Oggetti in movimento, come fermarli
Quando un soggetto si muove di fronte all’obiettivo la sua immagine si sposta sul piano focale. In questo sta l’origine del mosso, che può essere imperdonabile difetto o prezioso strumento estetico per l’immagine fotografica.
Accettare o rifiutare una foto mossa dipende fondamentalmente da due fattori:
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uso e finalità dell’immagine
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contesto spazio/temporale in cui si fotografa
Se la foto, ad esempio, serve per documentare in modo oggettivo un evento o lo stato di un oggetto, il mosso non è accettabile. Al contrario se il fine è quello di indurre dinamicità a un’immagine di tipo estetico, un mosso può essere quel qualcosa in più che ne fa una grande opera d’arte.
Negli anni, nei diversi settori della fotografia e in luoghi diversi, si è assistito a un
cambiamento del gusto estetico, quindi della accettabilità o meno di immagini mosse.
La luce degli Speedlight SB-900 e la qualità dell’AF-S VR Micro-Nikkor 105mm f/2.8 G IF-ED
disegnano perfettamente la superficie del soggetto e l’acqua in questa immagine di Gabriele Zani.
Per fermare il movimento di un soggetto e farlo apparire nitido nell’immagine si può ricorrere principalmente a due diverse tecniche, che utilizzano rispettivamente:
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un tempo di posa breve
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il lampo del flash
È importante ricordare che le tecniche di ripresa con lampo flash devono essere distinte tra quelle operate in assenza totale di luce ambiente, o comunque “ininfluente”, e quelle miscelate a luce ambiente. È infatti da notare che le impostazioni di sensibilità ISO, tempo e diaframmi impiegati, varieranno lo schiarimento della foto indotto dalla luce ambiente, sommata a quella flash, solo nella porzione di scena in cui è diretto il lampo. La luce flash di schiarita controluce, di riempimento fill-in o di ausilio luce ambiente non sono tema di questo eXperience.
Usando la prima tecnica di tempo di posa veloce per “annullare” i movimenti di ripresa a mano libera:
L’otturatore sta aperto per un tempo sufficientemente breve a fare in modo che l’immagine del soggetto non compia un movimento significativo e registrabile dal sensore. Ogni punto dell’immagine del soggetto deve spostarsi sul piano focale molto poco: pochi micron, che sono dimensioni dell’ordine del pixel.
Quindi la chiave per la riuscita dell’operazione è quella di calcolare il tempo di posa in modo che sia più breve di quello che farà registrare il mosso.
Un metodo empirico, ma abbastanza valido, è quello di utilizzare un tempo di posa ottenuto ponendo al denominatore il valore della focale dell’obiettivo: 1/300s per l’uso di una focale da 300mm.
Usando la seconda tecnica di tempo di posa veloce per “fermare” il mosso di un soggetto in movimento:
Sulle fotocamere digitali reflex si possono scegliere tempi di posa fino ad 1/8000s ma ciò richiederà luce a sufficienza per relazionare l’esposizione anche con la sensibilità ISO ed il diaframma in uso. Per quanto veloce però, potrebbe non essere sufficiente a fermare velocità estreme di specifici soggetti ed ecco allora la possibilità di usare la velocità del lampo per “congelare” ed illuminare.
Quindi il metodo che sfrutta la velocità della luce: il flash proietta un lampo molto intenso ma veloce che illumina il soggetto, la cui luce riflessa è molto intensa e di breve durata. L’immagine arriva sul sensore e dura “un attimo”. Da qui la registrazione nitida dell’immagine, che fa apparire “congelati” nella foto gli oggetti in movimento.
Tuttavia c’è, come vedremo, lampo e lampo; in grado o meno di raggiungere lo scopo.
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