Premessa
Uno dei luoghi comuni della fotografia digitale è che i filtri in ripresa siano diventati inutili, e che ogni azione comunque possa essere emulata con Photoshop, o con altri programmi di fotoritocco.
Secondo la nostra opinione questo è un concetto errato se visto in senso assoluto!
Ci sono vari motivi per i quali resta una buona abitudine fare uso dei classici filtri in ripresa.
Pensiamo ad esempio a chi stampa con una stampante Pict Bridge compatibile, collegata direttamente alla fotocamera oppure a coloro che si rivolgono ai service di stampa consegnando la scheda di memoria: in questi casi, ovviamente, si salta il passaggio del fotoritocco, ed ecco che un filtro in ripresa può essere la soluzione ideale per ottenere degli specifici effetti non ottenibili solo con la variazione dei parametri di ripresa sulla fotocamera.
Oppure all'amatore o al professionista che si ritrova con interi servizi, montagne di foto in cui aggiungere certi effetti che richiedono tempo per il fotoritocco…
A volte, dover aprire numerosi file, può rappresentare uno scoglio.
In digitale infatti si scatta molto per la convenienza del gesto (non costa nulla!) ma ritrovarsi i supporti pieni di file "da sistemare" comporta avere molto tempo a disposizione per farlo in un secondo momento.
A maggior ragione, diventano indispensabili per tutti coloro che non vogliono cimentarsi nella correzione post scatto, sia per avversità all'uso di un computer che per l'impegno necessario ad imparare l'impiego corretto di tutte le funzionalità del software che si intende utilizzare per migliorare le proprie immagini.
Pensiamo al degrado che a volte possiamo apportare ad un immagine "starando" i suoi parametri ed andandola a modificare in post-produzione.
Se l'intervento è di lieve entità spesso va tutto bene, ma a volte non è così, e se l'intervento è consistente aumenta il rischio di peggiorare qualità del file aumentando la soglia di rumore (disturbo "Noise") o perdendo la leggibilità nelle ombre come nelle alte luci. Ciò indubbiamente salvando in formato JPEG ma in esasperazione ciò vale anche con formati a gamma estesa come il RAW/NEF gestito a computer a 16 bit per canale.
Pensiamo inoltre a filtri non emulabili, come il Polarizzatore, gli ND, gli UV, le lenti Close-Up ma anche i filtri di Conversione luce, i filtri "neri" passa Infrarosso.
Pensiamo anche ai numerosi filtri colorati dedicati al Bianconero…
Chi pensa di riprodurre gli effetti delle pellicole bianconero tradizionali nella loro rispondenza ai toni di colore semplicemente starando i valori del miscelatore canale sbaglia… spesso l'uso di questo sistema ruba informazioni all'immagine, esagerando i valori di alcuni canali e annullandone altri, spesso con vistosi effetti sulle stampe finali.
Un filtro modula i rispettivi canali, non toglie informazioni in seguito dal file. Per ottenere un buon bianconero da file bisognerebbe abituarsi, ove richiesto, proprio a utilizzare i filtri di contrasto in ripresa come si è sempre fatto.
Questo piccolo e modesto lavoro vuole mostrare come sia possibile ed in molti casi consigliato e divertente l'utilizzo dei filtri in era digitale…
Toccheremo vari generi, con l'innata curiosità di sperimentare.
Per ogni foto "pura" sono rappresentati degli esempi di utilizzo nelle medesime
condizioni di illuminazione e ripresa.
Anello adattatore
Supporto portafiltri
Filtri
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Il sistema Cokin
Nella storia della fotografia, il nome Cokin rappresenta il marchio per eccelllenza dei filtri utilizzabili in fase di ripresa per ogni genere di fotocamera.
Indiscutibile il suo impegno ad adattare la produzione anche per la fotografia digitale, soprattutto sulle compatte per le quali abbiamo apprezzato l'invenzione dei filtri magnetici, ideali per le ottiche sprovviste di attacco filettato per i filtri.
Offre una gamma completa per ogni genere d'uso ed impiego, ed oltre ad i classici a vite (quelli che si devono avvitare sulla lente frontale dell'obiettivo) che possono essere utilizzati solo in funzione al loro diametro, troviamo il sistema più conosciuto costituito da due elementi che consentono anche l'uso in contemporanea di più filtri.
Con questo sistema, si utilizzano dei filtri di forma quadrata o rettangolare da infilare nell'apposito supporto che a sua volta si distingue in tre tipologie per dimensione:
1) Serie "A" per lenti fino a Ø 62 mm.
2) Serie "P" per lenti da Ø 48 a Ø 82 mm.
3) Serie "X PRO" per lenti da Ø 62 a Ø 118 mm.
La praticità di tale sistema è indiscutibile: offre una gamma di scelta che abbraccia qualsiasi genere di esigenza, dal fotoamatore al professionista, senza precludere l'utilizzo anche senza tale supporto portafiltri, semplicemente sorreggendo con la mano libsera davanti all'ottica il filtro da utilizzare.