Risoluzione e qualità delle reflex Nikon permettono elevati rapporti di ingrandimento utilizzando le moderne stampanti a getto di inchiostro come la Epson SureColor P600. L’accresciuta tecnologia permette anche di variare la densità di pixel in rapporto all’ingrandimento e conseguentemente alla distanza di visione della stampa. Impariamo a calcolare i valori ottimali…
La matrice di pixel e la dimensione massima di stampa
In base a quanto esposto in precedenza, si può procedere al calcolo delle dimensioni massime di stampa ottenibile dalla fotocamera, mantenendo i valori considerati e conoscendo la matrice di pixel del sensore.
Il calcolo deve essere eseguito in questo modo:
Il valore ottenuto rappresenta la dimensione lineare della stampa ottenibile.
Ad esempio per il file di una 24Mp come la Nikon D750 stampato su una Epson SureColor SC-P600:
Questi sono i valori in pollici raggiungibili. Poiché un pollice vale 2,54 cm, moltiplicando i valori precedenti per 2,54 si ottiene:
Quindi la Nikon D750 sarà in grado di coprire con il suo fotogramma un area delle dimensioni di circa 56 x 84 cm (formato A1), mantenendo un valore di risoluzione doppio rispetto a quello sufficiente per una stampa di queste dimensioni. Volendo aumentare le dimensioni della stampa, per una visione a distanza maggiore, sarà possibile scendere a 90 pixel per pollice, coprendo un area di dimensioni pari a 113 x 169 cm, sempre mantenendo una quantità di informazione più che sufficiente per non far vedere i pixel che compongono l’immagine. Possiamo in sintesi constatare che le attuali reflex Nikon con sensore da 24 megapixel, indifferentemente se in pieno formato 24x36 FX come la serie D750/D600/D610 oppure DX come le serie D3300 o D5300/D5500, permettono stampe di elevata qualità inkjet a 180 pixel per pollice su un’area di circa 85 x 56 centimetri. L’elevata risoluzione permessa oggi dalle reflex permette in conseguenza di poter mantenere elevata qualità anche su particolari di immagine stampati in grandi dimensioni. Primato di ritaglio “crop” permesso, ovviamente, dall’ammiraglia di risoluzione Nikon D810 senza “scomodare” le estreme risoluzioni ottenute in tecnica Jumbo MBS vista nell’eXperience “Still-life in studio con D810, D750 e Nikkor PC-E”.
REFLEX
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RISOLUZIONE
FOTO |
DIMENSIONE
STAMPA 90 PIXEL/POLLICE |
DIMENSIONE
STAMPA 180 PIXEL/POLLICE |
DIMENSIONE
STAMPA 300 PIXEL/POLLICE |
36Mp Nikon D800/D800E/D810
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7.360 x 4.912 pixel
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208 x 139 cm
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104 x 70 cm
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62 x 42 cm
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70Mp Nikon D810 Jumbo MBS
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9.600 x 7.300 pixel
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270 x 206 cm
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135 x 103
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81 x 62 cm
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24Mp Nikon D750
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6.016 x 4.016 pixe
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170 x 113 cm
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85 x 57 cm
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51 x 34 cm
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40Mp Nikon D750 Jumbo MBS
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7.750 x 5.950 pixel
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219 x168 cm
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110 x 84 cm
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66 x 50 cm
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24Mp Nikon D5300/D5500
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6.000 x 4.000 pixel
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170 x 113 cm
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85 x 56 cm
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51 x 34 cm
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Le attuali Reflex con sensore da 24 megapixel, indifferentemente se in pieno formato 24x36 FX come la serie D750/D600/D610 oppure DX come le serie D3300 o D5300/D5500, permettono stampe di elevata qualità inkjet a 180 pixel per pollice su un’area di circa 85 x 56 centimetri. L’elevata risoluzione permessa oggi dalle reflex permette in conseguenza di poter mantenere elevata qualità anche su particolari di immagine stampati in grandi dimensioni. Primato di ritaglio “crop” permesso, ovviamente, dall’ammiraglia di risoluzione Nikon D810 senza “scomodare” le estreme risoluzioni ottenute in tecnica Jumbo MBS.
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Nikon D800/D800E/D810
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Nikon D750
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Nikon D600/D610
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Nikon D5300/D5500
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Una matrice di 12 megapixel permette, di fatto, di coprire tutti gli ingrandimenti fotografici ottenibili con le stampanti a getto di inchiostro di grande formato oggi in commercio. Risoluzioni superiori, come quelle possibili in tecnica Jumbo MBS oppure in singolo scatto con la Nikon D810 da 36 megapixel, permettono di eseguire tagli di inquadratura, oppure di coprire formati elevati di stampa alla risoluzione di 300 pixel per pollice, richiesta dagli stampatori per la tecnologia tipografica offset.
I valori di risoluzione sono espressi in pixel per pollice a cui preparare il file per la stampa, mentre le dimensioni della stampa sono espresse in centimetri. In evidenza i valori per le reflex Nikon oggi in commercio e i valori ottimali per la stampa con la matrice dpi delle stampanti Epson. Grazie alla diversa tipologia di retino dato dalla minima dimensione delle gocce di inchiostro, gli ingrandimenti ottenibili con le reflex Nikon aumentano molto stampando a getto di inchiostro, rispetto alla stampa offset con valore 300 pixel/pollice. A un valore di tutto rispetto, come è quello di 180 pixel per pollice, tutte le reflex Nikon attualmente in commercio permettono di coprire il formato A2.
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Nikon D810
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Nikon D750
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Nikon D610
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Nikon D5500
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Una matrice di 24 megapixel permette di coprire tutti gli ingrandimenti fotografici ottenibili con le stampanti a getto di inchiostro di grande formato oggi in commercio. Risoluzioni superiori, come quelle possibili in tecnica Jumbo MBS oppure in singolo scatto con la Nikon D810 da 36 megapixel, permettono di eseguire tagli di inquadratura, oppure di coprire formati elevati di stampa alla risoluzione di 300 pixel per pollice, richiesta dagli stampatori per la tecnologia tipografica offset.
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La differenza fra pixel per pollice e dpi (dot per inch) è fondamentale, anche se in Italia si usa il termine dpi indistintamente. DPI va riferito alla goccia fisica di inchiostro stesa sulla carta, dall’inglese dot che significa goccia; mentre pixel è l’elemento base dell’immagine digitale. Poiché ogni pixel viene riprodotto con più gocce d’inchiostro non vanno confusi i termini e i relativi valori di riferimento. Il termine ppi significa point per inch, è relativo alla risoluzione di scansione. Non va confuso con gli altri due.
Analisi di ingrandimenti in stampa da 360 DPI a 70 DPI su foto da 12/13MP
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Ecco una prova di ingrandimento a diverse risoluzioni in stampa partendo dalla foto scattata in RAW/NEF e sviluppata on-camera a 13Mp su D750 per emulare la qualità ottenibile anche su scatti operati a media risoluzione da risoluzioni di circa 12 megapixel: l’immagine ridotta e sottoposta alla verifica, ha una matrice di pixel pari a 4.512 x 3.008 (13 megapixel). Il file è stato preparato per le diverse stampe ai valori di 360, 240, 180, 120, 90, 70 pixel per pollice (da sinistra in alto a destra in basso). Gli ingrandimenti sono stati stampati con una Epson SureColor SC-P600 alla risoluzione Ultra di 1.440x720 dpi. Successivamente è stata eseguita una scansione di un particolare di 5x4cm alla risoluzione di 2.400 ppi. I file delle scansioni sono qui riprodotti a 72 pixel per pollice (qualità video), cosa che non permette di apprezzare al meglio il retino prodotto dalla stampa inkjet, visibile sugli originali di scansione.
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Come si vede diminuendo la risoluzione di stampa aumentano le dimensioni, ma la quantità di informazione rimane invariata. Il reticolo di punti della tecnologia a getto di inchiostro permette di mascherare molto bene il reticolo di pixel, mantenendo una ottima qualità anche su risoluzioni più basse di quelle permesse ormai dall’intera gamma reflex Nikon. Le due ultime immagini mostrano la presenza dei pixel (non si dimentichi che l’immagine di partenza mostrata sopra è comunque un JPEG ottenuto ridimensionando un RAW che aveva risoluzione maggiore); tuttavia sono particolari 5x4 cm di due immagini rispettivamente di 80x120 cm e 102x154 cm, le cui distanze di visione corrette sono 1,50 e 1,80 metri. A quella distanza l’occhio non è assolutamente in grado di percepire simili piccoli dettagli. La qualità dell’hardware e del software di gestione dei file di Nikon, unito alla qualità di stampa di Epson, permettono di ottenere risultati di estrema qualità a forti ingrandimenti. Questa prova è significativa di risultati che sono alla portata di tutti: si è partiti da un JPEG a risoluzione più bassa rispetto a quanto possibile, la stampa è stata poi eseguita con la risoluzione normale consigliata per le fotografie; tuttavia anche ingrandendo molto l’immagine, la qualità estetica è rimasta molto elevata.
Qualità di immagine e ricampionamento
La dimensione di una stampa è determinata da due fattori: numero di pixel totali dell’immagine e densità di informazione, cioè il numero di pixel per pollice. I tre valori sono legati assieme e la variazione dell’uno, modifica gli altri come si può facilmente vedere dalla schermata di PhotoshopTM accessibile dal comando “Immagine / Dimensione immagine”. Per eseguire un ricampionamento si deve attivare il flag “Ricampiona immagine”.
Ricampionamento immagine in Photoshop
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Photoshop permette di controllare in modo molto completo risoluzione, dimensioni del file e interpolazione. Il menu “Immagine / Dimensione immagine” apre una finestra in cui si possono scegliere la dimensione del file (in unità di misura lineare o pixels). Se non viene attivata la casella di controllo “Ricampiona immagine”, una variazione di dimensioni o di risoluzione modifica solo i parametri relativi alla “densità”. Attivando l’opzione di ricampionamento, l’immagine mantiene la “densità” di risoluzione, mentre vengono variati il numero di pixel e, di conseguenza, le dimensioni.
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Oltre a Photoshop, che compie un ottimo lavoro, esistono programmi specifici per ricampionare le immagini, che tuttavia funzionano sullo stesso principio: aggiungere pixel.
Ogniqualvolta si decida di ingrandire un’immagine più di quanto siano le sue dimensioni a quel valore di risoluzione, si deve prevedere un ricampionamento che aggiunga pixel.
Questa operazione rende il numero dei pixel corretto, ma non aumenta il livello di dettaglio.
Bisogna sempre tenere presente che il dettaglio dell’immagine, quello che viene definito “nitidezza”, è dato e dal valore di pixel per pollice dell’immagine originale in rapporto alla distanza di visione. Qualsiasi aumento di pixel rende maggiore la dimensione della stampa, ma non aumenta la quantità di informazione.
L’unico vantaggio del ricampionamento è dato da una migliore resa delle sfumature di colore, che appaiono più omogenee. Ecco il motivo per cui non si scende comunque sotto un certo valore di pixel per pollice a forti ingrandimenti, anche quando questi sono destinati ad essere visti da lontano. L’occhio non vede in ogni caso i pixel aggiunti, ma il driver di stampa disegna meglio le transizioni tonali.
Uno degli effetti degli algoritmi matematici che aggiungono pixel è infatti quello di interpolare fra pixel di colori simili, creando una migliore resa delle sfumature, molto importanti per la qualità fotografica.
Dopo un’interpolazione spesso si rende necessaria l’applicazione di una maschera di contrasto per controllare la nitidezza, che può risultare leggermente attenuata dall’aumento dei pixel nelle zone dove vi sono tramature con dettagli fini.
Effetti di ricampionamento e maschera di contrasto
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Ecco gli effetti del ricampionamento e dell’applicazione di una maschera di contrasto. L’immagine a sinistra è stata ricampionata raddoppiando le dimensioni lineari, il che equivale a quadruplicare il numero di pixel. Come si vede l’aggiunta di pixel ha prodotto un ammorbidimento dei contrasti, in quanto il softwa
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