Temperatura colore
Ciò che più mi stuzzicava la fantasia era di non riprodurre il tramonto in maniera classica, quindi con le sue consuete e naturali dominanti calde, ma di creare un cielo blu intenso alle spalle del soggetto. Per far ciò, ho tarato il bilanciamento del bianco della mia fotocamera per la luce artificiale ad incandescenza.
Questa taratura ha influito sulla temperatura colore generale dell'immagine rendendola fortemente tendente al blu, enfatizzando così il cielo, visto che la temperatura colore del cielo in quella fascia oraria era comunque ancora superiore di quella con cui avevo tarato la mia Nikon D700.
Ovvio che anche il soggetto in questo caso…
…era blu, quindi se non volevo far si che la modella/o assomigliasse ad una venusiana venuta dallo spazio, sono andato a correggermi la temperatura colore dei due flash principali utilizzando su di essi dei filtri a gelatina di conversione per riportare in maniera corretta, ove colpito dalla luce flash, i giusti colori dell'incarnato. A questo scopo ho usato indifferentemente sia i praticissimi filtri a gelatina della HONL che quelli originali Nikon presenti nella confezione del flash.
Per il flash immerso nell'acqua ho usato una gelatina creativa blu che mi ha colorato il lampo di un blu intenso conferendo all'alone luminoso nell'acqua, agli spruzzi, e su alcune parti del soggetto, un ricercato riflesso blu.
L'uso delle gelatine correttive posizionate sui flash che illuminavano il soggetto, sono state di semplice ed intuitivo uso, l'importante è stato che la luce naturale presente sulla scena fosse di almeno 2 diaframmi inferiore a quella dei flash.
Non esiste comunque una regola precisa in questo caso sul tipo o sulla gradazione di gelatina di conversione usare, e come, passatemi il paragone, cucinare per fare un buon manicaretto. La quantità di sale può variare di volta in volta, l'unico modo a parte l'esperienza che è fondamentale, è provare con varie densità di filtri fino a trovare quella giusta legata a quel contesto e a quella temperatura colore presente naturalmente sulla scena. |
Il flash SB-900 “subacqueo”
Come già anticipato, per ottenere l'effetto di illuminazione dell'acqua, ho inserito un SB-800 in una alborella di vetro a chiusura ermetica (non ho utilizzato in questo contesto un SB-900 solo per il semplice motivo che essendo più spesso non entrava nell'alborella in mio possesso), ho fatto in modo che il flash fosse fissato all'interno di quest'ultima privo di possibilità di muoversi o ruotare su se stesso, il motivo è di facile intuizione, se il flash avesse sballottato e quindi ruotato all'interno del contenitore il rischio era che il sensore che riceve il segnale per la gestione del sistema CLS non fosse più visibile dal flash master utilizzato in modalità Commander…
…quindi non avrebbe avuto più modo di dialogare.
Ho notato che utilizzando la carta stagnola accuratamente distribuita a cono attorno al sensore, mi aumentava la capacità di ricevere il segnale, valutazione che non mi sento però di dare per certa perché le variabili tecniche ed ambientali erano così ampie durante lo shooting che mille motivi potevano intervenire per far si che il flash non emettesse il lampo.
Anche la gestione e la posizione del flash master è stata di basilare importanza al fine del risultato finale, se avessi lasciato montato il flash master sulla fotocamera come normalmente si fa, raramente sarei riuscito a farlo dialogare con quello posto sott'acqua, visto che la mia posizione di scatto era a pelo d'acqua.
Il lampo del flash master usato in Commander quasi parallelo allo specchio d'acqua, rimbalzava su quest'ultima senza andare a colpire il sensore del remote posto al di sotto. Ho capito quindi dopo svariati tentativi che per farli dialogare dovevo decentrare il master in alto sopra la mia testa con un angolo di incidenza di almeno 45 gradi sulla superficie dell'acqua. Per fare ciò ho utilizzato due Cavi Sincro SC-28 uniti insieme che mi hanno permesso di posizionare il master lontano pur mantenendo il dialogo con la Nikon D700.