L'Ultravioletto Riflesso "UVR"
L'altra tecnica archeometrica per immagini che impiega l'ultravioletto, è l'Ultravioletto Riflesso (UVR) che raccoglie solo la componente UV riflessa dalla superficie oggetto di indagine. La differenza principale rispetto alla fluorescenza UV è da ricercare nei risultati che si possono ottenere e nella metodologia di impiego. L'Ultravioletto Riflesso, a differenza dell'UVF, richiede che solamente la radiazione UV sia registrata dalla fotocamera, perciò bisogna eliminare la radiazione visibile con un filtro da apporre davanti all'obiettivo che deve essere completamente trasparente all'UV, in modo da bloccare la radiazione visibile parassita della sorgente luminosa e la luce visibile della fluorescenza. Dato che il fenomeno della riflessione dell'UV caratterizza i materiali in modo diverso rispetto alla fluorescenza, la versatilità e gli ambiti di applicazione sono molto ristretti. Senza dubbio, per quanto riguarda il risultato che si vuole ottenere sui manoscritti questa tecnica non fornisce i risultati desiderati, ovvero leggere l'inchiostro dove risulta illeggibile o di difficile lettura già a occhio nudo.
Per quanto riguarda la tecnica di ripresa, bisogna considerare che il filtro UV Pass è completamente scuro, e questo obbliga ad effettuare una serie di riprese di prova per determinare sia l'esposizione che la messa a fuoco (il fuoco dell'immagine visibile non coincide con quello dell'immagine UV). Per la messa a fuoco risulta molto preziosa la funzione Live View fornita dalle recenti DSLR che mostra a monitor ciò che il sensore è in grado di “vedere”. Inoltre i vetri delle ottiche fotografiche non sono trasparenti al di sotto dei 340nm e permettono di sfruttare solo le radiazioni dell'UV vicino. Per spingersi oltre occorre adoperare lenti di quarzo o di fluorite trasparenti fino a 200nm circa, ma queste ottiche sono piuttosto rare e costose come descritto anche nell'eXperience Riflettografia nell'Infrarosso con Reflex Nikon.
Inoltre non bisogna tralasciare che l'utilizzo una ottica normale con lenti trattate con rivestimento antiriflesso potrebbe generare fenomeni di fluorescenza quando la radiazione UV attraversa l'ottica.
Nonostante le forti limitazioni dell'attrezzatura utilizzata (fotocamera non modificata per effettuare foto UV rimuovendo il filtro IR/UV Cut, obiettivo 50mm Nikkor non sensibile all'UV), ho provato ad effettuare delle riprese su alcune delle pergamene ebraiche conservate nella Biblioteca comunale di Santarcangelo di Romagna (già oggetto di indagine per l'UVF) montando il filtro B+W 403 UV PASS. Per le riprese, ho impostato la macchina in priorità di diaframmi, bilanciamento del bianco automatico, e ho fatto una serie di prove per tarare l'esposizione e la messa a fuoco. Il diaframma è stato impostato a f8, mentre il tempo di posa è stato di 180 secondi.
Nella stessa sessione di scatto, ho potuto confrontare i risultati ottenuti dalla Nikon D300 con quelli del Riflettografo Lot Oriel del Laboratorio diagnostico del Dipartimento di Beni Culturali dell'Università Bologna (sede di Ravenna), che ha una risoluzione di 2048x1536 pixel, sensore CMOS e filtri che vanno dall'infrarosso all'ultravioletto.
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A sinistra: Riflettografo Lot Oriel
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In basso: Filtro UV Pass B+W 403
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Sono state ripetute le prove dell'UVR in alcune pregamene in cui sono state riprese le immagini della fluorescenza ultravioletta con la Nikon D300.
FRAMMENTO N.8 LATO ESTERNO
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Particolare lato esterno visibile
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Particolare lato esterno UVR
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Particolare lato esterno UVR nel canale verde
A destra: Particolare lato esterno UVR nel canale verde invertito
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FRAMMENTO N.8 LATO INTERNO
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ZONA 1
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Particolare lato interno visibile
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Particolare lato interno UVR
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In alto: UVR con riflettografo
A sinistra: Particolare lato interno UVR con Nikon D300
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ZONA 3
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Visibile
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UVF
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UVR con Nikon D300
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UVR con riflettografo
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FRAMMENTO N. 25535
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Visibile
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UVF
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UVR con Nikon D300
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UVR con riflettografo
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Come si può notare, la tecnica dell'ultravioletto riflesso non è idonea allo scopo di questa eXperience e al progetto “Genizah Italiana”, poiché è la fluorescenza degli inchiostri (quando presenti e se fluorescenti), derivante da illuminazione con ultravioletto, che permette di poter leggere i testi che nel visibile appaiono poco leggibili o illeggibili. Si può aggiungere che la D300, nonostante le forti limitazioni della fotocamera (presenza del filtro UV cut davanti al sensore) e delle ottiche utilizzate, ha sostenuto egregiamente il confronto con l'apparecchiatura scientifica dedicata per questo tipo di analisi.
Bibliografia
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N.B.: Tutte le immagini contenute in questa eXperience sono state riprodotte previa concessione dell'autorizzazione dei rispettivi archivi che ne hanno concesso l'utilizzo per questa esclusiva pubblicazione.
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