Come Gabriele Zani ha realizzato le immagini nell'acqua
Veniamo ora alla parte pratica, rifacendoci alle belle immagini di Gabriele Zani.
Il suo lavoro è iniziato con un flash monotorcia da studio, con cui non è stato possibile fermare il frutto in caduta nell'acqua e le bollicine d'aria. Questo tipo di flash ha un tempo di emissione attorno a 1/3000s, come si è visto insufficiente a breve distanza su soggetti a movimento rapido. La scelta successiva è stata quella di rivolgersi ai lampeggiatori flash Nikon Speedlight, sfruttando la loro elevata potenza e rapidità del lampo. Ciò ha risolto brillantemente il problema, come si può vedere.
Ecco in dettaglio come.
Per prima cosa il set, di tipo un po' particolare: un acquario, su un supporto e con uno sfondo entrambi neri, per cogliere il frutto nell'acqua isolato dall'ambiente. Posizionando il cartoncino nero di sfondo a una certa distanza, si è sicuri che la luce spuria in ogni caso non è sufficiente per desaturare il nero.
Per maggior sicurezza i flash vengono schermati per evitare emissioni sia verso la fotocamera, sia verso lo sfondo. Come si vede dalle foto di backstage devono illuminare l'acquario dai due lati. In questo modo si evitano i riflessi nel vetro e si concentra la luce sul frutto dai due lati, illuminandolo per intero.
Gabriele Zani ha usato una Nikon D3 con obiettivo AF-S VR Micro-Nikkor 105mm f/2.8 G IF-ED, ottimo per avere il massimo del dettaglio a distanza ravvicinata.
Per l'illuminazione ha usato, in CLS, due Speedlight SB-900 come remoti e uno Speedlight SB-800 come master (schermato e diretto verso l'alto per evitare luce indesiderata).
Ha scelto un diaframma f/11 e ha impostato il sincro-flash a 1/250s. In questo modo la profondità di campo è risultata sufficiente per lo scopo della ripresa; mentre i flash sono stati usati a potenza ridotta, mantenendo una buona emissione.
Lo scopo era infatti quello di utilizzare ISO 200, in modo da sfruttare al massimo l'elevata nitidezza dell'obiettivo, in unione con la pulizia del NEF della Nikon D3.
Scelto il punto dove far cadere in acqua il frutto, Gabriele ha inserito nell'acquario un metro da falegname, utilizzandolo per la regolazione della messa a fuoco dell'obiettivo in modalità manuale. L'autofocus, in un caso come questo, può avere dei problemi, dovuti alla struttura stessa del sistema AF. I fattori di disturbo sono: il vetro che si frappone fra fotocamera e soggetto, le bollicine d'acqua che possono ingannare il sistema.
Quindi: pre-regolazione e precisione nel lasciar cadere il frutto.
Nessun sistema complesso di innesco automatico, Gabriele Zani ha fatto affidamento sulla conoscenza della sua Nikon D3, caratterizzata da un ritardo allo scatto pressoché nullo. Ha lasciato cadere i frutti da circa 25-30 cm e ha scattato nel momento in cui i soggetti passavano la superficie dell'acqua. Sono quindi stati bloccati poco sotto la superficie, in un momento in cui sono ancora molto veloci e producono un bel fascio di bollicine.
Dopo una serie di prove, in cui Gabriele è partito dalla piena potenza via via riducendo, la regolazione ottimale è risultata quella di 1/64 e di 1/128. Per sicurezza ha optato per quest'ultimo valore, in cui gli Speedlight SB-900 garantiscono un tempo di emissione estremamente ridotto, ma forniscono una buona quantità di luce grazie alla loro elevata potenza.
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Ecco il risultato dopo una pulizia in postproduzione per saturare
bene il nero e togliere le bollicine sfocate. In questa immagine
la luce è stata variata, riducendo la potenza del flash di sinistra,
per avere più contrasto. |
Quando il gioco si fa duro …. ecco un soggetto di dimensioni ragguardevoli, che ha sollevato un'onda di piena al suo ingresso nell'acquario. Gabriele Zani, prevedendo il pericolo per i suoi Speedlight, si è premunito con un cellofan di copertura. Non dimentichiamoci che i flash non sono subacquei! |
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Una variante dello schema di luce e del set è quella per realizzare le foto dell'acqua su fondo bianco. In questo caso un flash Speedlight SB-900 è stato diretto sullo sfondo, l'altro è rimasto come sorgente di luce principale, con un pannello di schiarita. Ciò produce una luce più plastica e permette di dosare la forma della zona illuminata dello sfondo. |
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