Premessa
Oggi tutte la macchine fotografiche digitali sono, qualcuna più altre meno, sensibili alle radiazioni infrarosso.
Le possibilità di applicazioni della fotografia digitale infrarosso sono veramente molteplici, si va da quella artistica, che conosciamo molto bene con il "tradizionale" alla meccanica, botanica, astronomica, investigativa ecc...
Tutte le fotocamere digitali vengono protette da un filtro CutIR cioè taglia infrarosso, di color verdastro applicato davanti ad ogni sensore, visibile appena apriamo la tendina per la pulizia ordinaria del sensore stesso.
Ultimamente i progettisti Nikon hanno aumentato nella serie "D" il potere di taglio facendo così diminuire la sensibilità già a 660 nm (nanometri), a favore ovviamente di una migliore qualità di immagine nello spettro visibile.
Nel nostro caso, la sensibilità nell'infrarosso della D70 è molto simile, ma non uguale, alla sorella maggiore D2H anche se il sensore è completamente diverso e paragonabile con quelle della serie D1 di circa 2 EV in meno.
Chiaramente per fotografare l'infrarosso abbiamo necessità di un filtro che tagli tutte le frequenze di luce sotto quella minima dell'infrarosso stesso e cioè da circa 650 a 780 nm.
Ultimamente possiamo trovare in commercio (anche se in Italia non è così semplice ed economico) molti filtri infrarosso diversi. Ultima uscita, ma non per qualità, la Cokin ha sviluppato un ottimo filtro infrarosso di facile accesso e soprattutto a buon prezzo: il P007 Infrared 89B.
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