Il nuovo kit Reflex Macro Close-Up proposto da Nital con codice 512262, permette di muovere i primi passi nella ripresa a distanza ravvicinata abbinando risultati di qualità a un’estesa compatibilità per impiegare un unico diametro lente Close-Up sui più diffusi diametri portafiltri obiettivo.
La soluzione proposta da Nital è tanto “semplice” quanto efficace. Nella confezione si trovano due lenti addizionali, con diottrie da +2 e +4 ed entrambe con filettatura da 62mm e una serie di sei anelli adattatori che consentono di montare le lenti addizionali anche sugli obiettivi con filettature diverse, e più precisamente da 40,5 - 52 - 58 - 62 - 67 - 72 e 77mm.
La confezione contiene gli anelli e le lenti addizionali oltre a una semplice Guida Rapida che ne illustra il funzionamento.
Le due lenti addizionali Cokin hanno una filettatura da 62mm e diottrie di +2 e +4.
La serie di anelli adattatori a corredo consentono di montare le lenti addizionali su tutti gli obiettivi con filettatura filtri più comune: 40,5 - 52 - 58 - 62 - 67 - 72 e 77mm.
Le montature delle lenti addizionali hanno una filettatura femmina posta frontalmente, così da poter essere montate una sopra l’altra e sommare le diottrie per una maggiore scelta del rapporto di ingrandimento ricercato. Una chiara e semplice guida rapida inclusa nella confezione offre le informazioni necessarie ed essenziali per iniziare ad utilizzarle, ma la semplicità della soluzione la rende quasi superflua.
Il montaggio è piuttosto semplice.
L’anello adattatore può essere lasciato permamentemente sull’obiettivo se si pensa di utilizzare spesso le lenti addizionali. Tuttavia occorrerà dotarsi di un copriobiettivo da 62mm e verificare che l’anello adattatore non produca vignettatura alle focali minori.
Il montaggio della lente addizionale si esegue avvitandola sull’anello adattatore montato sull’obiettivo.
Il principale vantaggio del Reflex Macro Close-up
rispetto ad altri accessori
per la macrofotografia (tubi
di prolunga, soffietto, obiettivi dedicati, ecc...) risiede nella compattezza e praticità del sistema.
Non c’è limite nell’utilizzare più lenti addizionali per aumentare il rapporto di riproduzione. Occorre però tenere presente che più lenti si utilizzano, minore sarà la qualità della fotografia. Di norma, due è il numero massimo che consente di ottenere ancora discrete immagini.
Montando le due lenti del kit contemporaneamente sul classico obiettivo AF-S DX
18-105mm f/3.5-5.6G ED VR si ottiene un sistema che raggiunge il rapporto di riproduzione pari a 1:2, dotato di AF e di sistema VR di stabilizzazione dell’immagine e una qualità ancora più che soddisfacente.
Le lenti addizionali del Reflex Macro Close-Up possono
essere utilizzate anche con
gli obiettivi macro per aumentare ulteriormente il rapporto di ingrandimento
e spingersi oltre all’1:1.
Il Kit Reflex Macro Close-Up è estremamente pratico da utilizzare e non richiede alcuna conoscenza tecnica specifica.
Il Kit Reflex Macro Close-Up può essere una valida soluzione per aumentare il fattore di ingrandimento delle ottiche professionali come i vari zoom f/2,8 che si spingono fino a 200mm di focale. Occorre però sincerarsi che non si crei una leggera vignettatura con le reflex Full Frame con sensore FX in quanto questi obiettivi hanno un diametro maggiore e utilizzano una filettatura da 77mm, contro i 62mm della montatura delle lenti addizionali. Nessun problema invece con i corpi DX o comunque utilizzando, su FX, diaframmi chiusi.
Si tratta di un ventaglio di possibilità che permette di utilizzare questo kit macro sia con le ottiche più comuni per le Reflex Digitali SLR, sia con le Ottiche 1 Nikkor del Sistema Nikon 1. Ovviamente gli utenti Nikon 1 potranno, in autonomia, ricercare lenti diametro 40,5 da fissarsi direttamente sulla ghiera portafiltri degli obiettivi 1 Nikkor 10 mm f/2.8, VR 10-30 mm f/3.5-5.6 e VR 30-110 mm f/3.8-5.6. Questo kit Nital estende la funzionalità su Nikon 1 per utilizzatori che vorranno interscambiare la soluzione su più sistemi e diverse ottiche.
Il kit può essere utilizzato anche sui nuovi Obiettivi 1 Nikkor dedicati al sistema Nikon 1.
La dimensione della lente addizionale rende il sistema meno compatto ma operativo in campo macro.
Occorre ricordarsi che le migliori prestazioni si ottengono alle focali maggiori. In caso di
necessità si possono
utilizzare anche due lenti addizionali contemporaneamente.
Gli anelli adattatori sono di generose dimensioni e ciò permette un’ottima presa per il montaggio e lo smontaggio. Cosa che invece risulta più difficile e con il rischio anche di probabili grippaggi, quando si utilizzano i semplici e diffusi anelli step-up e step-down in alluminio per i filtri.
Gli anelli adattatori, che permettono di montare le lenti addizionali da 62mm su quasi tutti gli obiettivi Nikon, offrono un bordo maggiorato per un’ottima presa nel caso si debba montare o smontare
i filtri all’aperto.
La particolare forma dell’adattatore permette di mantenere compatto il sistema, sebbene il diametro sia abbastanza abbondante. Appositamente prodotti in materiale plastico per preservare il filetto portafiltri dell’obiettivo.
Sul campo
Ciò che più si apprezza quando si fotografa “on site” è la versatilità d’uso. Non dover togliere l’obiettivo per passare dalle foto tradizionali a quelle a distanza ravvicinata è un elemento impagabile dell’uso delle lenti addizionali. Basta avvitarle sulla filettatura anteriore del barilotto dell’obiettivo e si è già pronti per la macro. In questo modo è possibile scegliere anche un solo obiettivo zoom, dalla focale sufficientemente estesa, per poter coprire una gita fotografica all’aria aperta o un’escursione in montagna, dove la leggerezza e versatilità dell’attrezzatura è prioritaria.
Facciamo un esempio pratico, utilizzando il Nikkor AF-S DX 16-85mm f/3.5-5.6G ED VR, alla massima focale e alla minima distanza di messa a fuoco otterremmo un rapporto di ingrandimento pari a 0,22x, ovvero il soggetto fotografato sarà rappresentato sul sensore cinque volte più piccolo che nella realtà, mentre utilizzando sullo stesso obiettivo le due lenti addizionali del kit contemporaneamente, si potrà arrivare a un ingrandimento di 0,67x con la messa a fuoco all’infinito e di 0,52x portano la messa a fuoco alla minima distanza concessa dall’obiettivo. Un valore quindi di tutto rispetto.
Le lenti addizionali possono essere utilizzate sia per riempire meglio l’inquadratura di un soggetto di piccole dimensioni, sia per inquadrare un particolare del soggetto, come nei due esempi qui di seguito:
Nikkor AF-S 18-105mm
f/3,5-5,6 VR ED
Lente addizionale +2
Lente addizionale +4
Lente addizionale +2 e +4
Campo inquadrato con il Nikkor AF-S 18-105mm
f/3,5-5,6 VR ED alla massima focale e alla distanza minima di messa a fuoco.
La stessa situazione, con gli stessi parametri di scatto, ma montando la lente addizionale +2 D del kit.
Come la precedente, ma utilizzando la lente addizionale +4 D.
Montando entrambe le lenti addizionali il rapporto di ingrandimento raggiunto è il massimo ammesso dal kit.
La qualità è ancora più che accettabile.
L’orchidea già riempie perfettamente il campo inquadrato dal Nikkor AF-S 18-105mm f/3,5-5,6 VR ED alla massima focale e alla distanza minima di messa
a fuoco.
Utilizzando la lente addizionale +2 D si può restringere leggermente il campo inquadrato.
Con la lente +4 D il campo si focalizza sulla zona centrale del fiore.
Con entrambe le lenti addizionali si può selezionare solo una piccola parte del fiore, mettendola meglio in evidenza.
L’accoppiamento delle lenti addizionali con un obiettivo produce però un risultato qualitativo difficile da predire. Si tratta infatti di un elemento ottico estraneo e non contemplato in fase di progetto dell’obiettivo e i risultati possono variare, anche di molto da obiettivo a obiettivo.
Un evidente esempio di come un oggetto comune possa essere ripreso senza e con le lenti addizionali.
Da notare la ridotta profondità di campo che si ottiene nella foto a maggior ingrandimento.
Di norma però le immagini mantengono un elevato livello di dettaglio e le uniche aberrazioni avvertibili in talune circostanze, sono la presenza di aberrazione cromatica assiale e longitudinale peraltro facilmente gestibile con Capture NX 2 come descritto nell’eXperience Nikon Capture NX 2: ottimizzare le prestazione degli obiettivi.
Come spiegato nel testo, occorre verificare le prestazioni dell’accoppiata obiettivo-lenti addizionali. In questo caso, l’utilizzo di una focale media (40mm circa) e non l’estensione massima dello zoom ha fornito buone prestazioni solo in centro al fotogramma, mentre i bordi denotano una riduzione di contrasto e di nitidezza piuttosto evidenti.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è la possibilità di riflessi e flare indesiderati. L’ampia lente addizionale, posta frontalmente all’obiettivo, senza nessuna protezione, può portare a risultati poco appaganti per via di un abbassamento del contrasto provocato da flare interni o per riflessi difficili da eliminare, che si riducono fino a scomparire se però si fa attenzione a non far cadere i raggi delle fonti luminose (flash, sole, ecc...) direttamente sulla lente, proteggendosi con il paraluce dell’ottica, un accessorio che diviene ancor più fondamentale quando si utilizzano le lenti addizionali. Per questo motivo è possibile cercare nel vasto catalogo Nikon un paraluce con filettatura da 62mm che permetta di essere montato sulla lente addizionale anteriore, verificando che la lunghezza del paraluce stesso sia sufficiente a mascherare la lente ma non troppo invadente da creare vignettatura agli angoli del fotogramma. Dopo qualche minuto di utilizzo, ci si rende conto che per le foto a distanza ravvicinata può essere preferibile disattivare l’AF e ottenere il fuoco muovendosi avanti e in dietro lentamente fino a verificare la corretta messa a fuoco direttamente dal mirino della reflex. Rimarrà sempre valido l’impiego dello stabilizzatore ottico VR per la riduzione delle vibrazioni. Occorre però precisare che i sistemi di riduzione delle vibrazioni installati nelle recenti ottiche AF-S Nikon, sono tarati per un impiego nel range di distanze per cui è stato progettato l’obiettivo. Operando a brevi distanze l’effetto può risultare meno efficiente per via delle diverse frequenze delle vibrazioni in gioco, ma risulterà comunque un aiuto assai gradito.
Giocando con la limitata profondità di campo che si può ottenere alle brevi distanze è possibile creare immagini astratte e dal forte impatto cromatico.
La chiusura del diaframma è una tecnica raccomandabile per almeno due ragioni, da un lato l’accoppiata lente/i addizionale/i e obiettivo lavorano meglio ai diaframmi più chiusi, dall’altro lato si ottiene anche una maggiore profondità di campo, ovvero di zona nitida, che non è mai troppa nelle riprese a distanza ravvicinata. Occorre però stare attenti al tempo di scatto che non deve mai scendere sotto la soglia di sicurezza minima, considerando anche che il maggior rapporto di ingrandimento fornito dalle lenti addizionali amplifica anche le vibrazioni prodotte dalla mano del fotografo. Può essere un buon punto di partenza cercare di stare intorno a 1/500s e almeno f/11 per quanto riguarda il diaframma. Per poter scattare con questa accoppiata ci deve essere una buona luce, altrimenti si può cercare di agire sulla sens
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