredo di un fotografo moderno; questa cura per il design trova poi riscontro della qualità costruttiva generale, che appare eccellente. L'obiettivo si compone di una sezione anteriore che comprende, in sequenza, l'attacco per il paraluce, una scala graduata indicante i diaframmi e la profondità di campo corrispondente (utile al calcolo dell'iperfocale), la ghiera di messa a fuoco con l'indispensabile scala delle distanze (per il calcolo dell'iperfocale), la ghiera dei diaframmi necessaria quando si vuole eseguire la regolazione manuale invece di impiegare l'impostazione “L” dedicata al controllo elettronico del diaframma dal corpo macchina.
Troviamo quindi una seconda sezione che comprende i dispositivi di controllo dei movimenti che regolano lo 'scivolamento' e l'inclinazione del gruppo anteriore, nel rispetto della tenuta di luce e della messa a fuoco precedentemente impostata.

La precisione meccanica deve essere assoluta ed i controlli (quattro) disposti sui lati dell'ottica garantiscono proprio tale precisa operatività. Nel caso del decentramento un apposito feltrino, applicato alla porzione dell'ottica solidale con il gruppo ottico anteriore, garantisce la tenuta di luce.

Osservando l'obiettivo notiamo in alto e sulla sinistra le manopole che permettono la variazione micrometrica dei movimenti; la flangia di decentramento, e con essa i suoi controlli, è posizionata a pochi centimetri dalla baionetta di innesto al corpo macchina, mentre quella di basculaggio si trova più avanti, subito dietro la ghiera dei diaframmi.
Entrambe le manopole dispongono di un blocco a vite, più piccolo, collocato in posizione diametralmente opposta ad essi; questo può ovviamente essere allentato o mantenuto serrato all'occorrenza, a seconda che la situazione richieda velocità di inquadratura o stabilità dell'obiettivo.

Sempre nei riguardi dei movimenti, vi è da considerare che è possibile ruotare tutta la porzione anteriore, movimenti compresi, fino a +/- 90 gradi (ad intervalli di 30 gradi); in questo modo si riescono ad effettuare decentramenti verticali ed orizzontali per ogni orientamento della fotocamera.
Tale sistema è bloccato da una leva collocata a ridosso dell'innesto dell'ottica.

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Saverio Lombardi Vallauri mostra come eseguire i movimenti dell'ottica… anche a mano libera!
Ovviamente l'impiego migliore di questo genere di obiettivi è su treppiede, anche se nulla vieta di farne,
quando possibile, un utilizzo 'di strada'.

La sezione di innesto dell'obiettivo sul corpo macchina rivela particolari interessanti, tra cui una guarnizione circolare a protezione dalle infiltrazioni di polvere ed il controllo completamente elettronico del diaframma, utilizzabile dai corpi macchina in grado di sfruttarne le potenzialità.

Dal punto di vista costruttivo è interessante guardare all'interno del barilotto dell'ottica: è un'ispezione particolarmente facile focheggiando l'ottica alle distanze minori e guardando di sbieco al suo interno: sono ben visibili le connessioni elettriche via cavo flessibile (piattina), che consentono la comunicazione anche durante il decentramento e il basculaggio, e poi le cremagliere e le ruote dentate che controllano gli spostamenti dei gruppi ed i blocchi meccanici. Si vede anche il 'pettine' di contatto della selezione dei diaframmi. Il tutto completato dalle parti elettroniche e dai microchip montati sugli inconfondibili supporti verdi di bachelite.

Dal punto di vista ottico il PC-E 24mm dispone di un nuovo rivestimento Nano-Crystal per uno dei gruppi ottici più esterni in grado di annullare l'interferenza dei riflessi interni ed esterni. Inoltre lo schema ottico comprende tre elementi a bassissima dispersione ED e tre elementi asferici in grado di eliminare ulteriori problematiche ed aberrazioni (cromatiche mediante i vetri ED, di distorsione con gli elementi asferici).
Detto questo possiamo passare ora alla prova sul campo.

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Ecco un interessante decentramento verticale su un'inquadratura orizzontale.

 
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