La fotografia architettonica può sembrare un territorio per professionisti dotati di corredi ad alta specializzazione. Le reflex full-frame Nikon e gli obiettivi Tilt/Shift Nikkor, offrono risultati un tempo irraggiungibili. La grande qualità delle migliori compatte tascabili, alcune nozioni tecniche e compositive e un uso consapevole dei software di ritocco, tuttavia, consentono a “chiunque” di confrontarsi con l'architettura.
UN POSSIBILE CORREDO PROFESSIONALE
|
Un possibile corredo professionale: un corredo professionale reflex DSLR per impieghi in campo architettonico può essere costituito da una “qualunque“ reflex DSLR Pieno Formato Nikon FX 24x36 della serie D600/D700/D800 o D4. Per coprire l’intera gamma focali con zoom luminosi della serie Nikkor si segnalano tra i grandangolari l’AF-S Nikkor 14-24mm f/2.8G ED oppure l’AF-S Nikkor 16-35mm f/4G ED VR, tra i medio-tele l’AF-S Nikkor 24-70mm f/2.8G ED e tra i medio-tele/tele l’AF-S Nikkor 70-200mm f/2.8G ED VR II oppure l’AF-S Nikkor 70-200mm f/4G ED VR.
|
Il corredo
L'architettura può essere fotografata con qualsiasi apparecchio fotografico, ma, come sempre, se si vuole avere a disposizione un vocabolario sufficientemente ricco, è meglio dotarsi di una estesa gamma di lunghezze focali.
A mio avviso, un possibile corredo base dovrebbe comprendere:
• un corpo macchina reflex, meglio se con sensore "full frame";
• uno zoom a vocazione fortemente grandangolare (per esempio 14-24mm);
• uno zoom intermedio (per esempio 24-70mm);
• uno zoom medio - lungo (per esempio 70-200mm);
• un treppiedi che arrivi a circa 2 metri di altezza;
• una testa panoramica di buona qualità, meglio se micrometrica.
Il corpo macchina reflex è preferibile perché è sui sistemi SLR che si sono concentrate la progettazione e la costruzione di ampie gamme di obiettivi, soprattutto dei grandangolari spinti, necessari per inquadrare soggetti di grandi dimensioni come gli edifici nella loro interezza. La scelta del sensore "full frame" consente di accedere, potenzialmente, alla gamma più vasta: quella, cioè, che comprende anche gli obiettivi Tilt/Shift, che sul formato Nikon FX di 24x36mm offrono il loro angolo di ripresa maggiore (e non, come succede sui sensori DX, di 18x24mm, un angolo di visione 1.5 volte più stretto come visto tra le tante pubblicazioni, anche in quelle legate agli aspetti video). L'indicazione degli obiettivi zoom potrebbe generare qualche discussione con i sostenitori delle focali fisse, soprattutto quelli che seguono il "verbo" bressoniano, ma io credo che siano uno strumento di libertà.
La mia opinione è che, nella fotografia di architettura, a comandare sia il lento, approfondito percorso intellettuale che porta alla determinazione del punto di vista e, come passaggio immediatamente successivo, dell'ampiezza dell'inquadratura. Dal punto di vista dipendono lo svolgersi prospettico del soggetto e le sovrapposizioni tra di loro delle parti che lo compongono.
Il punto di vista viene prima di tutto e nella sua ricerca ancora non è necessario l'apparecchio fotografico; una volta scelto, la sola categoria di obiettivi capace di costruire i limiti dell'inquadratura in modo da farle contenere solo ciò che si desidera è quella degli zoom. Con le ottiche fisse (che pure ho comprato in grande abbondanza, durante la mia storia fotografica, per ogni sistema che ho posseduto - 35mm, 6x6, l'apparecchio a banco ottico nel formato 10x12.5), se a comandare è il punto di vista, allora siamo costretti a un compromesso sull'inquadratura; se, invece, lasciamo il ruolo principale alla composizione e ai suoi confini, siamo costretti a un compromesso sul punto di vista. Vi prego, non ditemi che gli zoom impigriscono lo sguardo: questo, pigro o no, appartiene al fotografo e non a una categoria di obiettivi. Naturalmente è possibile, per chi non vuole possedere degli zoom, usare obiettivi ampi e poi tagliare la composizione definitiva on-camera dalla funzione “Rifila” del “Menu di Ritocco” oppure in fase di post-produzione: questo, dal punto di vista concettuale, però, è esattamente come zoomare, solo che non lo si fa in ripresa.
Risoluzioni, proporzioni e dimensioni di crop on-camera D810
|
|||
MENU RITOCCO “RIFILA”
|
SCELTA IMMAGINE
|
PROPORZIONI 3:2
|
PROPORZIONI 4:3
|
PROPORZIONI 5:4
|
PROPORZIONI 1:1
|
PROPORZIONI 16:9
|
DIMENSIONI VARIABILI
|
L’opzione “Rifila” del “Menu di Ritocco” permette di scegliere l’immagine scattata potendone creare copie ritagliate all’interno delle proporzioni 3:2, 4:3, 5:4, 1:1, 16:9 e per ognuna la possibilità di variare lo zoom di taglio e, di conseguenza, la risoluzione corrispondente.
|
Ai tre obiettivi zoom si possono aggiungere gli obiettivi Tilt/Shift: sono quegli obiettivi che, grazie a una progettazione dello schema ottico tale da offrire un angolo di campo significativamente maggiore di quello di ripresa e a una costruzione dotata di meccanismi di decentramento e basculaggio delle lenti, permettono di portare sul sensore porzioni di realtà che con obiettivi non decentrabili sarebbero raggiungibili solo con l'inclinazione del corpo macchina e la generazione, quindi, di ulteriori fughe prospettiche dell'immagine del soggetto.
Gli obiettivi Tilt/Shift del sistema Nikon sono tre: il PC-E Nikkor 24mm f/3.5D ED, il PC-E Micro Nikkor 45mm f/2.8D ED e il PC-E Micro Nikkor 85mm f/2.8D. Si tratta di obiettivi dotati di un sistema a ingranaggi capace di spostare - Shift = decentrare - o di far ruotare - Tilt = basculare - le lenti rispetto al materiale sensibile sul piano focale. I loro schemi ottici sono caratterizzati da angoli di campo estremamente abbondanti, in grado di illuminare sensori o pellicole ben più grandi dei formati Nikon FX (circa 24x36mm) o DX (circa 16x24mm), ovvero di consentire al materiale sensibile adottato sul piano focale (sensore) di ricevere immagini anche quando le lenti vengano decentrate di molti millimetri o basculate di parecchi gradi. Definisco l'angolo di campo come l'angolo al vertice del cono composto da tutta la luce che un obiettivo proietta dalla realtà dentro un apparecchio fotografico. Definisco angolo di ripresa l'angolo al vertice del cono composto dalla luce che un obiettivo proietta dentro un apparecchio fotografico e che ha per base il cerchio in cui è inscritto il materiale sensibile nella specifica condizione di ripresa.
L'angolo di campo non varia, è caratteristico dello schema ottico dell'obiettivo. L'angolo di ripresa cambia ogni volta che cambio la distanza dal soggetto e, di conseguenza, la distanza tra l'obiettivo e il materiale sensibile necessaria alla messa a fuoco; cambia anche nel passaggio da un sensore a un altro di differenti dimensioni.
Angolo di campo, di ripresa e soluzione Jumbo MBS con PC-E Nikkor
Per dare con degli esempi un'idea delle potenzialità degli obiettivi Tilt/Shift di Nikon, il PC-E Nikkor 24mm f/3.5D ED, che sul formato di 24x36mm offre un angolo di ripresa di circa 84°, è in realtà dotato di un angolo di campo di oltre 102° e produce quindi, nella messa a fuoco dell'infinito, un cerchio di illuminazione con un diametro di oltre 60 millimetri.
Lo scopo principale del movimento di basculaggio è quello di orientare il piano di messa a fuoco in modo da ottenere il soggetto nitido con un'esigenza minore del normale di profondità di campo oppure raggiungere una messa a fuoco selettiva di una parte e l'enfatizzazione della sfuocatura del resto di esso.
Angoli di campo e angoli di ripresa circoscritti nel cerchio di illuminazione
|
|
Gli schemi ottici degli obiettivi Nikkor serie PC-E sono caratterizzati da angoli di campo estremamente abbondanti, in grado di illuminare sensori o pellicole ben più grandi dei formati Nikon FX (circa 24x36mm) o DX (circa 16x24mm), ovvero di consentire al materiale sensibile adottato sul piano focale (sensore) di ricevere immagini anche quando le lenti vengano decentrate di molti millimetri o basculate di parecchi gradi. Il PC-E Nikkor 24mm f/3.5D ED, che sul formato di 24x36mm offre un angolo di ripresa di circa 84°, è in realtà dotato di un angolo di campo di oltre 102° e produce quindi, nella messa a fuoco dell'infinito, un cerchio di illuminazione con un diametro di oltre 60 millimetri. Nella grafica di sinistra è mostrata, al centro, la singola proiezione contenuta nel 24x36mm e, in trasparenza esterna, le porzioni immagine comunque inquadrate dall’obiettivo. Decentrando l’obiettivo oppure il corpo, come nel caso della tecnica Jumbo MBS che non varia il punto di vista durante il decentramento, il sensore viene illuminato dalle porzioni laterali del cerchio di immagine.
|
Lo scopo del decentramento, invece, è quello di inquadrare porzioni di realtà che, con obiettivi non decentrabili, sono raggiungibili solo inclinando l'apparecchio fotografico rispetto al soggetto e, quindi, generando una fuga prospettica in più rispetto alla normale visione sperimentata con gli occhi.
Il basculaggio per ottenere nitidezza su un piano diagonale rispetto alla macchina fotografica.
|
Il basculaggio per ottenere una nitidezza selettiva.
|
Inquadratura senza decentramento.
|
Inquadratura con decentramento verticale.
|
Gli obiettivi Tilt/Shift mettono a disposizione del fotografo due direzioni di decentramento (con circa 11.5mm di spostamento ognuna) e la possibilità di ruotare le parti mobili, liberando un meccanismo di blocco, in tutte le direzioni: in questo modo si fanno decentramenti verticali, verso l'alto o verso il basso, decentramenti orizzontali, verso destra o verso sinistra, e decentramenti diagonali. Grazie al decentramento è quindi possibile ottenere l'inquadratura desiderata senza ruotare l'apparecchio, e con esso il sensore o la pellicola, evitando così di generare nuovi punti di fuga per ulteriori prospettive. Il sistema Nikon è anche dotato di un accessorio Nital – la staffa Jumbo MBS, progettata da Giuseppe Maio in collaborazione con fotografi professionisti in campo still-life, architettura, riproduzione fotografica di beni culturali, fotografia di interni e paesaggistica in stitching quando in campo sono richiesti anche soggetti ravvicinati. La staffa, che collega l'obiettivo (e non la fotocamera) alla testa del treppiedi, rende possibile applicare i decentramenti senza spostare il punto di vista. I vantaggi di quanto appena detto sono stati diffusamente descritti in diversi eXperience e in qualche video; qui ritengo utile ricordare questa opportunità attraverso due immagini "panoramiche" ottenute dallo stitching di tre immagini fatte con la staffa JMBS e i decentramenti del PC-E Nikkor 24mm f/3.5D ED.
Decentramento orizzontale corpo in Jumbo MBS per mosaico di ripresa con Nikkor PC-E
|
|
Metodi di pagamento: |