Lo spettrofotometro per creare profili ICC per monitor, stampanti e videoproiettori

A cura di Giuseppe Andretta

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» Software Colormunki Picker e Digital Pouch » Conclusioni

 

Software Colormunki Picker e Digital Pouch

Sia la versione Photo che la versione Design, come già osservato, dispongono di un software chiamato ColorPicker. Questo strumento è, secondo me, una grande fonte di possibilità nella pratica della misurazione del colore. Con il ColorPicker si possono consultare numerose librerie di colori Pantone e Munsell, leggerne i valori Lab o la terna RGB all’interno dello spazio sRGB.

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Si possono creare palette di colori ricavandoli dalle proprie immagini oppure direttamente dalle letture dello spettrofotometro eseguite sugli oggetti. Si può, ad esempio, verificare se il colore di un oggetto fotografato potrà essere stampato, dalla mia stampante o da una macchina da stampa tra quelle inserite nel database del software.

Descriverò ora qualche prova pratica che ho fatto. Dopo aver creato il profilo della stampante ho inserito il profilo in modo tale che ColorPicker lo riconosca nel suo database. Questa operazione l’ho eseguita sul mio MacBook Pro, in ambiente Macintosh, entrando nell’applicazione dalla scrivania (altrimenti questa procedura non è prevista dall’applicazione). È sufficiente cliccare col tasto destro del mouse sull’icona dell’applicazione, selezionare la voce “Mostra contenuto del pacchetto” e trovare la cartella mostrata DeviceProfiles. Poi copiarci dentro il profilo che si intende usare.

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Una volta fatto questo si può connettere lo strumento e, dopo averlo calibrato, lo si seleziona nel pannello a sinistra dell’applicazione dove ci sono le librerie, le risorse e i progetti. Si noti come, tra le risorse, appaiano i vari dispositivi collegati: un iPhone, in questo caso e il Colormunki, assieme alle librerie delle applicazioni fotografiche (iPhoto, Aperture, Lightroom). Queste vengono considerate risorse in quanto Colormunki può ricavare dati colore, o palette di colori, direttamente da campionature su fotografie digitali, come già scritto in precedenza.

In questo caso ho utilizzato il Colormunki per misurare il colore di quattro oggetti che ho successivamente fotografato con una D700. Ho poi voluto verificare quanti ne avrei potuto stampare sulla mia stampante con la carta appena usata per la creazione del profilo.

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L’ultimo pannello, in basso a destra, permette di selezionare un profilo di colore che, automaticamente, eliminerà dalla palette i colori considerati non stampabili. Ciò avviene selezionando il profilo desiderato dal menu a comparsa PrintSafe™ come mostrato in figura.

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In alternativa, in basso a sinistra, si può scegliere un altro menu a comparsa, contenente anch’esso i profili ICC del database, che si chiama “Migliore corrispondenza”.

Con questa opzione, nella palette, i colori non esattamente riproducibili da quel profilo verranno simulati attraverso una divisione della tacca di colore, come mostrato in figura.

Nel mio test ho fotografato un particolare della mia scrivania con una base di lampada verde marcio, una confezione gialla di batterie IKEA, un disco Lacie arancione e una borraccia di metallo di colore rosso vivo.

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Prima ho singolarmente misurato il colore degli oggetti e dato loro un nome, come si può leggere dalla figura, poi ho scelto il profilo della stampante nel menu PrintSafe™ e il colore rosso è stato disattivato a dimostrazione del fatto che quel colore è fuori dal gamut della stampante, cioè non è riproducibile con quella stampante, con quegli inchiostri e su quella carta.

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Per curiosità, ho verificato quanti colori avrebbero potuto essere riprodotti fedelmente da una macchina da stampa a norma ISO “Europe ISO Coated FOGRA27”, anche in questo caso, solo il rosso non avrebbe trovato una fedele corrispondenza in stampa.

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Nel profilo Euroscale Uncoated V2 nessuno dei quattro colori avrebbe potuto essere riprodotto.

Il Photo ColorPicker di Colormunki è un software molto interessante, si presenta con un’accattivante e semplice interfaccia dalla quale si accede intuitivamente alle libreria di colori Pantone oppure alle proprie immagini. Creare delle palette di colori dalle immagini o dagli oggetti può sembrare un’operazione superflua ma spesso è molto importante e, soprattutto, istruttiva. Ricavare una campionatura di colori da una fotografia e controllarne la fedele riproduzione può salvare, a volte, numerose ore di prova e sprechi di carta.

Nell’immagine si può notare come da una fotografia nella mia libreria di Aperture sia stata ricavata una palette di colori. Sarebbe sufficiente, a questo punto, selezionare un profilo di colore dal menu PrintSafe™ per vedere quanti colori, tra quelli campionati dal software nell’immagine, verrebbero rappresentati fedelmente.

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Il DigitalPouch, invece, è un software a corredo della sola versione Photo. Esso si presenta con una semplice finestra all’interno della quale trascinare le immagini da inviare. Se queste non hanno il profilo incorporato, il software ci avvisa e ci chiede di sceglierne uno prima di spedire le immagini. Questo ovviamente perché il profilo ICC incorporato nell’immagine è il primo elemento affinché la gestione del colore funzioni. Il secondo elemento è il profilo del monitor.

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Il software crea un file .jar “Java Archive” contenente le immagini inserite e un eseguibile di controllo quando sarà scompattato nel computer del cliente. In questo modo verificherà la presenza del profilo nel computer del cliente e, se non trova un metodo di gestione del colore attivo, lo avviserà - prima di aprire le immagini - che i colori visualizzati potranno risultare diversi da come sono stati corretti dal fotografo, o da chi ha inviato il documento.


Conclusioni

La soluzione Colormunki si posiziona, sul mercato della gestione del colore, come uno strumento economico, semplice e versatile. L’hardware è uno spettrofotometro di alta tecnologia il cui modulo sembra derivare dal ben più costoso iSiS ma con alcune differenze, numero dei LED ed assenza dei LED UV. Anche lo spettro di lettura, in riflessione ed emissione, è più limitato rispetto ad altri strumenti di X-Rite come il più costoso, e famoso, i1 Pro. Le altre limitazioni software, precedentemente elencate, come la mancanza della possibilità di impostare la luminanza e il gamma del monitor, ne fanno subito intendere la principale funzione: uno strumento per principianti della gestione del colore con un altissimo livello di affidabilità.

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Lo strumento in se è abbastanza compatto e non richiede accessori. Personalmente ho trovato superflua la luce costantemente pulsante con lo strumento collegato ma, soprattutto, ho notato che la ghiera dello strumento è scomoda e, nella rotazione, si preme inavvertitamente anche il tasto di lettura dovendo aspettare poi che il software risponda. Inoltre, sempre sul software, sono personalmente dovuto spesso ricorrere alla reinstallazione per problemi di riconoscimento dello strumento, questo in ambiente Mac OS X 10.5. Consiglio perciò di tenere sempre una copia dell’ultima versione dell’installer, che si scarica dal sito, in caso di necessità. Ricordo comunque che il software da me utilizzato è ancora una versione 1.0.

In senso positivo mi ha invece colpito la velocità e l’affidabilità dei profili creati per tutti i dispositivi che ho provato (monitor, videoproiettore e stampante). In modo particolare, mi sono particolarmente divertito con le possibilità offerte dal software ColorPicker per la misurazione dei colori degli oggetti, il calcolo dei colori fuori gamut e la visualizzazione dei colori più corrispondenti a quelli inseriti nelle librerie o letti direttamente dentro alle fotografie. Sempre a favore del software Colormunki, non va dimenticata la possibilità di ottimizzare un profilo già creato sulla base dei colori contenuti in una serie di immagini; caratteristica unica a quanto mi risulta.

 
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