Fotomosaico: affascinante passatempo quanto opera d'arte

A cura di: Guido Bartoli con foto estratte dalla Gallery della Community Clikon.it by Nital

Il mosaico ha sempre affascinato gli uomini. Grazie alle opere della galleria di community Clikon.it e agli autori, abbiamo realizzato degli ottimi fotomosaici.
Questo eXperience spiega come far diventare le singole foto dei tasselli di un mosaico fotografico, come fossero pixel, ma formati a loro volta da pixel.


» Il mosaico digitale » Alcuni esempi
» I software disponibili » Come realizzarlo in pratica
» Alcuni consigli utili » I risultati

 

Il mosaico digitale
 

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Dalla foto digitale di un mosaico al mosaico di foto digitali.
La tecnologia attuale permette a tutti di fotografare con la massima facilità, come pure di eseguire un mosaico
utilizzando le proprie foto o quelle disponibili in rete.
Foto del mosaico: fonte Wikipedia creative commons.
Fotomosaico dei pattinatori su ghiaccio:
realizzato con foto estratte dalla Gallery della Community Clikon.it by Nital.

Il mosaico ha le sue radici nell'antichità e i suoi tesori sono opere d'arte di indubbio valore storico, come in Italia testimoniano le basiliche di Ravenna e altri siti famosi in tutto il mondo. Ha da sempre affascinato gli uomini, complice la nostra modalità percettiva, che ci rende capaci di riconoscere un'immagine anche se scomposta in migliaia di tesserine colorate. Riusciamo infatti a vedere un volto o un paesaggio dall'insieme di tanti piccoli tasselli, anche a breve distanza dove questi non si confondono e rimangono riconoscibili. Tendiamo in prima istanza a percepire l'insieme come un'immagine, cogliendo in un secondo momento i particolari che la compongono.
Un discorso sulla fisiologia della percezione esula da questa sede, ma giova ricordare come da anni ciò sia oggetto di studio.
 

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Ecco alcune pagine di un articolo de Le Scienze del 1974, relativo a uno dei primi studi sul riconoscimento dei
volti ad utilizzare un sistema computerizzato (con memoria a nastro!) per ottenere la divisione a mosaico.
Nel testo si legge che: il sistema “usa un analizzatore a fascio mobile, un congegno simile a una telecamera” analizzando
un reticolo di 1024 righe. Nel convertitore analogico-digitale, ogni riga è suddivisa in 1024 punti e alla luminosità di ciascun
punto è assegnato un valore in una scala che va da 1 a 1024.”

Quindi con la “spaventosa” (per allora) quantità di un milione di pixel, con una scala di 10 bit per la luminosità.
Le Nikon allora erano già grandi fotocamere, ma analogiche. Nessuno di noi avrebbe mai pensato di poter disporre
sempre e dovunque di una tecnologia molto ma molto più potente, proprio dentro la reflex!

Il concetto di comporre una foto con le tessere di un mosaico è peraltro ben comune ai fotografi digitali: cos'è un'immagine digitale se non un gigantesco mosaico di pixel, termine inglese che deriva da Picture Element?
La differenza fra la foto digitale e un mosaico romano è che i pixel sono molto piccoli e devono essere tenuti al di sotto della soglia di visibilità. Solo in questo modo quello che è di fatto un mosaico viene interpretato come un'immagine, senza cogliere le singole tessere. Peraltro proprio come accade se si osserva un mosaico tradizionale stringendo gli occhi. Provare per credere.
 

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Ingrandendo una fotografia digitale si vedono molto bene i pixel che la compongono,
vere e proprie tessere di un mosaico elettronico.
Un risultato spettacolare è dato dalla capacità del nostro sistema percettivo di interpretare come
immagine un mosaico di immagini, trattando ognuna come un singolo pixel.
Foto estratte dalla Gallery della Community Clikon.it by Nital.


Mosaici fisici, fatti di fotografie stampate, sono stati e vengono tuttora composti a scopi artistici o pubblicitari; tuttavia questo sistema è molto laborioso, oltre che costoso. Richiede tempo, mezzi logistici e spazio.
Con l'avvento dell'immagine digitale è divenuto possibile concepire dei mosaici con caratteristiche molto particolari: costituiti da fotografie digitali. Costruire un mosaico digitale, partendo da immagini a loro volta digitali o digitalizzate, è logisticamente semplice, a patto di avere un computer potente; un tempo appannaggio dei soli centri di calcolo, ora a disposizione di chiunque.
La potenza di calcolo è infatti determinante per portare a termine il lavoro di realizzazione, che è piuttosto complesso, poiché richiede di:

  • analizzare l'immagine che si vuole mosaicizzare, determinando i blocchi di colore e luminosità che raggruppano assieme un certo numero di pixel e che dovranno diventare le singole tessere
  • analizzare le singole immagini che faranno parte del mosaico in qualità di tessere, per caratterizzarle in base alla media della luminosità e della cromia
  • scegliere l'immagine adatta per ogni singola tessera fra tutte quelle analizzate
  • disporla in una o più posizioni, in base alle istruzioni di partenza
  • mantenere in memoria i dati e generare l'immagine finale.

Negli anni novanta solo computer molto potenti avevano la capacità di calcolo necessaria per eseguire questo compito. Inoltre agli inizi della fotografia digitale pochi archivi avevano il numero di immagini necessario per un'ampia scelta.
Attualmente un comune personal computer è sufficiente per comporre un fotomosaico, anche di grandi dimensioni. Basta avere accesso a un archivio di immagini digitali e un poco di pazienza, lasciando che il software elabori per un certo tempo prima di fornire il risultato.
 

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Ecco come il software interpreta i pixel dell'immagine originale per trasformarla in un fotomosaico.



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