Le pagine Nikon School di Nital si erano già occupate del tema e per quelle rimandiamo a: “Nikon D810A, per fotografare l’infinito e non solo”, al video “Nikon D810A: alla conquista degli osservatori ESO di Paranal e La Silla” ma anche al preludio “Viaggio ai piedi dell’Universo: towards D810A”
In questa eXperience analizzeremo gli strumenti necessari e le tecniche di ripresa richieste per l’astrofotografia di oggetti deboli, il tutto utilizzando la reflex Nikon D810A, evoluzione della famosa D810 rispetto alla quale offre diverse caratteristiche finalizzate ed utili all'astrofotografia. In questa pubblicazione eXperience vedremo:
NOTA:
Anche se basato sulla D810A, tutte le nozioni qui spiegate si applicano perfettamente anche a qualsiasi altra fotocamera reflex Nikon che può essere usata con grandi risultati in astrofotografia.
Fino a 15 anni fa, fotografare i deboli dettagli di nebulose, ammassi stellari o galassie era impresa ardua e riservata ai pochi fortunati possessori di telescopi di grande diametro (nonché molto costosi). Una delle ragioni per cui molti astrofili (gli astronomi non professionisti) si organizzavano in associazioni era proprio per disporre di grandi strumenti che consentivano di effettuare fotografie di buon livello. La rivoluzione digitale della fotografia ha cambiato tutto consentendo, anche a chi dispone di strumenti di dimensioni compatte, di effettuare astrofotografie di eccezionale qualità, fino a qualche anno eseguite solo dai professionisti. Fautore di questo cambiamento è stato l'avvento di reflex digitali dal costo contenuto, che offrono grandi sensori e basso rumore elettronico anche con i lunghi tempi di posa tipici dell’astrofotografia: diventa così possibile registrare deboli dettagli, altrimenti invisibili ad occhio.
Quando si utilizzano reflex digitali dotati di sensori di grandi dimensioni, come la Nikon D810A con sensore Full Frame 36x24mm, è necessario che il telescopio sia dotato di un apposito spianatore di campo. Questo accessorio (a volte è integrato nel tubo ottico, altre volte è esterno e quindi può essere usato solo quando serve) spiana il campo esterno, verso i bordi del sensore e mantiene puntiformi le stelle che, altrimenti, apparirebbero come piccole comete. Il campo corretto dichiarato del telescopio deve essere quindi di almeno 27mm di diametro per correggere un sensore tipo DX e 44mm per correggere un sensore di tipo FX. Gli spianatori variano da telescopio a telescopio in quanto devono essere appositamente progettati per l'ottica che correggono e, l'AIRY BLACK 90T ne dispone di un modello che corregge proprio fino ai sensori FX: perfetto quindi per la D810A.
Come abbiamo precedentemente riportato, per effettuare fotografie a lunga posa con i telescopi è fondamentale disporre di un sistema di inseguimento automatico del movimento apparente delle stelle in cielo: la montatura.
Questa, agendo come se fosse un “treppiede motorizzato”, ci consente di lasciare aperto l'otturatore della camera per lunghi tempi di posa mantenendo puntato l'oggetto da fotografare: il risultato che vogliamo ottenere è una foto con un inseguimento preciso e stelle perfettamente puntiformi in tutto il campo inquadrato. In generale le montature per telescopi vengono divise in:
Le montature equatoriali sono più complicate da usare in quanto, quando vengono usate, richiedono di effettuare l'allineamento polare (e visto che la qualità di inseguimento della montatura è proporzionale alla precisione dell'allineamento polare che l'utente deve eseguire, è fondamentale prestare attenzione ad eseguire correttamente tale procedura) e, per installare il telescopio, è necessario usare anche pesanti contrappesi. Però le montature equatoriali, muovendo il telescopio attorno ad un asse corrispondente a quello di rotazione del cielo, offrono la maggiore precisione di inseguimento e quindi sono quelle solitamente utilizzate per l'astrofotografia a lunga posa.
Queste sono quindi le montature consigliate per l'astrofotografia. La scelta della montatura da utilizzare dipende specialmente dal tubo ottico che deve sostenere. Infatti le varie montature offrono diverse capacità di carico cioè il peso massimo del tubo ottico che possono sostenere. Ad esempio sono comuni le montature che hanno 7-8Kg di carico mentre quelle di fascia più alta possono sostenere tubi ottici anche di 25Kg. Quando bisogna scegliere la montatura, prestiamo attenzione al fatto che il carico limite viene inteso per un uso visuale mentre per quello fotografico è necessario dividere il carico massimo per 2. Questo in quanto l'utilizzo in astrofotografia (specialmente nelle lunghe pose) richiede una perfetta stabilità della montatura. Ad esempio, nel caso di AIRY BLACK 90T che ha un peso di 3,5Kg, per l'uso fotografico va bene una montatura HEQ5 Synscan che ha una capacità di carico dichiarata di 14Kg (quindi 7Kg fotografici), mentre il modello inferiore (EQ5 Synscan) ha una capacità di carico di 10Kg (quindi 5Kg fotografici) che quindi è troppo al limite per questo tubo ottico (considerando anche che per fotografare il cielo è necessario aggiungere il peso della camera e degli accessori che si aggiungono a quello del tubo ottico).
Per la scelta della migliore montatura per astrofotografia è necessario considerare anche la focale del telescopio e quindi il fattore di ingrandimento creato dal tubo ottico. Ovviamente maggiore è la focale del telescopio, maggiore sarà l'ingrandimento creato e quindi potremo registrare dettagli più piccoli. Un maggiore ingrandimento però richiede anche una maggiore precisione di inseguimento, parametro che dobbiamo considerare visto che le montature equatoriali non sono tutte uguali e che e non offrono tutte la stessa precisione di inseguimento. In generale, quando la focale di ripresa non supera i 1000mm, le montature commerciali di buona costruzione meccanica sono già sufficienti per le lunghe pose richieste in astrofotografia a lunga posa. Quando invece le focali superano i 1000-1500mm le cose si fanno complicate ed è necessario utilizzare montature di fascia alta che sono generalmente molto costose (superano spesso i 5000 euro). Questa é una delle ragioni (oltre alla elevata qualità ottica) per cui, quando si inizia in astrofotografia, si consiglia l'utilizzo di un rifrattore apocromatico: infatti, a prescindere dal diametro, un rifrattore apocromatico ha difficilmente una focale superiore ai 1000mm e quindi consente di utilizzare montature equatoriali non troppo costose. Nel caso del nostro rifrattore AIRY BLACK 90T, la montatura HEQ5 Synscan prima selezionata per offrire la corretta capacità di carico ha anche la precisione sufficiente per consentire l'utilizzo del rifrattore in astrofotografia a lunga posa.