Dall’alba al tramonto a Camogli e Portofino con la Nikon D600 per provare tutte le prestazioni video in stile cinematografico: motion blur, picture control, formato e bokeh, memorie settaggi U1/U2, alti ISO, framerate fps e tempi di posa, slow motion, timelapse foto e timelapse video on-camera.
Tempo di otturazione nel video
Questo è un tema per certi versi simile ai temi fotografici ma molto differente per altri aspetti prettamente video legati a come l’occhio e la mente “registrano” e percepiscono i movimenti. Il valore di tempo di posa determina quanta luce far passare nell’unità di tempo per determinare l’esposizione ma ha contestualmente responsabilità sul mosso o congelamento della scena. Se in fotografia una foto mossa è “inutilizzabile” nel video cinematografico quasi mai esisterà o dovrà esistere un singolo frame di un movimento perfettamente congelato. Provate ad agitare le dita della vostra mano davanti agli occhi e potrete constatare che l’occhio non “pretende” di vedere le impronte digitali dei polpastrelli. Se forniamo all’occhio quindi al cervello sequenze di fotogrammi perfettamente nitidi di una scena in movimento, si avrà una percezione innaturale e quasi “fastidiosa” come se si vedesse una scena al buio illuminata esclusivamente da una luce xenon pulsante a 24/25/30 lampi al secondo, stroboscopica appunto. Ecco perché si suggerisce di usare nelle riprese cinematografiche tendenzialmente tempi di posa di 1/50s oppure 1/60s (salvo che per slowmotion o tutte le lievi o estreme eccezioni legate a specifiche tecniche), e se si desiderano diaframmi aperti in condizione di forte luce sono necessari i filtri ND Variabili.
Otturatore elettromeccanico della Nikon D600.
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Otturatore variabile Arryflex IIC.
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Tecnicamente, quando scattiamo fotografie, la fotocamera utilizza un otturatore elettromeccanico per regolare l’esposizione attraverso l’apertura e poi la chiusura della tendina per il tempo desiderato (1/50 secondo o 1/4.000 di secondo per esempio). Nella modalità video si adotta invece una otturazione elettronica; il sensore fondamentalmente effettua una scansione di read-out dati sensore per regolare l'esposizione (l’ampiezza di scorrimento scansione si riduce con l’aumentare dei tempi e ciò è facilmente riscontrabile vedendo la porzione illuminata da eventuali lampi flash inclusi nella ripresa video); quindi durante il Live View le tendine dell’otturatore rimarranno sempre aperte fin tanto che non lo spegneremo, indipendentemente dall’avvio e dall’arresto delle riprese.
Come anticipato in precedenza, la velocità di otturazione influisce sulla quantità di luce che determina l’esposizione ma il tempo di posa scelto per ogni frame video ha anche ripercussioni sull’effetto movimento delle sequenze video rendendo la ripresa più o meno fluida, più o meno naturale.
Nelle cineprese, a differenza delle reflex video, l’otturatore funziona con un sistema meccanico, impostandolo in gradi; il movimento tipicamente avviene con uno scatto a 180 gradi, il che significa che l'otturatore rimane aperto il 50% del tempo (180 su 360 gradi), di conseguenza il frame rate della ripresa, ad esempio nel caso di riprese a 25 fotogrammi al secondo sarà pari alla metà del tempo di ripresa, a 180 gradi di scatto viene emulato perfettamente su una reflex dal tempo di apertura dell'otturatore di 1/50 di secondo; questo tempo permetterà di ottenere il massimo rapporto tra la definizione delle scene riprese e fluidità nei movimenti; si potrebbe anche utilizzare un tempo pari a 1/25 di secondo, ma solo in digitale, poiché l'otturatore essendo comandato elettronicamente rimane sempre aperto, mentre con una cinepresa a pellicola sarebbe impossibile, perché non ci sarebbe il tempo fisico per far scorrere la pellicola, ottenendo un’elevata “sfocatura” da movimento visibile attraverso un effetto scia. La velocità dell’otturatore fornisce un look “cinematografico” alle riprese, ma può essere variata notevolmente in funzione della tipologia di ripresa. Tempi di posa più veloci creeranno riprese a scatti, come nei famosi film d'azione “Salvate il soldato Ryan” o “Il Gladiatore”, dove il tempo utilizzato è pari a 1/90 e 1/125 di secondo.
Riprese sul campo.
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Fabio e Nino Idini in azione a Camogli.
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Nikon D600 su slider dolly.
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Nikon D600 su testa video Manfrotto 701HDV.
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Viceversa, ridurre la velocità dell'otturatore permetterà di creare immagini più morbide a causa dell’aumento del motion blur, non c'è regola ferrea quando si tratterà del tempo di otturazione, ma se non siete sicuri di quale velocità di scatto selezionare, utilizzate l'impostazione che è più vicina all’inverso del doppio del frame rate utilizzato.
In caso di scarsissima illuminazione si potrà anche usare un tempo di posa più lento pari a 1/25 prestando attenzione al movimento del soggetto e rallentando eventuali movimenti camera. In caso di riprese in luce artificiale a fluorescenza “neon” o “led ad alta intensità” bisognerà adottare tempi pari o multipli alla frequenza di rete quindi, in Italia 50Hz, 1/50, 1/100 per evitare l’effetto flickering normale su illuminazioni non continua.
Nella ripresa in esterni con diaframmi aperti, avremo la presenza di troppa luce anche dopo aver impostato la sensibilità più bassa permessa dalla fotocamera, nel caso della Nikon D600 100 ISO; avremo quindi bisogno di trovare una soluzione al fine di ottenere la corretta esposizione per sostenere il tempo di otturazione di 1/50sec; quindi in giornate luminose associate all’impiego di diaframmi aperti per ottenere una limitata profondità di campo per creare un look cinematografico, avremo bisogno di un filtro a densità neutra (ND); i filtri ND saranno pertanto i primi accessori da aggiungere al kit per riprese video; sarà possibile inserirli all’interno di un Matte Box per ottenere anche una riduzione della luce parassita che arriverà al sensore, al fine di mantenere il tempo di posa a 1/50 di secondo in ambienti molto luminosi.
Il metodo di cui sopra è quello tradizionale per le riprese video professionali, con l’inserimento di filtri drop-in di vetro nel Matte Box, ma nella nuova era del digital imaging, un’altra possibilità sarà quella di utilizzare un filtro ND variabile; in questo modo, anziché utilizzare un filtro drop-in o una combinazione di filtri nella speranza di ottenere l'esposizione ideale, si potrà continuamente regolare l’esposizione della ripresa con la rotazione di un filtro per diminuire la luminosità della scena più velocemente e in maniera più precisa. Un filtro ND Variabile chiamato anche ND Fader, offrirà un fattore di riduzione che andrà da un minimo di 2 stop fino a un massimo di 8 stop di luminosità.
Sulla Nikon D600 il tempo di posa potrà essere scelto, in funzione della luminosità della scena ripresa, su valori compresi tra 1/25 e 1/4.000 di secondo (per riprese in Full HD); il tempo di otturazione disponibile varierà anche in funzione del frame rate selezionato, nel caso di scelta della risoluzione 1270x720 a 60p, il tempo di otturazione più lento selezionabile dalla fotocamera sarà, ovviamente, pari a 1/60 di secondo.
Riprese sul campo
Le dimensioni della D600 appaiono leggermente ridotte rispetto alle altre fotocamere full frame; al tatto le sensazioni che da la fotocamera confermano un corpo macchina compatto, ben costruito, leggero e resistente, in lega di magnesio, con le guarnizioni a prova di polvere e acqua, per sopportare le condizioni ambientali più estreme, con un peso pari a soli 760 grammi; i comandi e le ghiere appaiono ben dimensionati, la presenza di un doppio slot per le schede SD ad alta velocità, compatibili con le card di memoria SDXC e UHS-I, si rivela una scelta equilibrata per ridurre i pesi e le dimensioni della fotocamera.
Ho utilizzato sulla Sturdycam la D600 insieme all’ultragrandangolare AF-S NIKKOR 14-24mm f/2.8G ED senza corpetto di sostenimento; il carico dell’insieme fotocamera e ottica utilizzato non è stato particolarmente pesante, ciò a permesso di riprendere a lungo senza stancarmi; la Nikon D600, quindi essendo leggera, risulta essere la scelta ideale per l’utilizzo con una steady portatile.
D600 su Sturdycam in azione.
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Fabio Idini con Nikon D600 e Nikkor 70-200 VR II.
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A sinistra: D600 con Jobo e Audio Digital Recorder Tascam. A destra: Nikon D600 su Slider TLF da 100 cm.
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Anche sullo slider (carrello) il peso della fotocamera ha garantito movimenti fluidi senza far imbarcare la struttura di alluminio; alla prova dei fatti possedere un corpo leggero nel video è una caratteristica da non trascurare.
Per quanto riguarda la parte prettamente video, la Nikon D600 registra filmati in Full-HD 1920 x 1080 (30, 25, 24 fps); l’audio digitale viene registrato in PCM lineare (Pulse Code Modulation) ed offre un ingresso audio per il collegamento di un microfono stereo esterno, per registrazioni audio di alta qualità; inoltre, sono presenti un’uscita audio per le cuffie esterne e un’uscita video HDMI (4:2:2) del tipo “C” con video non compresso, da utilizzare con l’ausilio di recorder video HD esterni come ad esempio l’Atomos Ninja o come la Black Magic Intensity USB 3.0 con collegamento ad un PC.
Connettori cuffie, microfono, USB, HDMI, e terminale accessori della Nikon D600.
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Il doppio slot permette di alloggiare due card Secure Digital SD che garantiranno un’autonomia di ripresa superiore.
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Pensare in futuro di poter filmare e visionare delle riprese non compresse con campionamento colore 4:2:2 attraverso la connessione HDMI della D600; ciò potrà consentire in futuro di estendere il potenziale attraverso l’impiego di codec più performanti (e più pesanti) del già valido H264-AVC a 24 Megabit per secondo implementato nella D600.
Va sempre sottolineato che la Nikon D600 non è progettata esclusivamente per fare riprese video, la sua funzione primaria rimane quella di scattare fotografie, ma si dà il caso che sia capace di riprese video in formato Full Frame di elevata qualità ad un prezzo ragionevole, sicuramente molto inferiore a quello di cineprese professionali.
La Nikon D600 è una delle fotocamere con la migliore ergonomia e possibilità di personalizzazione delle funzioni che abbia mai utilizzato (serie D4 e D800 a parte); la fotocamera trasmette immediatamente una percezione di robustezza, con ghiere e pulsanti molto agevoli da utilizzare; la possibilità di assegnare e salvare le impostazioni impiegate più frequentemente nelle posizioni U1 e U2 della ghiera di selezione modo, permetterà di accedere e selezionare in tempi rapidissimi le impostazioni utente. Personalmente ho impostato la modalità Full HD 1920x1080 a 25p sulla posizione U1, mentre sulla posizione U2 ho inserito la modalità HD 1280x720 a 50p; così facendo tramite una semplice rotazione della ghiera avremo la possibilità selezionare le due modalità di ripresa evitando l’utilizzo dei menu; inoltre, sarà anche possibile personalizzare per ognuna delle due modalità con ulteriori parametri di ripresa come la qualità della compressione video, la card di destinazione, i Picture Control, etc.
Nel caso notassimo nelle riprese delle dominanti di colore o se volessimo solamente scaldare maggiormente i colori delle scene riprese, sarà possibile impostare nel bilanciamento del bianco automatico le regolazioni fini, selezionando il valore di correzione desiderato.
I Bilanciamenti del Bianco offerti dalla Nikon D600 sono molto estesi e permettono diverse varianti dell’Automatismo “A”, tutte le tipologie di illuminanti sempre personalizzabili ed anche la regolazione in Kelvin.
Per raggiungere le impostazioni di Bilanciamento del Bianco direttamente dalla modalità Live View Video (senza entrare nei menu) basterà premere il pulsante WB (terzo dall’alto tra i comandi dorso a sinistra) e ruotare la ghiera posteriore per passare dalle varie tipologie e variando la ghiera anteriore per le varianti della tipologia. Le impostazioni in uso di Bilanciamento del Bianco sono sempre indicate anche sul display LCD superiore.
La Nikon D600 ha permesso di ottenere un look cinematografico nelle riprese video che è uno degli obiettivi che un videomaker/filmmaker si pone sul campo; uno dei metodi per conseguirlo è quello di avere un ottimo “bokeh”. Il bokeh è un termine derivato dalla parola giapponese "Boke" che, più o meno tradotto, significa “sfocato di qualità”. È uno dei principali motivi per i quali molti videomaker/filmmaker sono passati alle reflex per filmare sequenze video. Il bokeh si riferisce alle porzioni di un'immagine che sono fuori fuoco; nel mondo del cinema il bokeh non è solo una gradevole qualità estetica, ma permette anche al regista di concentrare l'attenzione dello spettatore su un soggetto o un’area d’interesse dello schermo. La D600 in abbinamento ai superluminosi Nikkor 24mm 1.4, 35mm 1.4 e 50mm 1.4 ha permesso di ottenere un perfetto bokeh, superiore a quello raggiungibile dalla pellicola cinematografica o dal formato DX.
Cinepresa professionale 16mm Arriflex 416 Plus.
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Nikon D600 movie camera Full HD.
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Ho preferito effettuare riprese leggermente sottoesposte; anche se sia possibile fare molto in postproduzione per correggerne l'esposizione, i file video presentano le stesse problematiche delle immagini Jpeg; aumentando o diminuendo troppo i valori dell’esposizione saranno tagliati molti dettagli. In caso di riprese troppo scure o troppo luminose saranno presenti meno informazioni su cui lavorare. Ricordo inoltre che una delle differenze tra la fotografia e la riprese video è la fedeltà dei colori notevolmente inferiore in quest’ultima, dovuta al campionamento verso il basso della compressione codec video che farà perdere molte informazioni alla cromia delle sequenze riprese.
Inoltre, a differenza delle fotografie RAW/NEF che offrono un gran numero di controlli di postproduzione per il recupero delle luci e delle ombre, per una regolazione di bilanciamento del bianco ecc., nel video sono assenti (la registrazione RAW dell’intero flusso video richiede oggi, risorse insostenibili).
L’ampio monitor VGA da 8cm (3,2 pollici) con vetro rinforzato, assieme al Viewfinder, ha permesso durante le riprese una visualizzazione delle immagini chiara e dettagliata; la presenza della livella elettronica ha consentito di mettere perfettamente in bolla la fotocamera, evitando successivi interventi in postproduzione per raddrizzare i fotogrammi video. La presenza del doppio slot di card SD ha assicurato un’autonomia di ripresa pari a 160 minuti, un’infinità nel video, tanto da non richiedere la sostituzione delle card nella giornata di riprese; inoltre, sulla D600 sarà possibile registrare in maniera sequenziale su una card, per proseguire al riempimento della stessa sulla seconda, impostando questa funzione tramite menu. La durata delle batterie nelle riprese video è sempre un aspetto problematico da non trascurare, ma la Nikon D600 ha lo stesso garantito una lunga autonomia e un basso consumo energetico, permettendomi di utilizzare nell’intera giornata solamente due batterie EN-EL15.
Tra le molte funzioni di ripresa avanzate presenti nella Nikon