Come garantire e garantirsi la proprietà e l'autenticità di un'immagine digitale


» Introduzione » L'autenticità dell'immagine fotografica
» Proprietà dell'immagine fotografica » Software e Hardware Nikon Image Authentication
» Tipo di scheda di memoria e possibile archiviazione » Messa in sicurezza dei file da autenticare
» Impostazioni On-Camera » Nikon Image Authentication sul campo
» Scaricare le immagini dalle schede con Nikon Transfer » Verificare l'autenticità e l'integrità di un'immagine
» Applicazioni pratiche di Nikon Image Authentication » Impronte digitali di un'immagine

 

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Il "ritocco" è nato quasi contemporaneamente alla comunicazione e all'arte umana: esistono quadri che sono stati ritoccati dagli stessi autori successivamente all'apposizione della firma; esistono statue, come il Mosè di Michelangelo che Michelangelo stesso ha praticamente riscolpito in tempi successivi realizzando un'opera ancora migliore.
L'autenticità nell'arte parte innanzitutto dal presupposto dell'unicità della singola opera d'arte, che scongiura il problema della copia, per poi passare all'identificazione della paternità, oltre che da precisi canoni riferibili a ciascun artista, dalla presenza o meno della sua firma e la sua autenticità.
Un'opera d'arte, infine, può essere stata ritoccata dall'artista stesso successivamente al suo compimento, o ancora, può essere successivamente restaurata.
In fotografia, sia essa fotografia d'arte o puramente documentativa, l'autenticità può essere fatta risalire all'esame del negativo, o della stampa, quando autografata. In digitale le cose si fanno più complesse, sia dal punto di vista della veridicità che della sua autenticità rispetto all'immagine originale. Di contro la proprietà della stessa può essere documentata tra i campi exif dell'immagine dove l'autore può aver inserito un copyright. Ma rimanendo circoscritti all'immagine digitale non stampata diventa difficile comprendere, sia analizzando i dati exif che l'immagine stessa, se questa è esattamente l'immagine originale o è stata in qualche parte modificata, per volontà o contro la volontà dell'autore stesso. Vedremo tra poco come il software Nikon Image Authentication rende estremamente più sicuro e certo il riconoscimento dell'originalità o meno dell'immagine digitale che deve essere esaminata.

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Nikon Image Authentication si basa
su un software e su un hardware che viene
fornito sotto forma di chiavetta USB.
La versione software è disponibile per il solo ambiente OS Windows.

 

L'autenticità dell'immagine fotografica
Venendo alla fotografia il ritocco è nato con la fotografia stessa, come complemento perfetto dello scatto, un ritocco che parlando degli scatti fatti su pellicola può partire da procedure eseguite già sulla pellicola stessa, per poi passare al ritocco che è possibile effettuare durante la stampa, e ancora al ritocco che può essere applicato alle stampe stesse finite.
Certamente, quello del ritocco su pellicola, composto da una serie di operazioni necessarie ma altrettanto difficili da mettere in atto, fa sì che le probabilità che una stampa ottenuta da un negativo sia ritoccata sono piuttosto basse e in molti casi riconoscibili da parte di un occhio esperto. Se parliamo invece di una stampa o anche semplicemente di un'immagine digitale visualizzata a monitor, le probabilità che l'immagine sia ritoccata è in teoria la stessa del negativo, ma la riconoscibilità del ritocco è estremamente più difficile rispetto alle stampe del negativo, perché in digitale il ritocco avviene direttamente sul file, e non sulla materia – che può essere il negativo piuttosto che la stampa -, difficile quindi evidenziare tracce visibili, e se invece le tracce sono visibili è solo per imperizia di chi ha fatto il ritocco, non per la procedura stessa. C'è poi ritocco e ritocco: anche aumentare o diminuire il contrasto e/o la luminosità sono ritocchi, ma parliamo di procedure che in nessun modo posso stravolgere l'obiettività della fotografia stessa: in un'immagine in cui si vede un'automobile parcheggiata sotto a una casa, che il cielo sopra la casa venga scurito o schiarito, sempre sotto la casa la macchina risulta parcheggiata. Quando invece, complice il digitale, la macchina viene cancellata, o spostata un portone più in là, o le vengono cambiati i riferimenti della targa, in questi casi l'obiettività è completamente sparita.

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Ma ci sono comunque moltissime situazioni in cui è necessario garantire la totale autenticità di un'immagine fotografica, cioè a dire che non è stato apportato nessun tipo di intervento, né da un punto di vista di ritocco né da un punto di vista di modifica o aggiunta di dati EXIF/XMP/IPTC, compresi i recenti dati di georeferenziazione.
Così, se da un lato si garantisce che l'immagine è veramente quella originale, dall'altro si moltiplicano le occasioni di rivalersi di questa autenticità in diversi modi, a partire dalla proprietà stessa dell'immagine per arrivare all'utilizzo della stessa quale prova fotografica.
E ancora, ci sono situazioni in cui l'obiettività di un'immagine è fondamentale: basta pensare alle fotografie scattate durante un sopralluogo della polizia, o durante la costruzione di un palazzo in un cantiere, o una fotografia medico scientifica, o durante una qualsivoglia perizia, come l'expertise di un quadro, ecco che qui la certezza che l'immagine non sia stata in alcun modo ritoccata o alterata dal momento dello scatto è di fondamentale e di legale importanza.
E da questo punto di vista il digitale, che su molti fronti è di estremo aiuto al fotografo, certo non aiuta.

 


Proprietà dell'immagine
Un altro comparto vicino all'originalità di una fotografia è la possibilità di dimostrare la proprietà dell'immagine stessa.
Usando negativi o diapositive era proprio nella proprietà del negativo che si concentrava la prova del fatto che l'immagine, diffusa o stampata su carta fotografica o in ambito tipografico, era di proprietà del fotografo stesso. Molti fotografi poi apponevano sul retro della stampa fotografica la propria firma, non diversamente da come fanno i pittori tanto con le proprie tele che con le litografie, dove insieme alla firma viene apposto anche il numero seriale della litografia e il numero totale della tiratura, esattamente come fanno i fotografi quando “tirano” multipli di stampe dallo stesso negativo.

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L'identificazione del negativo o della diapositiva,
durante i passaggi di produzione, si limitava a scritte stampate sul bordo del telaietto delle dia

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Alcuni fotografi erano usi incidere delle tacche lungo le cornici delimitatrici di formato della propria fotocamera, che in questo modo firmavano con dei segmenti neri sul bordo del negativo l'immagine stessa, sempre nello stesso modo univoco. Ogni cornicetta, comunque, ha un suo particolare perimetro, differente da fotocamera a fotocamera, che in alcuni punti può presentare delle piccole rientranze, o dei bordi leggermente sfrangiati, che si fissano poi indelebilmente e nello stesso modo seriale su ciascuna immagine fissata sul negativo.

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I dorsi Hasselblad per pellicola hanno due evidenti triangolini che rimangono impressi su un lato del fotogramma, ad autenticare se non altro che lo scatto
è stato eseguito con Hasselblad.

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Kodak produsse delle fotocamere per pellicola in rullo 120 dotate di uno sportellino attraverso il quale, con un punteruolo a corredo, si poteva incidere la carta di protezione della pellicola; era così possibile scrivere, in stampatello piuttosto che in corsivo, alcuni "exif" come la località o l'ora di scatto, piuttosto che apporre la propria firma autografa; una volta scalfita la carta di protezione la luce attraversava la scritta e la luce imprimeva la scritta sulla pellicola stessa.
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Qui il punteruolo a corredo, non essendo più a corredo, è stato sostituito dalla punta di una comune biro...


Fotocamera a pellicola molto sofisticate come la Nikon F6 o la F5 e ancora la F100 non solo permettono
di memorizzare oltre una ventina di dati "exif" per ciascun fotogramma scattato in una memoria digitale interna,
ma permettono di esportarne anche i dati con il Data Reader MV-1 e trasferirli sul PC come file di excel.
Una parte dei dati può anche essere stampato a lato di ciascun fotogramma. Un buon inizio, sul concetto
di proprietà dell'immagine, ma piuttosto lontani dalle possibilità offerte dall'immagine digitale.

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È chiaro che in un'immagine digitale i dati exif che possono essere memorizzati nel file sono praticamente infiniti,
e a questi è possibile aggiungere anche le coordinate GPS, oltre che l’Universal Time Code, quindi la data e l'ora di scatto
con una precisione assoluta che non dipende dai settaggi della fotocamera né dalle intenzioni del fotografo.
A questo è possibile aggiungere il copyright, oltre che altre informazioni a cura dell'autore e volendo anche diverse chiavi di ricerca. Se a tutto questo aggiungiamo l'attivazione On-Camera del Comando Autenticazione Foto, tutti i dati exif presenti all'interno
della fotocamera al momento dello scatto vengono letteralmente sigillati all'interno del file.
Ed è qui che interviene il Software Nikon Image Authentication

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